Una serata surreale, una sconfitta che pesa come un macigno e un ambiente sempre più ostile. Milan-Lazio, sfida chiave della ventisettesima giornata di Serie A, si è trasformata nell’ennesima notte da incubo per i rossoneri, travolti non solo dal risultato ma anche dall’insofferenza del proprio pubblico.
Già dal prepartita si respirava un’aria tesa a San Siro. La lettura della formazione non ha ricevuto alcuna risposta dai tifosi, mentre gli striscioni sono stati appesi girati al contrario, un segnale forte di protesta nei confronti della squadra e della società. Il cuore pulsante del tifo rossonero, la Curva Sud, ha messo in atto uno sciopero silenzioso: fino al quindicesimo minuto del primo tempo, il settore centrale è rimasto deserto. Solo allora gli ultras hanno preso posto, ma non per sostenere la squadra, bensì per scandire cori di contestazione come “Indegni” e “Il Milan ai milanisti“.
La contestazione della curva Sud del Milan e i fischi di San Siro
Se il clima era già teso sugli spalti, sul campo la situazione non è stata migliore. Già nei primi sei minuti di gioco, dopo due occasioni per la Lazio, il resto dello stadio ha iniziato a fischiare ogni retropassaggio, ogni errore, ogni indecisione. La pressione ambientale ha avuto un impatto evidente sulla squadra, che ha mostrato insicurezza e gambe pesanti. Anche Rafael Leao ha avuto un acceso confronto con un tifoso in tribuna, segno di un nervosismo crescente.
Theo Hernandez nel mirino della critica
La contestazione non ha risparmiato nessuno, nemmeno uno dei senatori dello spogliatoio. Theo Hernandez, che contro la Lazio ha raggiunto le 250 presenze in rossonero, è stato fischiato già alla lettura delle formazioni e poi durante la partita. Il francese è apparso irriconoscibile, protagonista di errori difensivi clamorosi. L’episodio più emblematico è stato il rosso rimediato da Pavlovic, causato da una sua indecisione difensiva che ha spalancato la strada a Isaksen. Il contratto del terzino scade nel 2026, ma l’assenza di trattative per il rinnovo e il calo di rendimento lasciano presagire un addio imminente.
Il Milan incassa la terza sconfitta consecutiva, certificando un momento drammatico. La squadra di Sergio Conceiçao, al netto della Supercoppa italiana vinta a gennaio, non ha dato segnali di crescita e sembra ormai priva di identità. L’ultima volta che i rossoneri avevano vissuto una crisi simile era il gennaio-febbraio 2023, quando proprio la Lazio aveva inaugurato un periodo buio sotto la gestione Pioli. Oggi la storia si ripete, con un Milan in caduta libera, un pubblico ormai disilluso e un futuro sempre più incerto. Il Meazza si è svuotato in fretta al fischio finale, forse con la stessa rapidità con cui la squadra avrebbe dovuto giocare. Ma il Milan di oggi, purtroppo, non sembra capace nemmeno di questo.
Il coro della Curva del Milan: “Cardinale devi vendere”

Sicuramente però la palma di soggetto più contestato dalla tifoseria è Gerry Cardinale, numero uno di Red Bird e proprietario del Milan. La curva ha rivolto cori costanti e inequivocabili nei confronti del manager americano: “Cardinale devi vendere, vendere, vattene!”.
Appare infatti chiaro che il tifo rossonero si sia concentrato principalmente al vertice della priamide per poi coinvolgere a cascata tutti gli altri ruoli, compresi dirigenza, tecnico e giocatori.
L’addio di Maldini l’inizio della fine
Tra le fasce di nervi maggiormente scoperti c’è sicuramente la decisione che ha portato due stagioni fa la proprietà ad esonerare Paolo Maldini, figura ovviamente di spicco all’interno dell’ambiente rossonero. Proprio quella decisione contestata è stata ben interpretata dallo striscione esposto dalla Curva con su scritto “Il Milan ai milanisti”.
Seppure è difficile ipotizzare un ritorno di Maldini sotto l’attuale proprietà, il suo nome continua a circolare nelle discussioni tra tifosi nell’indicare l’inizio del “tracollo”.