Onore a Fonseca: ha mostrato di avere più dignità di questo Milan

Ultime 48 ore caotiche al Milan con il cambio di allenatore con l’esonero di Fonseca e la nomina di Conceicao dalla sera alla mattina e ora la partenza per l’Arabia Saudita. 

Proviamo a ripercorrere nono solo gli ultimi due giorni ma l’intera stagione rossonera condita da tanti errori di valutazione e comunicazione, ultimo il triste esonero di Paulo Fonseca. Non è un segreto che già all’intervallo tra i giornalisti presenti aleggiasse la notizia ufficiosa che per il portoghese si trattasse dell’ultima gara in rossonero.

Al termine della partita è stata però sorprendente la conferenza di Fonseca che, sovvertendo i pronostici, ha affermato di sentirsi sicuro del posto e di non aver avuto alcuna comunicazione con la dirigenza. Fonseca è stato mandato per l’ennesima volta in pasto ai giornalisti senza la minima idea di quello che stesse accadendo alle proprie spalle.

Neanche un’ora dopo sarebbe infatti stato lo stesso allenatore a comunicare che la propria avventura al Milan era finita. L’immagine del tecnico che lascia San Siro da solo ha messo tristezza, sì, ma non per lui, bensì per il Milan.

Fonseca è stato un uomo solo

Fonseca infondo ha vissuto al Milan una chance di carriera inaspettata, molto più grande di quanto il suo curriculum meritasse. Ha commesso errori, tanti, ma da giudicare inevitabili quando si sceglie un allenatore della sua caratura. Fonseca ha fatto Fonseca, l’errore è stato aspettarsi di più.

Se da tecnico ha mostrato tutti i propri limiti, sul lato umano Paulo è stato impeccabile in ogni momento. Sin dall’estate Fonseca ha lavorato all’ombra di quello che stava accadendo sopra di lui, ai piani alti. In conformità con quanto detto da Ibrahimovic “Noi prendiamo i giocatori, lui gli allena”, Fonseca a luglio lavora con una squadra e ad agosto se ne ritrova un’altra.

Prendiamo come esempio Kalulu e Saelemaekers, due giocatori su cui Fonseca ha concentrato molte energie e istruzioni in pre-campionato, che poi sono stati ceduti. Al posto del francese il Milan ha preso Pavlovic, giocatore utilizzato solo con il contagocce da Fonseca, mentre al posto dell’esterno belga non è arrivato nessuno.

Emerson Royal e Abraham sono forse i due colpi di mercato più allineati alle esigenze dell’allenatore, che tuttavia ha accettato tutto perché in fondo per lui allenare il Milan era già una vittoria. La distanza con la proprietà e la dirigenza è stata però ogni giorno più ampia con Fonseca che anche nei momenti più difficili, come la gestione dei casi Leao e Theo, si è ritrovato solo a Milanello.

Fonseca indifeso e tenuto all’oscuro

Il tempo ha poi fatto il resto rendendo gli sfoghi di Fonseca quasi grotteschi. Il caso più lampante è avvenuto dopo la sfida con l’Atalanta con le parole dure dette dal tecnico nei confronti dell’arbitraggio a fine partita. Bene, una dirigenza che si rispetti appoggerebbe il proprio tecnico a spada tratta e invece neanche 24 ore dopo il presidente Scaroni prendeva pubblicamente le distanze, nel silenzio generale degli altri dirigenti.

Pochi giorni dopo sarebbe arrivato l’ennesimo schiaffo alla dignità del Milan da parte della dirigenza che, nel giorno dei 125 anni del club, ha deciso di lasciare a Fonseca e ai giocatori i fischi dei tifosi presenti preferendo, loro, entrare da una porta secondaria. Un’immagine che rappresenta perfettamente quella che è stata l’avventura di Fonseca al Milan: un fantoccio da mandare in pasto al posto di se stessi.

Quando Mendes sente l’odore del sangue

Veniamo poi alla partita di ieri e alla decisione del Milan di esonerare Fonseca nello stesso istante in cui il tecnico difende i colori che rappresenta facendosi espellere a causa di un rigore netto non dato. Mentre lui si sporcava le mani e ci metteva la faccia, in tribuna d’onore il Milan chiudeva per Conceicao.

Come detto già, all’intervallo non solo la maggior parte dei giornalisti conosceva il destino di Fonseca ma sapeva già chi l’avrebbe sostituito.  Il grande burattinaio Jorge Mendes aveva già messo in moto i propri fili annunciando in maniera ufficiosa l’accordo tra il proprio assistito (Conceicao) e il Milan, mentre Fonseca negli spogliatoi faceva il proprio lavoro incosciente di tutto.

Il posto più freddo

Quando tutto era fatto, ancora senza uno staccio di parola da parte della dirigenza, Fonseca è stato mandato in conferenza stampa come l’ultimo degli stupidi. Davanti a lui tutti giornalisti che sapevano che non l’avrebbero rivisto il giorno dopo, mentre lui (giustamente) parlava di futuro e Supercoppa.

Un momento surreale e francamente mortificante, che nessuno e soprattutto un uomo retto de professionale come Fonseca non avrebbe mai meritato. E così veniamo all’addio annunciato dal finestrino della macchina.

Pur mantenendo una dignità mostruosa anche in quell’occasione ciò che emoziona di più di questa storia è ancora una volta Fonseca che oggi, a mente fredda, ha voluto dedicare al Milan e ai suoi tifosi un ultimo saluto.

“È giunto il momento di dire addio. Sono orgoglioso di aver lavorato per il Milan e ho sempre dato anima e corpo per onorare la storia e la tradizione di questo grande club”, ha detto Fonseca su X.

“Vorrei ringraziare il mio staff, i giocatori, i tifosi e tutti coloro che mi hanno sostenuto durante il mio periodo al Milan. Auguro al club tutto il meglio per il futuro”. 

Onore a Fonseca che almeno dal punto di vista umano ha dimostrato di essere MOLTO più grande di questo Milan.

 

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