De Ketelaere, Maldini, Kalulu e Adli stanno convincendo in questa stagione, cosa che il Milan ancora fatica a fare. Analizziamo il mercato in uscita dei rossoneri.
Il mercato del Milan in estate è stato, in parte giustamente, giudicato sul fronte degli arrivi più che su quello delle cessioni. In entrata i rossoneri hanno aggiunto pezzi oggi fondamentali come Fofana, Reijnders e Morata, ma anche acquisti alquanto “rivedibili” come Abraham, Emerson Royal e Pavlovic.
Ma il vero disastro i rossoneri, lo possiamo dire oggi con il senno di poi, l’hanno compiuto nel mercato in uscita privandosi di giocatori come Kalulu, De Ketelaere (riscattato), Adli, Maldini e persino Vasquez mantenendo ad esempio “sul groppone” i costosi bidoni Ballo-Toure e Origi che insieme portano la società a spendere praticamente a vuoto 5,5 milioni di euro di ingaggio l’anno.
Daniel Maldini dal Milan al Monza
Questa analisi arriva, come detto, con il senno di poi ma è altresì vero che alcune delle operazioni compiute sul mercato in uscita dal Milan in estate hanno già lasciato qualche dubbio. Il più eclatante è forse Daniel Maldini che è stato ceduto al Monza a titolo gratuito, in cambio della sola percentuale (50%) sulla futura rivendita.
Pur essendo impossibile tralasciare il peso che ha a livello storico vedere un Maldini lasciare il Milan, ci appare chiaro come la cessione di Daniel sia stata una “forzatura” forse dettata dalla precedente rottura tra il padre e il club. A prescindere dal cognome, l’italiano è infatti un 23enne nato e cresciuto nel settore giovanile rossonero, con esperienza in Serie A e che la passata stagione ha tenuto una media-gol di una rete ogni 81 minuti (4 in 11 gare).
Sarebbe forse bastato anche solo questo per permettere al Milan di ottenere qualcosa di un po’ più sostanzioso dalla sua cessione? Ma qui entra in gioco la clausola…
Percentuale sul futuro, ma il presente?
Il Milan infatti, pur ricevendo pochi spiccioli (meno di un milione) dal Monza, si è assicurato la metà della prossima cessione di Maldini, sullo stile di quanto fatto in passato con Pessina. Un’operazione che un domani potrebbe anche essere lungimirante ma che cozza con il bisogno che OGGI il Milan ha di un giocatore come Daniel.
Il neo-convocato da Spalletti in Nazionale, altro punto da tener conto, gioca infatti trequartista e sarebbe potuto essere una perfetta alternativa a Pulisic, oggi unico a poter ricoprire quel ruolo. Tralasciando l’incomprensione di Fonseca e la dirigenza in sede di mercato, appare chiaro a tutti come Loftus-Cheek e Musah non siano riserve affidabili perché dotate di caratteristiche diverse. E dunque mentre il Milan oggi si trova ad annaspare tra mille moduli e adattamenti al settimo posto in classifica, Daniel si prende la maglia azzurra pur giocando in una squadra mediocre.
Pierre Kalulu dal Milan alla Juventus
Qui l’analisi è ancora più facile: la difesa del Milan è un colabrodo e la caccia spasmodica, secondo i media, di un difensore che possa risolvere tutto a gennaio è quasi comica. A fargli assumere questi contorni è stata la fretta con cui i rossoneri hanno cercato di disfarsi di Kalulu in estate, per poi accettare un’offerta neanche così conveniente da parte di una rivale come la Juventus.
Kalulu è stato uno dei principali artefici dell’ultimo Scudetto vinto dal Milan con Pioli, l’acquisto dell’anno considerando quanto speso (appena 1,3 milioni) che è diventato nel giro di una stagione titolare e Campione d’Italia. Nelle stagioni successive Pierre ha tenuto comunque un buon rendimento finendo però poi per perdere la titolarità anche a causa di diversi infortuni.
