Fabio Capello, ex allenatore di successo e oggi apprezzato opinionista televisivo, ha rilasciato una lunga intervista a La Stampa, toccando diversi temi legati alla sua carriera e al calcio moderno. Tra le sue dichiarazioni più interessanti, ha parlato delle sue passioni calcistiche da bambino, della sua filosofia sui successi ottenuti e di quali allenatori attuali si avvicinano maggiormente al suo stile.
Dal tifare Juve al legame con il Milan

Capello ha rivelato per chi tifava da bambino e per chi fa il tifo oggi. “Da piccolissimo per la Juve, poi visto che devo tutto a Berlusconi, che mi ha scoperto mentre lavoravo dietro una scrivania, ovviamente per il Milan” ha raccontato l’ex tecnico rossonero. Il legame con il club di via Aldo Rossi è stato ed è tuttora fortissimo, con Capello che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del Milan.
Un palmarès impressionante
Alla guida del Milan, Capello ha conquistato quattro Scudetti (1991-92, 1992-93, 1993-94, 1995-96), una Champions League (1994), una Supercoppa Europea (1994) e tre Supercoppe Italiane (1993, 1994, 1995). Un palmarès che lo colloca tra i tecnici più vincenti della storia rossonera. Eppure, quando gli viene chiesto dove siano finiti tutti questi trofei, Capello sorprende: “Stanno in un baule. Dev’essere la storia e devono essere gli altri a ricordare”.
Lo sguardo sempre rivolto al futuro
Nonostante i numerosi trionfi, Capello non si adagia sugli allori: “Penso invece alle cavolate che ho fatto e che vorrei cambiare. […] I successi passano, io preferisco guardare al giorno dopo. […] Mai fatto i conti, mi ricordo più quelli che ho perso“, racconta con un sorriso. Un atteggiamento che dimostra la mentalità vincente e autocritica dell’ex allenatore, sempre attento a migliorarsi e a imparare dagli errori.
I tecnici di oggi in cui si rivede

Guardando al calcio moderno, Capello ha individuato due allenatori in cui si rivede maggiormente. “Tra gli stranieri dico Klopp. Da noi per la gestione di sicuro Gasperini e anche come idee. Sono d’accordo con quasi tutte le decisioni che prende”. Due tecnici noti per il loro carisma, la capacità di valorizzare i giocatori e l’intensità del loro gioco, caratteristiche che hanno segnato anche l’epopea di Capello.
Un’eredità che va oltre i trofei
Le parole di Capello confermano la sua grandezza non solo come allenatore ma anche come uomo di calcio. Il suo pensiero va oltre i trofei, mirando sempre al miglioramento continuo e al futuro. Un esempio ce lo fornisce proprio nel commento, rilasciato qualche giorno fa, sul Milan di Conceicao.
“L’entusiasmo per il mercato è comprensibile, ma il Milan deve ancora trovare un’identità di squadra. La Fiorentina, con il suo momento di forma, potrebbe rendere difficile la corsa alla Champions per Juventus e Milan”.
Un commento realista che non si lascia prendere da facili entusiasmi, come quelli derivanti dal mercato sontuoso dei rossoneri a gennaio. L’ex tecnico reputa che ora la responsabilità sia tutta sulle spalle di Conceicao che già contro il Feyenoord potrebbe schierare un Milan spregiudicato con ben 4 attaccanti in campo.