Milan: un futuro senza Europa può essere un nuovo inizio?

Tutto il Milan a processo davanti ad una giuria di vittime: i tifosi rossoneri. Basterà fare tabula rasa di uomini e di coppe per tornare grandi?

La stagione del Milan si avvia verso una conclusione amara, con la qualificazione alla Champions League ormai un miraggio e con un progetto tecnico che sembra aver fallito i suoi obiettivi. Il club rossonero ha speso molto per rafforzare la squadra, ma le tempistiche degli investimenti e la gestione tecnica hanno lasciato più di qualche dubbio. Ora, mentre la contestazione monta e il clima attorno alla squadra si fa sempre più teso, una domanda si fa strada: potrebbe essere vantaggioso per il Milan restare fuori dall’Europa la prossima stagione?

Milan in crisi: un problema di gestione

L’estate avrebbe dovuto rappresentare l’inizio di una ricostruzione solida, ma il Milan sembra essere regredito nonostante le ingenti spese sostenute. Tra ingaggi e trasferimenti, il club ha investito somme significative, ma spesso nei momenti sbagliati. Il mercato invernale ha provato a tamponare le falle lasciate da un’estate mal pianificata, ma si è rivelato un’operazione disperata e inefficace.

L’esonero tardivo di Paulo Fonseca ha complicato ulteriormente le cose. L’arrivo di Sergio Conceicao avrebbe dovuto dare una scossa alla stagione, ma il tecnico portoghese si è trovato a gestire una situazione ormai compromessa. Le sue difficoltà non sono solo imputabili a lui, ma anche alla dirigenza, incapace di mettere in atto una strategia coerente e tempestiva.

L’assenza del Milan dalle competizioni europee potrebbe rappresentare da un lato il punto più basso ma anche il miglior modo per ripartire da zero. Come visto in casa Napoli in estate, la tragica conclusione della passata stagione ha spinto De Laurentiis a cambiare radicalmente il proprio assetto prendendo un nuovo direttore sportivo e soprattutto un nuovo tecnico (Conte) capace di fare benissimo in poco tempo anche grazie alla poca pressione derivante da un calendario ricco di impegni.

Questo è un po’ quello che tifosi, dirigenti e proprietà si augurano per il Milan ma occorre che tutte le parti lavorino nella stessa direzione senza pensare che facendo tabula rasa si faccia sempre e solo bene. Cardinale, Ibra e soci sono i principali imputati al tribunale rossonero quello che ha come giuria le vittime: i tifosi del Milan.

Ambiente tossico al Milan

La sconfitta contro la Lazio ha rappresentato un altro colpo duro per il Milan e ha alimentato il dibattito sulle possibili conseguenze a lungo termine di questa stagione fallimentare. Secondo alcuni osservatori, questa crisi potrebbe persino portare a un beneficio inaspettato: un anno senza Europa potrebbe permettere al club di ripartire con basi più solide, senza la pressione delle competizioni continentali e con la possibilità di riorganizzare le risorse economiche e tecniche.

Nel frattempo, il malumore dei tifosi è esploso. Già contro il Bologna si era avvertito un clima teso, ma contro la Lazio la protesta è stata ancora più eclatante. La Curva Sud ha scelto un inizio di partita in silenzio, per poi scatenarsi con cori inequivocabili: “Cardinale devi vendere, vattene”. Un messaggio chiaro, che riflette il crescente malcontento verso la proprietà.

Durante la partita, ogni errore è stato accolto da una pioggia di fischi. Il pubblico ha mostrato il proprio disappunto senza risparmiare nessuno: Rafael Leao e Theo Hernandez sono stati fischiati, con il primo che ha reagito polemicamente tappandosi le orecchie dopo un assist e pubblicando un messaggio criptico sui social, nel quale sosteneva che “tutti” fossero contro la squadra.

La mancanza di identità

Il Milan si trova ora in una posizione pericolosa. La squadra sembra sempre più isolata, incapace di ritrovare l’unità con i tifosi. Christian Pulisic ha provato a dare una scossa con un atteggiamento propositivo, ma senza riuscire a cambiare il clima attorno alla squadra. Il momento di maggiore entusiasmo della serata è arrivato dall’espulsione di Strahinja Pavlovic, più che dalle giocate dei rossoneri.

Questa frattura tra squadra, tifosi e dirigenza rappresenta un problema profondo e strutturale. La sensazione è che al Milan, complice anche una gestione comunicativa mediatica distante dalla realtà, si sia venuto a creare un ambiente tossico che tocca tutti dall’allenatore a giocatori, fino ai tifosi. Proprio per questo motivo un cambiamento strutturale che parta dall’assetto dirigenziale è necessario per instaurare un aurea di cambiamento e di rottura rispetto al passato.

Occorrerà poi al nuovo direttore sportivo e al prossimo allenatore trasferire ai tifosi il messaggio che, pur senza cambiare proprietà, il Milan 2025/26 aprirà un nuovo ciclo e per farlo occorrerà lavoro duro e soprattutto risultati.

Cosa Riserva il Futuro?

Restare fuori dalle competizioni europee potrebbe davvero essere un’opportunità per il Milan? Da un lato, l’assenza di impegni internazionali potrebbe permettere una riorganizzazione più attenta e meno stressante. Dall’altro, il mancato accesso alla Champions League rappresenta un danno economico enorme, considerando il monte ingaggi elevato e gli investimenti fatti.

L’impressione è che il Milan abbia bisogno di una svolta, di una strategia chiara e di una guida tecnica e societaria più solida. Il progetto attuale sembra aver perso credibilità e i tifosi non sono più disposti ad aspettare. Il futuro dei rossoneri dipenderà dalle scelte che verranno fatte nei prossimi mesi, ma una cosa è certa: senza una rifondazione seria e profonda, il rischio è quello di restare intrappolati in una crisi che potrebbe durare più di una stagione.

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