Il Milan sta attraversando una stagione di grande incertezza, con errori strategici che stanno mettendo a rischio non solo il presente, ma anche il futuro del club. Le decisioni prese in sede di mercato, l’operato del proprietario Gerry Cardinale e la scelta del nuovo allenatore Paulo Fonseca stanno sollevando dubbi tra i tifosi e gli addetti ai lavori. Ecco perché il Milan rischia di mancare la qualificazione alla prossima Champions League, un obiettivo fondamentale sia per il prestigio che per le finanze del club.
Perché Royal?
Uno dei principali errori è stato l’acquisto di Emerson Royal. I tifosi erano stati molto critici fin dall’inizio e anche molti addetti ai lavori erano dubbiosi sulle qualità del giocatore. Nonostante il brasiliano sia un terzino con esperienza in squadre di alto livello, non rappresenta la soluzione alle vere lacune della rosa. Il Milan aveva bisogno di rinforzare anche altri reparti, specialmente l’attacco, dove manca un giocatore capace di garantire almeno 25 gol stagionali. Morata aiuta molto la squadra, ma è a fine carriera. Inoltre lo spagnolo non è mai stato il vero bomber d’area di rigore in grado di vincere le classiche cannonieri. LEGGI QUI: Le pagelle di Milan-Juventus
La storia recente insegna che una squadra competitiva in Serie A e in Europa deve avere attaccanti prolifici. Basta guardare l’Inter con Lautaro Martinez o il Napoli dell’anno scudetto con Victor Osimhen. Il Milan, invece, ha sottovalutato questa necessità, puntando su profili che rappresentano scarti di altre squadre (Atletico Madrid e Roma) e soprattutto che costano poco. Il risultato? Una squadra che fa fatica terribilmente a concretizzare in alcune gare, vedi ieri.
Cardinale primo responsabile
Le critiche non riguardano solo il mercato, ma anche la gestione del club da parte di Gerry Cardinale. Il proprietario di RedBird Capital sembra più interessato a massimizzare i ricavi che a costruire una squadra vincente. La sua assenza dalla vita quotidiana del Milan e la percezione di una leadership “a distanza” stanno alienando i tifosi, che si aspettavano un impegno maggiore da parte di chi ha rilevato il club con l’obiettivo dichiarato di riportarlo al vertice.
Le mosse della proprietà, come l’accento su progetti commerciali e sponsorizzazioni, sono comprensibili da un punto di vista aziendale, ma il Milan non è solo un’azienda: è una squadra di calcio con una storia gloriosa e ambizioni sportive. La sensazione è che manchi un vero interesse per i risultati sul campo, un aspetto che rischia di compromettere la credibilità del progetto a lungo termine. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Fonseca fallimento preannunciato
L’addio di Stefano Pioli, l’allenatore che aveva riportato il Milan in alto, è stato un punto di svolta. Al suo posto, la scelta di Paulo Fonseca non ha convinto. Il portoghese, pur avendo fatto bene in alcune esperienze, non è considerato un tecnico di primo livello. Il suo curriculum non è paragonabile a quello di altri allenatori in grado di gestire una piazza esigente come quella rossonera.
Fonseca sta faticando a imprimere la sua idea di gioco, e la squadra sembra priva di identità. In partite decisive, i rossoneri appaiono spesso disorganizzati, incapaci di reagire alle difficoltà. In una Serie A sempre più competitiva, con avversarie come Inter, Napoli e Juventus in crescita, il Milan non può permettersi un tecnico che non garantisca quel salto di qualità necessario per restare ai vertici.
Incognite di gennaio e sul futuro
Se non verranno corretti questi errori, il Milan rischia di restare fuori dalla prossima Champions League. Un’eventualità che avrebbe conseguenze disastrose sia dal punto di vista economico che sportivo. Senza i ricavi derivanti dalla massima competizione europea, la proprietà potrebbe essere costretta a ridimensionare ulteriormente gli investimenti, innescando un circolo vizioso che allontanerebbe il club dai fasti del passato.
La speranza dei tifosi è che la società faccia un passo indietro e riconosca gli errori, intervenendo già a gennaio per rinforzare la rosa con giocatori di qualità, specialmente in attacco. Inoltre, è necessario che Cardinale prenda un ruolo più attivo nella gestione del club, dimostrando di avere a cuore non solo i bilanci, ma anche i colori rossoneri.
In un momento così delicato, il Milan deve ritrovare unità e determinazione per evitare un nuovo periodo di mediocrità. La storia del club merita ben altro rispetto a quanto visto finora in questa stagione.