Theo Hernandez

Critiche a Theo Hernandez: persino Van Basten lo definisce un “biscottaio”

MILAN, ITALY - FEBRUARY 18: Theo Hernandez of AC Milan leaves the pitch after receiving a red card for diving during the UEFA Champions League 2024/25 League Knockout Play-off second leg match between AC Milan and Feyenoord at San Siro Stadium on February 18, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Theo Hernandez furiosamente criticato non solo dai tifosi ma anche dagli addetti ai lavori. Un ex Feyenoord lo chiama “idiota”, Boban lo strapazza.

Il Milan dice addio alla Champions League con una clamorosa eliminazione, frutto di una serie di errori individuali e scelte discutibili che hanno compromesso il cammino europeo dei rossoneri. Se le prestazioni globali a Zagabria e nella gara di andata contro il Feyenoord avevano già mostrato delle crepe, sono stati due cartellini rossi nelle partite chiave a segnare la fine del percorso milanista nella massima competizione europea.

L’autosabotaggio rossonero: da Musah a Theo Hernandez

L’uscita di scena del Milan non può essere ridotta a un singolo episodio, ma la tendenza all’autosabotaggio è stata evidente. In Croazia contro la Dinamo una prestazione indecorosa unita a un’espulsione evitabile di Yunus Musah ha lasciato il Milan in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo. Uno scenario simile si è ripetuto nella decisiva sfida contro il Feyenoord, con Theo Hernandez protagonista di un altro errore grave. Il francese, con due ammonizioni evitabili, ha lasciato la squadra in dieci proprio nel momento in cui il Milan controllava la gara, spianando la strada alla rimonta olandese.

Le critiche feroci a Theo Hernandez

Il comportamento di Theo Hernandez ha sollevato critiche durissime da più fronti. Marco van Basten, intervenuto a Ziggo Sport, ha usato parole pesanti per definire il difensore rossonero, definendolo un “biscottaio di prima classe”, un termine olandese che indica una persona poco brillante o, in termini più diretti, un “pirla”. Ancora più duro Pierre van Hooijdonk, ex stella del Feyenoord, che ha descritto il terzino come un “idiota” per il suo intervento che ha cambiato il corso della partita.

Anche in Italia, i giudizi non sono stati teneri. Zvonimir Boban, dagli studi di Sky Sport, ha attaccato senza mezzi termini l’atteggiamento del giocatore: “Theo lo fa da anni, mi stupisce che nessuno lo abbia corretto. La seconda ammonizione è indecente, antisportiva. Da inizio stagione vediamo un Theo abulico, che non difende più come prima. Moralmente è grave, perché lo fai? Cos’è questa simulazione?” Un’analisi spietata che mette in evidenza il declino del rendimento del laterale francese rispetto agli anni precedenti.

Milan più forte o troppo smantellato?

Al termine della partita contro il Feyenoord, un botta e risposta tra Zlatan Ibrahimovic e Zvonimir Boban ha acceso il dibattito sul valore attuale del Milan rispetto a quello che ha vinto lo Scudetto. Il dirigente rossonero ha sorpreso molti dichiarando che l’attuale squadra “è il doppio più forte” rispetto a quella che ha trionfato in Serie A. Boban, invece, ha ribattuto sottolineando come la squadra campione d’Italia avesse un centrocampo solido con Bennacer, Kessié e Tonali, mentre oggi mancherebbe l’equilibrio necessario per competere ad alti livelli.

L’ex dirigente rossonero ha inoltre evidenziato la mancata costruzione di una squadra più competitiva: “Quella squadra ha vinto lo scudetto ed è arrivata in semifinale di Champions. Gimenez e Walker sarebbero stati top, invece di tutti questi altri acquisti”. Parole che mettono in discussione la strategia di mercato del Milan e alimentano i dubbi sulla reale crescita della squadra.

Un futuro tutto da scrivere

L’eliminazione dalla Champions League lascia il Milan di fronte a molte domande e poche certezze. Gli errori individuali hanno pesato in maniera determinante, ma il problema sembra essere più profondo. Il Milan è una squadra che fatica a ritrovare la sua identità e una dirigenza che dovrà riflettere su come ricostruire un progetto vincente. Il futuro dei rossoneri in Europa, per ora, si ferma qui.

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