Conceicao è apparso frustrato nella conferenza stampa post Milan-Cagliari affermando che il primo tempo di San Siro è stato il peggiore visto da quando allena.
Il Milan sembra essere ricaduto nei soliti problemi di concentrazione e tenuta mentale dopo l’inaspettato successo arabo venendo fermato dal modesto Cagliari a San Siro. Calabria e Theo hanno fatto sfilare la Supercoppa a San Siro prima del fischio iniziale, ma iniziata la gara l’entusiasmo è sembrato essere passato.
Problemi di mentalità
La domanda sorge spontanea: come può il Milan battere Juve e Inter in rimonta per poi faticare a sbloccare il risultato contro il Cagliari? Il calcio non è un’equazione esatta e tanto si può dire sul gol incassato colpevolmente da Maignan e dagli errori clamorosi sottoporta di Abraham, fatto sta che il Milan contro il Cagliari non è andato oltre l’uno a uno.
La cosa certa è che a mister Conceicao non è piaciuto l’approccio dei primi 45 minuti, anche se quando parla di ‘peggior primo tempo della mia carriera’ si riferisce ovviamente anche all’alto tasso tecnico inespresso della propria squadra.
Sicuramente il tecnico portoghese ha pensato che il successo ottenuto in Supercoppa sarebbe bastato al Milan per iniettare nuova adrenalina nei propri calciatori, ma così non è stato. Il dato più lampante che rispecchia la scarsa aggressività mostrata dal Milan nella prima frazione è quello relativo agli expected goals che nei primi 45 minuti si è attestato ad un quasi nullo 0,36.
Eppure Conceicao la partita afferma di averla preparata bene rimarcando più volte come il Cagliari sarebbe arrivato a San Siro per difendere il pareggio. Tuttavia il suo Milan si è fatto trovare impreparato non riuscendo mai a creare pericoli e, al contrario, rischiano più volte lo svantaggio.
Nuovo test
Ma non è solo l’approccio a preoccupare Conceicao. L’allenatore portoghese non capisce perché la sua squadra non abbia eseguito alla lettera il piano di gioco meticolosamente preparato durante la settimana.
Negli allenamenti a Milanello la squadra aveva infatti dato segnali molto positivi su come attaccare il muro basso sfruttando le seconde palle e facendo pressione alta per evitare i contropiedi.
Eppure, una volta scesi in campo a San Siro, molti titolari non hanno avuto la capacità di mettere in pratica quanto mostrato in allenamento mostrando un Milan ancora una volta impacciato e senza idee.
Un appunto che il portoghese vuole approfondire a fondo, perché da qui in avanti – a partire dalla partita di domani a Como – il Milan non potrà più sbagliare.
Il 4-3-3 non è il modulo giusto? La considerazione di Conceicao

Andando con riferimenti più certi, vi riproponiamo le parole pronunciate da Conceicao dopo il pari con il Cagliari.“Sono allenatore da 13 anni, paragonando la qualità di questo gruppo a quello che abbiamo fatto noi, è stato il primo tempo più debole da quando alleno. Ci è mancato ritmo, qualità, erano tutti davanti alla porta. Abbiamo dovuto trovare riferimenti, profondità e non siamo stati così bravi e intelligenti a questo livello”.
Il tecnico ha anche palesato alcuni dubbi riguardo all’utilizzo del 4-3-3, modulo a dire il vero poco utilizzato dal portoghese in carriera.
“Ci mancava l’ampiezza, e quando avevamo questa ampiezza eravamo troppo fermi, sembrava che stessimo filmando la partita. Leao contro due o tre ha bisogno di supporto e movimenti diversi, lui e Pulisic dall’altra parte. C’è molto lavoro da fare, hai visto bene. È uno dei problemi, non solo quello.”
Una strigliata che Conceicao non ha risparmiato ai giocatori sia in campo che negli spogliatoi. Memorabile in questo senso il suo sbraitare lanciando la giacca nonostante le temperature gelide di Milano.
Il 4-3-3 non è una soluzione da buttare via, ma sarà necessario correggere tutti i difetti che rendono la manovra offensiva prevedibile. Tuttavia non è escluso che già dalle prossime prove, difficile domani con il Como, Conceicao possa decidere di cambiare modulo passando al “a lui più conosciuto” 4-4-2.
Il tecnico portoghese infatti non ha nascosto di voler arrivare il prima possibile all’impiego di due attaccanti, magari anche con l’aiuto del calciomercato.