Hanno fatto discutere le parole pronunciate da Cardinale, Scaroni, Moncada, Ibrahimovic e Furlani alla Harvard Business School di qualche mese fa, pubblicate però solo lo scorso 11 dicembre.
Ovviamente a suscitare maggiore scalpore sono state le dichiarazioni del Patron di Red Bird che, pur avendo espresso quei pareri alla fine della scorsa stagione, oggi può essere letto con il senno di poi.
1. Controcorrente
Iniziamo con il tema della gestione economica, argomento su cui ci sarà molto altro da dire. Cardinale infatti ha dichiarato come la sua strategia sia quella di rendere il club auto-sostenibile senza rifinanziamenti, politica per lui “sconveniente”.
“Quando abbiamo acquistato il Milan, molti proprietari di squadre sportive americane mi hanno chiamato e mi hanno detto: ‘Sei pazzo’. Hanno detto: ‘Non puoi fare affari in Italia’ e ‘È impossibile fare soldi nel calcio europeo’.
“La maggior parte delle persone che investono in club sportivi lo fanno perché sono emotivamente coinvolti. Mettono i trofei vinti al di sopra di tutto il resto, e questo spesso li porta a commettere l’errore di pensare che spendere troppo per schierare una squadra di stelle sia linearmente correlato alla vittoria. Ma questa è la cosa peggiore che puoi fare come investitore”.
In effetti con queste parole Cardinale sta ammettendo che per lui il Milan è un investimento puramente finanziario e non si lascerà trascinare a “dall’emotività”. Un tipo di politica ovviamente lecita ma molto distante dalla concezione europea di sport.
Cardinale ha chiarito che gli piacciono le sfide, anche se significa andare contro lo “status quo”. Tuttavia, quando parla delle difficoltà che ha incontrato nel calcio italiano e nella burocrazia italiana, non può certo dire di non essere stato avvisato.
2. La guerra tra Cardinale e i media italiani
Il rapporto con i media italiani di Cardinale è praticamente azzerato, a motivarlo è lo stesso numero uno di Red Bird.
“Ho smesso di leggere i giornali qui, perché possono semplicemente inventare tutto. Vedo questo come una catena del valore con componenti diverse. I tifosi fanno il loro lavoro, ma il problema è che la maggior parte degli altri componenti della catena rendono più difficile per noi offrire il meglio ai tifosi.
“I media spesso non aiutano, e nemmeno il governo. Di recente ci hanno tolto i benefici fiscali che ricevevamo quando pagavamo i giocatori, rendendoci ancora più difficile competere con altri campionati. Come ci aiuta questo? Dovrebbero capire che il calcio è una delle maggiori esportazioni italiane”.
Parole dure da parte di Cardinale che spiega così i motivi per cui abbia deciso di comunicare solo attraverso media esteri, non accettando le critiche provenienti dall’Italia. Un clima di sfiducia che ovviamente rende però più distante la sua figura a quella dei tifosi italiani, veri clienti del club.
3. Il nuovo stadio
Uno dei temi su cui RedBird Capital ha concentrato le proprie forze è sicuramente quello riguardante la costruzione di un nuovo stadio di proprietà.
“Costruire stadi in Italia è una sfida: l’ultimo stadio costruito in Italia è stato nel 2011 e aveva 40.000 posti a sedere. Mi piacerebbe vedere uno stadio moderno costruito con 70.000 posti a sedere, ma non stiamo ricevendo molto aiuto dal comune per ottenere le autorizzazioni di pianificazione nella nostra posizione preferita.
“E sto ancora cercando di gestire la discrepanza tra la costruzione di uno stadio in stile americano, che probabilmente costerà oltre 1 miliardo di euro, e l’impossibilità di applicare prezzi in stile americano. È una vera sfida.”
Cardinale è apparso in questa intervista ovviamente frustrato, sentimento che oggi sarà anche peggiorato, considerando che rispetto a quando l’intervista è stata rilasciata le cose non sono cambiate poi così tanto.
