Meriti a Conceicao ma la vera stagione del Milan è ancora in salita: cosa ha portato Sergio e dove può arrivare da allenatore rossonero.
Sergio Conceicao in meno di una settimana ha ribaltato il Milan rendendolo una macchina non perfetta ma sicuramente efficace. I rossoneri sotto la guida dell’ex Porto hanno ottenuto due successi in rimonta contro due Big (Juventus e Inter) realizzando 5 reti in due partite e subendone 3.
In pochi giorni Conceicao ha vinto un altro derby, cosa non scontata visti i precedenti degli ultimi anni, e soprattutto alzato un trofeo. La Supercoppa italiana non è sicuramente al pari di Scudetto e Champions ma è pur sempre una coppa che si aggiunge in bacheca.
L’ultimo a riuscirsi al Milan è stato Vincenzo Montella nel 2016, un tecnico che a parte quel trionfo di Pechino non ha regalato enormi soddisfazioni. La vittoria della Supercoppa potrebbe dunque non bastare a salvare la panchina di Conceicao che, a fine stagione, è chiamato ad avvicinarsi quanto più possibile alla zona Champions.
Un obiettivo non facile da realizzare vista l’attuale distanza dal quarto posto e che impone ai rossoneri un percorso quasi netto con circa 45 punti da ottenere da qui a fine stagione. Nonostante la vittoria nella “bolla” di Riad, Conceicao non ha ancora avuto modo di dimostrare nulla, perché il campionato non dà soddisfazioni immediate ma è un percorso in cui l’entusiasmo va costruito e mantenuto nonostante la fine sia ancora lontana.
L’effetto Capo-carismatico
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Da questo punto di vista Conceicao è sicuramente l’uomo più adatto a prendere le redini del Milan. A differenza di Fonseca, e al pari di Pioli, Sergio è un uomo che sa veicolare l’entusiasmo di una squadra sapendo indossare i panni del leader e godendo di un’innata abilità nel motivare la squadra sia negli spogliatoi che davanti ai media.
Parallelamente il Milan ha dimostrato di essere composto da giocatori che, se ben motivati, sanno mantenere vivo l’entusiasmo anche sul lungo periodo. Tutti noi abbiamo negli occhi la gloriosa cavalcata Scudetto sotto Pioli e gli ottimi risultati effettuati in Champions l’anno successivo, due “miracoli sportivi” ottenuti proprio ‘surfando’ (vero Leao?) sulla scia dell’entusiasmo.
Questione di letture per Conceicao
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Ma le qualità di Conceicao non finiscono qui. La vera dote del nuovo allenatore del Milan si può racchiudere dentro una frase pronunciata da lui stesso al termine della finale di Supercoppa: “All’intervallo l’allenatore deve intervenire e sistemare le cose, per questo mi pagano”. Proprio le scelte a partita in corsa da parte del tecnico hanno permesso al Milan di ritagliarsi un pezzetto di gloria a Riad.
Il tecnico portoghese, che ha iniziato la gara sulla falsa riga del Milan di Fonseca, nel secondo tempo ha osato cambiando almeno altre due volte l’assetto della squadra. Ogni modifica, effettuata al momento giusto, ha avuto il grande marito di spiazzare gli avversari e cambiare la partita.
Proprio la lettura del momento all’interno della stessa partita è una qualità che a Fonseca è sempre mancata e che Conceicao invece ha. Una dote “Ancelottiana” che Sergio ha saputo mostrare egregiamente nelle prime due partite della sua gestione al Milan, nonostante i pochissimi giorni di esperienza con il gruppo.
Con l’entrata in campo di Leao, ad esempio, il Milan ha spaccato la partita e con l’ingresso di Abraham e Loftus-Cheek Conceicao ha voluto inviare un messaggio chiaro: “Si deve vincere”. La vittoria poi è arrivata senza tuttavia perdere l’equilibrio, anche adottando qualche mossa ‘di fortuna’ come l’accentramento di Pulisic a centrocampo l’arretramento di Loftus-Cheek in difesa.
Perché un allenatore deve fare così, deve saper leggere e gestire il momento. In fondo è per questo che viene pagato.