Il Milan, dopo l’entusiasmo iniziale che ha accompagnato l’arrivo di Sergio Conceicao, si trova ad affrontare una realtà ben più complicata. Nonostante le buone intenzioni del nuovo allenatore, la squadra manifesta problematiche già note, che non risolte in estate e che continuano a persistere nel corso della stagione.
La difesa manca di qualità
I problemi difensivi, la mancanza di qualità in mezzo al campo e l’assenza di un vero attaccante in grado di fare la differenza sono le lacune più evidenti che la società non ha colmato negli ultimi dodici mesi, praticamente dall’inizio della scorsa stagione.
Innanzitutto, la difesa continua a essere il punto dolente del Milan. La squadra sembra soffrire di disattenzioni e di errori evitabili che spesso mettono a repentaglio i risultati. Le sbavature difensive sono frequenti e questo ha un impatto diretto sulle performance complessive della squadra. Già nell’ultima stagione di Pioli, ovvero l’anno scorso, era chiaro che Thiaw, Tomori e Gabbia non potessero sostenere un livello tale da poter puntare a grandi traguardi. LEGGI QUI: Le dichiarazioni di Conceicao sugli attaccanti
Un osservatore obiettivo riscontra questi errori anche nella finale di Supercoppa, quando i centrali del Milan inspiegabilmente concedono il secondo gol a Taremi con un grave errore di posizionamento. Il ribaltamento successivo del risultato è un altro discorso, ma non cambia le considerazioni sulle lacune del Milan. La fragilità in difesa non è una novità, ma la mancata risoluzione di questo problema continua a pesare enormemente.
Centrocampo con pochi ricambi
In mezzo al campo, la situazione non migliora. La squadra fatica a trovare il giusto equilibrio e a costruire gioco con qualità. I centrocampisti non sono riusciti a garantire la giusta distribuzione del pallone e la visione di gioco necessaria per innescare gli attaccanti. La mancanza di un giocatore capace di prendere in mano la squadra e dettare i tempi (fatta eccezione forse per Reijnder in questa stagione) è evidente e si fa sentire particolarmente quando il Milan è costretto a rincorrere il risultato. Le alternative in mediana sono scarse, e il rischio di giocare in una condizione di affanno è sempre dietro l’angolo. Di fatto Reijnders e Fofana stanno facendo gli straordinari da troppo tempo.
Un vero attaccante manca da anni
Un altro problema che affligge la squadra è l’assenza di un attaccante di livello. Nonostante alcuni buoni spunti da parte di alcuni attaccanti, manca una punta di riferimento che sia in grado di fare la differenza in zona gol. La squadra è incapace di finalizzare con continuità. La mancanza di un vero bomber è un vuoto che non è stato colmato. Né nel mercato estivo, né tanto meno in quello di gennaio, che appare ormai destinato a non portare novità di peso. CONTINUA DOPO LA FOTO

Lo stesso Rashford, se dovesse arrivare, nell’ultimo anno e mezzo ha collezionato numeri imbarazzanti e una condizione non ottimale. Per chiarire meglio, l’inglese in questa stagione viaggia sugli stessi numeri di Abraham e Morata (solo un gol in più). E l’anno scorso ha realizzato un terzo delle reti dello spagnolo (il quale ad oggi viene accusato di essere poco concreto sotto porta).
La società, infatti, non ha fatto mercato e sembra che anche durante la sessione invernale non arriverà nessun campione in grado di cambiare le sorti della stagione. L’entusiasmo iniziale per Conceição è stato sostituito dalla consapevolezza che i problemi strutturali sono ben più gravi e non possono essere risolti con semplici aggiustamenti tattici. La stagione del Milan rischia quindi di essere un’altra annata di transizione, in cui le problematiche di fondo continuano a compromettere le ambizioni della squadra.