Ciò che preoccupa di più i tifosi è sicuramente la parte relativa ai “prezzi in stile americano” che Cardinale vorrebbe adottare nel nuovo impianto. Già nel recente passato la reazione della tifoseria all’innalzamento dei prezzi dei biglietti di Champions ha portato ad una contestazione aperta. Cardinale dunque dovrà lavorare ad un compromesso.
4. Giocare a un gioco diverso per Cardinale
Tornando a parlare delle finanze, Cardinale ha fatto un paragone tra la storia del Milan e quella di un’importante franchigia dello Sport americano.
“Quello che Berlusconi ha fatto con il Milan mi ricorda quello che George Steinbrenner ha fatto con i New York Yankees. Entrambi acquistavano i migliori giocatori del mondo senza badare a spese.
“Negli anni ’80 e ’90 era possibile farlo, ma ora non possiamo più permettercelo. Stiamo competendo con club di campionati più ricchi e non possiamo permetterci di pagare i giocatori quanto loro pagano loro. Dobbiamo spendere ogni dollaro di capitale in modo più intelligente rispetto ai nostri rivali”.
Questi commenti particolari non hanno bisogno di troppe spiegazioni. In effetti Cardinale sta dicendo che i giorni di gloria di 30 anni fa, quando il Milan poteva competere finanziariamente con l’élite europea, sono finiti, e ora devono cercare di operare in modo più efficiente.
Ogni tifoso del Milan vorrebbe vedere il proprio club competere alla pari con i Top Club e, come dimostrato anche in questa stagione, per farlo a più livelli occorre spendere come i propri rivali. Il Milan tuttavia ha mantenuto un basso profilo sul mercato spendendo massimo 20 milioni per il singolo acquisto e oggi si trova all’ottava posizione in Serie A e ancora in ballo per la qualificazione alla prossima fase della Champions League.
5. Combattere una battaglia persa
L’ultimo punto è probabilmente il più contestato dai tifosi in quanto si riferisce proprio a loro. Cardinale ha infatti parlato apertamente di come le ambizioni societarie non vadano di pari passo con quelle di chi il club lo supporta soprattutto a livello emotivo.
“Per i tifosi, il mio lavoro è vincere il campionato italiano ogni anno, lo capisco. Per i miei investitori che sono concentrati sull’apprezzamento dei profitti, il mio lavoro è posizionare l’AC Milan per competere per lo scudetto ogni anno, qualificarsi per la Champions League ogni anno e arrivare il più lontano possibile in Champions League ogni anno.
“Questo è ciò che massimizza il flusso di cassa e il valore del marchio. È la coerenza e la minore ampiezza della volatilità delle prestazioni che massimizza il valore e, in definitiva, la longevità”.
Da un lato, è consapevole che i tifosi pretendono il successo, soprattutto dopo la vittoria dello Scudetto due anni e mezzo fa.
D’altro canto però Cardinale rappresenta un gruppo di investitori che si preoccupa principalmente del Milan come asset aziendale, e la sua responsabilità nei loro confronti è quella di fornire risultati finanziari.
Ciò che preoccupa è che Cardinale ha chiarito come il suo principale obiettivo sia quello di accontentare i propri investitori. Una strategia che si rispecchia mestamente sul campo dove il Milan si trova a metà stagione già fuori dalla lotta Scudetto.
Non c’è dubbio che frasi come “flusso di cassa” e “valore del marchio” alienino i tifosi che preferirebbero sentire parlare del proprio club come di un’entità viva e pulsante piuttosto che considerarlo poco più di un foglio di calcolo.
Va tuttavia ricordato tuttavia come Cardinale abbia espresso questi pareri parlando con un interlocutore (la Harvard Business School) a cui interessava unicamente la visione finanziaria del club e le sue parole sono dunque giustamente molto focalizzate su questo tema.
Dall’altra parte nessuno può dire di essere sorpreso da quanto affermato da Cardinale che in ogni intervista ha sempre ammesso come il Milan per lui sia principalmente un investimento da far fruttare, come farebbe ogni Fondo.