Questa sera abbiamo assistito a forse uno dei punti più bassi, dal punto di vista calcistico/estetico, della storia recente della Serie A: Milan-Juventus.
Quella che era agli occhi di tutti una gara di cartello tra due delle squadre più forti e potenti del calcio italiano si è rivelata una bruttura epocale, che non poteva che finire 0-0.
In campo ci sono andate due squadre non in ottima forma, il Milan più della Juve che invece doveva tener conto di diverse defezioni, ma l’apporto in campo è stato pressoché identico. Errori basilari in fase di impostazione, obbrobri tattici, lacune difensive e persino zero occasioni da gol.
La peggiore pubblicità possibile per un calcio italiano in crisi non tanto di risultati (grazie Atalanta) ma totalmente privo di spettacolarità. Proprio oggi che, come dice Cardinale, il calcio deve fondersi con l’intrattenimento per diventare appetibile, il suo Milan tira fuori dal cilindro l’ennesima partita bruttissima.
La colpa, va dato merito, è anche della Juventus e del funambolico Thiago Motta, un altro presentato al volgo come promotore del calcio “Dominante”, come Fonseca appunto.
Il tutto davanti a 75 mila spettatori paganti che giustamente a fine gara si sono lasciati andare ad una liberatoria bordata di fischi diretta non solo al Milan, ma al vero grande assente della serata: lo spettacolo.
L’ultimo treno
Eppure, oltre al calcio in generale, a rimetterci di più da questa sfida è sicuramente il Milan. I rossoneri restano distanti sei punti dalla Juve, attualmente sesta, e vedono partire forse l’ultimo treno utile per competere alla lotta Scudetto.
Fonseca non ha saputo sfruttare l’occasione di riavvicinarsi alle prime quattro in una sfida casalinga giocata contro una Juve oggettivamente mozzata. I bianconeri sono scesi in campo questa sera a San Siro con un undici titolare da mani nei capelli con Koopmeiners e McKennie a dividersi il reparto d’attacco.
Una squadra devastata dagli infortuni che arrivava a San Siro per non prenderle e che per poco non è stata capace addirittura di darle. Al contrario il Milan si presentava con il coltello tra i denti potendo vantare la miglior formazione possibile ad esclusione di Pulisic, che poi subentrerà.
Il risultato è uno zero a zero giusto e neanche faticato dalle due squadre che sembravano arrendevoli sin dopo il primo quarto d’ora. Una serata storta che però arriva dopo una lunga sfilza di serate storte.
Ennesima stagione vuota
Ora ci diranno che la strada è ancora lunga e che c’è ancora del lavoro da fare ma con un po’ di realismo possiamo renderci conto che è quasi il momento di scartare il panettone e il Milan da questa stagione non ha quasi già più niente da raccogliere.
Perciò cari tifosi rossoneri re-impugnate la vostra pazienza e preparatevi all’ennesimo anno di transizione che, ormai lo sapete, inizia sempre con qualcuno che vi dice esattamente il contrario.
Perché a sentire Ibrahimovic, Furlani, Cardinale, Fonseca e persino Moncada quella di quest’anno sarebbe dovuto essere il trampolino verso il futuro, verso la svolta. Invece il Milan a praticamente Natale si ritrova, come la passata stagione, con già la quasi certezza di non poter vincere nulla.
Con Pioli alla fine arrivò un secondo posto, con Fonseca è già tanto ambire al quarto. Tutte cose che si sospettavano ma che si rimuovevano volontariamente perché, e questo è il bello del calcio, ci si diverte solo illudendosi.
Sarebbe anche un quadro onesto e sincero se poi però non si dovesse assistere a partite come quella di stasera. Una gara che sarebbe stata meglio perdere lottando, a viso aperto, e che invece finisce per uccidere pure l’ultimo pezzetto di illusione.
Il Milan esce dal campo tra i fischi non solo perché non ha vinto ma perché questa sera è stato complice di uno spettacolo orrendo. Perché alla fine è tutto qui: se un gioco non diverte è già un fallimento.