Ma si tratta pur sempre di un classe 2000, un anno in meno di Gabbia e due di Tomori, ceduto in fretta e furia al peggior offerente in cambio di 3,3 milioni di euro di prestito oneroso. Come per Maldini, anche in questo caso entra in gioco la futuribilità dell’operazione ancora meno aleatoria rispetto a Daniel.
Riscatto che conviene solo alla Juve
Dalla cessione di Kalulu infatti il Milan può ancora ricevere, in caso di riscatto dei bianconeri, 14 milioni più altri tre al conseguimento di determinati risultati. Una somma che porterebbe in cassa, se tutto andasse bene, 20 milioni.
Più o meno quanto il Milan ha speso per prendere in estate Pavlovic, un difensore sicuramente futuribile, ma che oggi porta in dote al Diavolo la peggior difesa degli ultimi 10 anni alla voce “gol subiti”. Al contempo invece il francese alla Juve sembra essere tornato “quello di una volta” sfornando prestazioni convincenti in serie, sia come centrale che come terzino. Un rinforzo utilissimo alla causa bianconera gentilmente concesso dal Milan, che oggi vede la valutazione di Kalulu lievitare sempre più rapidamente.
Yacine Adli dal Milan alla Fiorentina
Il francese è invece il vero “casus belli” che mi ha spinto a scrivere questo pezzo. Bistrattato da Pioli prima e Fonseca poi, l’ex Bordeaux si è preso la sua rivincita con la maglia della Fiorentina dove sta dimostrando di essere un playmaker coi fiocchi.
Autore già di tre gol, di cui uno molto bello fatto proprio al Milan, e altrettanti assist, Adli è il volto della Viola di Palladino vera sorpresa del campionato in quanto quarta in classifica con 9 (NOVE) punti in più dei rossoneri.
In questo caso quanto incassato dal Milan dalla sua cessione è 1,5 milione di euro di prestito oneroso a cui si potrebbero aggiungere 13 in caso di riscatto dei Viola. Poco meno di 15 milioni, che è più o meno quanto i rossoneri dovrebbe spendere per colmare il prevedibile vuoto lasciato a centrocampo sia dalla partenza del francese che dall’infortunio di Bennacer.
Quindi prima di pensare alla “moneta” pensiamo che dalla cessione di Adli, e non solo, il Milan non solo ha guadagnato quasi nulla ma ha già “quasi perso” i principali obiettivi della stagione, ovvero Scudetto e qualificazione in Champions.
Con questo non intendiamo dire che la cessione di Adli (così come quella di Maldini o Kalulu) non potesse starci, ma se fatta al giusto prezzo e soprattutto se sostituito degnamente.
Charles De Ketelaere dal Milan all’Atalanta
Veniamo a quello che riteniamo essere l’errore meno grave compiuto dalla dirigenza, che per altro questa operazione l’ha “ereditata”. Di fatto però i 34 milioni spesi dal Milan di Maldini e Massara per De Ketelaere erano già una “tragica” vicenda a cui Moncada e Furlani hanno provato a mettere una pezza.
Pezza che si è rivelata essere anche in questo caso un prestito oneroso con diritto di riscatto esercitato dall’Atalanta, per un incasso totale di 22 milioni di euro. Ad un anno di distanza da quell’operazione occorre però fare i contri con la realtà.
De Ketelaere oggi di milioni non ne vale poco più di 20 ma 34 (fonte transfermarkt), la passata stagione ha vinto l’Europa League da protagonista e oggi in Champions fa la voce grossa con due gol e quattro assist in 5 gare. Se poi a questo aggiungiamo che l’Atalanta oggi è seconda in classifica mentre il Milan è settimo con 9 punti in meno ci viene da chiedere: ma non è che poi a sbagliare sia stato chi non ha puntato in lui?