Lo “strano” finale dell’avventura Fonseca al Milan: la ricostruzione

Paulo Fonseca è stato esonerato dal Milan ieri sera sfruttando una clausola prevista nel suo contratto. Scopriamo i retroscena dei fatti di San Siro. 

Da ieri sera Paulo Fonseca non è più l’allenatore del Milan. Per il tecnico portoghese è stato fatale il pareggio di San Siro contro la Roma, nell’ultimo match del 2024, ma soprattutto l’ottavo posto ricoperto dal Milan in classifica, ad otto punti dalla zona Champions.

Tuttavia quanto avvenuto ieri sera tra San Siro ha avuto dei contorni surreali. Partiamo però da Milanello dove in conferenza Fonseca era apparso tranquillo in quanto, a suo dire, nessun confronto con la dirigenza ha lasciato intendere mancanza di fiducia o scenario da ultima spiaggia.

Persino ieri sera a San Siro in conferenza stampa Fonseca ha ammesso di non aver avuto alcun tipo di comunicazione con la dirigenza che, al contempo, proseguo il proprio mutismo mediatico. “Esonero? Non ho parlato con nessuno, non so nulla e non posso commentare perché non è successo niente. Continuerò ad allenare anche in Supercoppa? Sì, non ho niente che mi faccia pensare il contrario”. 

Tutto e il contrario di tutto

Tempo un’ora e le cose al Milan e per Fonseca cambiano radicalmente. Il tecnico è infatti stato fermato dopo la conferenza stampa dal terzetto di dirigenti rossoneri Moncada, Furlani e Ibrahimovic che in una stanza vicina agli spogliatoi di San Siro ha brevemente comunicato al tecnico la decisione della proprietà di sollevarlo dall’incarico di allenatore.

Una decisione che non nasce sicuramente dal nulla, è infatti comprovato che il Milan già da giorni (per non dire settimane) aveva bloccato Conceicao come prossimo allenatore. Ci sentiamo tuttavia di smentire le voci  che parlavano di un tentativo pregresso delle dirigenza di isolare il tecnico al fine di ottenere delle dimissioni volontarie.

La clausola “speciale” nel contratto

Il Milan infatti aveva il potere di esonerare Fonseca nei primi sei mesi di mandato, ha firmato un triennale, garantendogli solo la prima stagione di stipendio. Questo significa che nonostante la scadenza fino al 2027, il Milan non dovrà pagare neanche un euro a Fonseca a partire dal prossimo 30 giugno.

Una clausola contrattuale che il Milan ha deciso di sfruttare prima dell’inizio del nuovo anno comunicandolo a Fonseca solo ieri sera. Secondo la ricostruzione fornitaci da chi era nei pressi del vertice tenutosi a San Siro, il tecnico avrebbe preso atto della decisione senza avanzare importanti rimostranze dimostrandosi ancora una volta un professionista esemplare.

Il rapporto tra Fonseca e la dirigenza

Tuttavia anche questo triste finale sottolinea come la dirigenza del Milan si rifiuti di metterci la faccia liquidando il tecnico scelto in estate dietro le porte di uno stanzone di San Siro e con un comunicato scarno e privo di qualsiasi tipo di dettaglio.

“AC Milan comunica ufficialmente di avere sollevato Paulo Fonseca dall’incarico di allenatore della Prima Squadra maschile. Il Club ringrazia Paulo per la grande professionalità e gli augura il meglio per il futuro”.

Una strategia mediatica, quella della dirigenza, che non è frutto del caso. La decisione di parlare il meno possibile con la stampa e di apparire raramente davanti alle telecamere (salvo obblighi contrattuali) arriva infatti dalla proprietà di Gerry Cardinale. Il Patron di Red Bird, forse per colpa di qualche testata, ha infatti ridotto all’osso gli interventi suoi e dei propri sottoposti ai giornali americani.

Tuttavia a breve toccherà a Conceicao, per lui sei mesi di contratto, ereditare la difficile situazione lasciata da Fonseca e al suo fianco in conferenza dovrebbe presentarsi Ibrahimovic. Per lo svedese sarà l’occasione di fare chiarezza sperando che questa volta smetta di fare il fenomeno da social e si comporti da vero dirigente.

 

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1 Comment

  1. Speravo molto in Ibra ,ancora oggi non ho capito quali sono le sue competenze. Mi ha deluso perché pensavo che il suo arrivo avrebbe fatto svoltare la squadra come era successo nel 2020. Ma evidentemente il suo apporto da giocatore era un conto mentre da pseudo dirigente è stato molto diverso,praticamente una delusione totale

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