I nomi per il post-Fonseca: esaminiamo i pro e i contro

Il Milan ha ormai irrimediabilmente compromesso la propria corsa allo Scudetto e ora deve rivalutare i propri obiettivi stagionali. Basterebbe questo per esonerare Fonseca? Analizziamo i pro e i contro. 

Il tecnico portoghese è arrivato al Milan non senza contestazioni, un po’ come accaduto in passato con Pioli, ma ha subito dimostrato grande ambizione presentando un progetto offensivo e basato sul “dominio del possesso”.

Una dichiarazione di intenti sicuramente non rispettata nei fatti ma che ha comunque portato anche a risultati interessanti anche se estemporanei come la vittoria nel derby contro l’Inter e il prestigioso successo di Madrid contro il Real.

Due vittorie convincenti ma troppo isolate nel contesto di una stagione più ricca di bassi che di alti,  soprattutto contro le squadre di medio livello. Un andamento a livello di prestazioni e risultati che ci pone oggi davanti ad una domanda: è giusto cambiare ora?

Perché NON esonerare Fonseca dal Milan

Come detto sotto la guida di Fonseca il Milan ha giocato anche gare esaltanti come le già citate vittorie contro Inter e Real, ma anche il dilagante 6-1 con il Sassuolo in Coppa Italia. Tre partite che lasciano, anche sul palato dei più critici, il sentore che qualcosa di buono ci sia.

Esaltazione dei singoli

 (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Seppur non abbia ancora trovato l’equilibrio tanto desiderato, Fonseca ha fino ad ora rispettato le proprie idee dimostrando coraggio e abnegazione. La fase difensiva, escludendo le palle inattive, sembra essere migliorata e sotto la sua guida sono molti i giocatori che hanno trovato il giusto collocamento in campo.

Pulisic, Reijnders, Musah, Fofana e non ultimo Rafael Leao stanno giovando della “cura” Fonseca, cinque titolari che hanno visto crescere il proprio valore di mercato negli ultimi mesi. Una crescita sicuramente non omogenea per tutti, soprattutto per Leao che ha dovuto subire diverse “strigliate” prima di riuscire ad alzare il livello delle proprie prestazioni.

L’andamento in campionato

Come detto il Milan oggi si trova a 12 punti dal primo posto occupando solo la settima posizione in campionato. Un risultato insufficiente da qualsiasi punto di vista ma che va analizzato nel dettaglio.

Per quanto riguarda il divario dal primo posto occorre dire che anche la passata stagione e quella prima ancora il Milan si trovava molto dietro a livello di punti dalla vetta. Napoli e Inter nelle ultime due annate hanno fatto il vuoto dominando di fatto il campionato.

Nella passata stagione il Milan dopo 15 giornate occupava, sì il terzo posto, ma potenzialmente lo stesso distacco dalla vetta: 9 punti. Nella stagione 2022/23 le cose non erano diverse con il Milan che vedeva il Napoli sovrastarla di 8 lunghezze, seppur ricoprendo il secondo posto. La differenza con il recente passato per i rossoneri non la fanno dunque i punti di distacco dalla vetta ma il numero di squadre che la precedono in classifica.

In questo senso va ricordato che i rossoneri  hanno disputato una gara in meno rispetto a quasi tutte (l’Inter ne ha lo stesso numero) le squadre che la precedono in classifica. Un successo in casa del Bologna nel recupero potrebbe portare il Milan a 9 punti dall’Atalanta capolista, a due dalla Juventus e soprattutto a “solo” sei dalla Fiorentina quarta.

La squadra di Palladino, così come la Lazio di Baroni, sono le sorprese di questo avvio di stagione ma difficilmente riusciranno a tenere questo passo fino alla fine. Per questo sei punti di distanza da loro potrebbero essere facilmente recuperabili nel corso dell’annata.

L’andamento in Champions

Se in campionato l’andamento del Milan di Fonseca spingerebbe senza dubbio all’esonero, in Champions il Milan si trova in una posizione comoda potendo contare su un calendario alla portata che potrebbe spingerlo agilmente alla prossima fase.

