Sergio Conceicao ha avuto un ruolo importante anche nel mercato in entrata e in uscita del Milan. Vediamo perché e soprattutto come.
Il Milan ha potenziato enormemente il proprio reparto offensivo in questa sessione di mercato invernale. Scelte che i dirigenti, a loro dire, hanno condiviso con il tecnico arrivato lo scorso dicembre in sostituzione di Paulo Fonseca.
Una mossa che sicuramente avvicina la fisionomia del Milan a quella del suo attuale tecnico, privato di tutta la campagna estiva, ma che non potrà ancora rispecchiare appieno le sue idee di calcio. A parte le questioni relative alla preparazione atletica e tattica, che ogni allenatore applica a luglio e agosto, Conceicao nella restante parte di stagione non solo è un tecnico in corsa ma anche “in rincorsa” delle squadre che precedono il Milan in classifica.
La rincorsa al quarto posto
La situazione in Serie A per il Diavolo è infatti assai complicata con un settimo posto che significherebbe catastrofe dal punto di vista mediatico ed economico. L’obiettivo prefissato da proprietà e dirigenza all’allenatore è chiaro: arrivare tra le prime 4, target attualmente lontano 7 punti.
Proprio per questo motivo Conceicao non avrà il tempo di pensare all’equilibrio, al bilanciamento di difesa e centrocampo, ma dovrà mettere in campo una squadra spregiudicata, come il percorso che dovrà compiere. Il Milan della seconda parte di stagione 2024/25 giocherà con quattro attaccanti (Leao, Felix, Gimenez e Pulisic) più per esigenza che per idee calcistiche del tecnico portoghese. Nel 4-4-2 mostrato al Porto infatti Conceicao aveva sì un esterno di spinta da un lato (Leao come Luis Diaz), ma anche un equilibratore (una sorta di Musah/Eustaquio al Porto) dall’altro.
Coraggio e compromesso
Non è escluso che in alcune partite sarà proprio l’ex Valencia a giostrarsi sulla destra, ma come detto il Milan ha bisogno di correre e fare punti. Per questo motivo Conceicao avrà il dovere di spingere sull’acceleratore mettendo in campo, sì, il suo 4-4-2 ma in maniera un po’ più offensiva del normale.
Uno sbilanciamento non di poco conto ma che avvicina comunque il nuovo Milan del 2025 a quello voluto, già dal giorno del suo insediamento, dall’allenatore portoghese. Il tecnico in più di un’occasione aveva annunciato alla stampa la propria volontà di puntare sul modulo a lui più congeniale (il 4-4-2), serviva solo aspettare gli interpreti giusti, Ma come fare ad ottenerli?
Possiamo parlare di liti strumentali?
Davide Calabria esteve no Milan por 18 épocas consecutivas, desde os sub-13, e não escondeu as lágrimas no momento da saída para o Bologna.pic.twitter.com/YcouNOxObL
— B24 (@B24PT) February 1, 2025
Per ottenere ciò Conceicao, non certo uno sprovveduto, ha dovuto forzare la mano anche in alcune situazioni relative alla gestione (o meglio dire non gestione) dell’ambiente. Non è impensabile pensare che la lite avvenuta proprio al centro di San Siro sotto lo sguardo di 80 mila persone con Calabria sia stata utilizzata dal tecnico per forzarne l’addio.
Al posto dell’italiano è poi arrivato Kyle Walker, profilo molto apprezzato dal tecnico, che però al contempo doveva liberare anche un posto in attacco. Per farlo Conceicao ha utilizzato il medesimo modus operandi, “inscenando” una lite con Morata tra le mura di Milanello pochi giorni prima della sua cessione al Galatasaray.
Un modo per dire “qui non sei apprezzato” favorendone così l’addio. Conceicao ha dunque lavorato sul mercato in uscita del Milan quasi al pari della dirigenza, che poi ha fatto la sua egregia parte per quanto riguarda le negoziazioni in entrata con Gimenez, Joao Felix, Bondo e Sottil.
Il caso Bennacer-Conceicao

Un atteggiamento quello di Conceicao che sembra non aver mai intaccato i giocatori da lui più apprezzati come Maignan, Theo Hernandez, Rafael Leao, Pulisic o i vari Fofana e Reijnders, ma che tuttavia ha rischiato di generare instabilità trasversali all’interno dello spogliatoio. Una dimostrazione in questo senso l’ha fornita Bennacer, un giocatore che il tecnico ha tentato di valorizzare sin dal primo giorno, ma che sembra aver sofferto il carattere duro e spigoloso del proprio allenatore.
Dopo gli addii di Morata e soprattutto Calabria, Bennacer di sua sponte è arrivato ad un duro faccia a faccia con il tecnico nel post-derby. Il movente principale è stata la sostituzione avvenuta poco dopo l’intervallo dell’algerino, ma la verità è che alla base c’era un rapporto mai sbocciato e la voglia di cambiare aria.
Tutte dinamiche, quelle elencate, apparentemente contorte ma che nel mondo del calcio sono fin troppo normali, un gioco delle parti in cui tutti lavorano per i propri interessi. Parentesi Bennacer a parte, Conceicao ha lavorato per le sue idee e oggi si trova tra le mani una creatura più a sua immagine e somiglianza.
Il rapporto di Conceicao con Mendes

Santiago Gimenez, Bondo e Sottil sono a tutti gli effetti operazioni create e portate avanti da Ibra, Moncada e Furlani in questa sessione di gennaio. Discorso diverso invece per Joao Felix, mai realmente nei radar della dirigenza fino all’intromissione di Jorge Mendes.
Sarebbe infatti stato proprio l’agente di Conceicao a proporre al Milan l’operazione Joao Felix, altro suo assistito. Il motivo per cui la dirigenza rossonera non si era mai mossa per il portoghese riguardava l’impensabilità di poter arrivare a lui a costi quanto mai ridotti. Eppure il lavoro diplomatico di Mendes e la spinta di Conceicao hanno permesso al Milan di ottenere il giocatore anche se in una formula poco in linea con la politica di Red Bird: prestito secco oneroso.
Possiamo dunque dire che dietro il mercato in uscita e in entrata del Milan c’è stata la mano di Conceicao. Il tecnico spigoloso che sa bene quello che vuole, ma anche come ottenerlo.