Un risultato non scontato considerando anche le difficoltà dimostrate da numerose big con la nuova formula della competizione europea. City, Real Madrid, Psg e Juventus sono tutte squadre attualmente dietro il Milan in classifica e confrontando i calendari di chi sta davanti con quello dei rossoneri, non è escluso che se ne possano aggiungere altre.

Inoltre il Milan in gara secca ha dimostrato di poter essere imprevedibile potendo sia cedere in pochi minuti (come visto con il Liverpool) o sfornare la gara della vita come al Bernabeu o nel derby. Non è un segreto che il calcio di Fonseca si sposi molto di più con il contesto europeo che con quello italiano, dove le squadre tendono a chiudersi piuttosto che giocare a viso aperto.

In conclusione

Per concludere in questo momento il Milan fa bene a confermare Fonseca sulla propria panchina, un tecnico con delle idee chiare anche se ancora solo parzialmente applicate. In questo senso cambiare progetto tecnico oggi significherebbe rendere ufficialmente questi mesi “tempo sprecato” tuffandosi inoltre in un rebuild che sarà necessariamente difficoltoso considerando il calendario fittissimo.

Fonseca non è necessariamente il miglior tecnico su piazza e forse neanche il migliore per il Milan, ma c’è e va lasciato lavorare fino in fondo e poi a fine stagione, a bocce ferme, si valuterà il suo operato.

Perché è giusto esonerare Fonseca dal Milan

Il Milan alla quindicesima giornata si trova a 12 punti dalla vetta, seppur con una partita in meno, ma soprattutto sei squadre che la precedono in classifica. Per il Diavolo dunque a rischio non c’è solo l’obiettivo massimo di vincere lo Scudetto ma anche quello minimo di qualificarsi in Champions.

Rischio troppo grande

Trovarsi dopo 15 giornate ad inseguire squadre come Fiorentina e Lazio distanti 9 punti dai rossoneri è la dimostrazione che il progetto tecnico sia già fallito. Il Milan è infatti arrivato secondo in scioltezza lo scorso campionato e ora, dopo il cambio di allenatore, si trova quasi fuori anche dalla zona Europa League.

All’imbarazzo scaturito da questo dato incontrovertibile a Fonseca va anche attribuito un altro grande problema, quello di non aver ancora dato un chiaro segnale di crescita. La sconfitta contro l’Atalanta ha dimostrato come il tecnico portoghese non sia stato in grado in 3 mesi di mettere una pezza alla disastrosa difesa sui calci piazzati.

Già lo scorso settembre il Milan usciva con le ossa rotte dalla gara di San Siro contro il Liverpool con due gol incassati in fotocopia, esattamente come venerdì sera al Gewiss Stadium.

La fase difensiva

Calci piazzati a parte, la fase difensiva del Milan ancora a metà stagione è un’incognita. La squadra, seppur con qualche aggiustamento, ha subito gol identici talvolta in modo tragicomico come visto in casa dello Slovan Bratislava.

Al contempo questa incostanza nella propria metà campo non ha mai portato ad un giovamento particolarmente esaltante della fase offensiva. Il “Milan dominante” tanto decantato da Fonseca è esistito solo a parole finendo spesso per perdersi nella confusione generata da continui cambi di moduli e assetti.

Le alternative a Fonseca sono tutte più prestigiose

Sarri Terzic

L’ultimo ma non insignificante punto per cui Fonseca andrebbe esonerato subito riguarda il fatto che tutte le possibili alternative rappresenterebbero un upgrade per il Milan. Il tecnico portoghese si presentava come un underdog e purtroppo per i rossoneri lo è rimasto.

Al contrario chi meriterebbe una panchina e sta invece sul proprio divano è gente come Maurizio Sarri, Massimiliano Allegri e l’ex finalista di Champions Terzic. Tutti profili che metterebbero Fonseca in cattiva luce anche solo sfogliando il curriculum.

Ora o mai più

Il Milan oggi è ad un bivio: chiudere la stagione con Fonseca o rimediare ai propri errori esonerandolo. Oggi Sarri, Allegri e Terzic potrebbero ancora avere il tempo di mettere una pezza alla stagione del Milan ma tra qualche mese non più.

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