Fonseca tattiche cagliari

Fonseca riflette sugli errori commessi a Cagliari. Leao ora è “centrale”

Siamo attualmente nel bel mezzo dell’ultima pausa internazionale del 2024 e, nonostante i tanti giocatori impegnati altrove, è tempo per Fonseca di sistemare le cose. 

L’inizio dell’era Fonseca è stato altalenante con il Milan che oggi si trova ad otto punti di distanza dal primo posto in classifica. Sono infatti stati solo 5 i successi ottenuti dal Diavolo nelle prime undici gare della stagione, con ancora la gara con il Bologna da recuperare.

L’avvio della stagione in Champions non è stata neppure positiva con le prime due sconfitte subite con Liverpool e Bayer Leverkusen, per poi però “svoltare” con il doppio successo ottenuto con Bruges e Real Madrid. Il percorso intrapreso in Europa vede però oggi i rossoneri fuori dalla zona playoff, seppur con un calendario nettamente abbordabile.

Non si può certo dire che il Milan di questo inizio di annata sia stato coerente. Il Diavolo ha saputo ottenere vittorie straordinarie come nel derby e contro il Real Madrid, per poi perdere punti “facili” contro Cagliari, Parma, Torino e Fiorentina,

Il redattore di Sempremilan.com Rohit Rajeev ha individuato alcuni aspetti su cui Fonseca dovrà lavorare per dare al Milan maggiore coerenza nel gioco e nei risultati.

Difesa del secondo palo

Il Milan semplicemente non difende bene il secondo palo, come ha dimostrato la partita contro il Cagliari. Theo Hernandez è stato molto criticato dopo la partita, soprattutto visti i due gol “identici” del terzino rossoblù Zappa.

Tuttavia, di seguito vi riportiamo un’altra occasione in cui, questa volta, Luvumbu fa trovare pronto sul palo lontano di destra effettuando una sponda che però Piccoli non riuscirà a girare in porta.

Il Milan usa la difesa a zona, un modo di marcare che parte proteggendo il centro della porta e allarga le proprie maglie a seconda di dove ricada il pallone. Questo tipo di “protezione” si è però rivelato inefficace sui cross che ricadono in zone meno frontali, come appunto i secondi pali.

Con il 4-2-3-1 il Milan gioca con un doppio perno, ma spesso si ritrova in inferiorità numerica nei duelli a centrocampo. Senza la dovuta assistenza la mediana rossonera si trova spesso a dover subire il possesso avversario, ben più fluido vista la presenza nel reparto di tre uomini o anche più.

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Se nel caso di Morata le cose sembrano aver funzionato meglio, Pulisic non può certo vantare una fisicità paragonabile a quella dello spagnolo finendo puntualmente per rendere inefficace i propri interventi sul  portatore di palla.

Esistono, in questo senso, due possibili soluzioni:

1) Far giocare Pulisic come ala destra e far giocare un giocatore più fisico come centrocampista offensivo, un po’ come Pioli aveva fatto con Ruben Loftus-Cheek la passata stagione.

2) Passare ad un più fisso 4-3-3 dando così al Milan maggiore protezione fissa a centrocampo.

Uno degli svantaggi di queste due soluzioni è che il Milan ne risentirebbe sicuramente dal punto di vista offensivo. Sia Loftus-Cheek e che Musah offrirebbero infatti maggiore copertura difensiva, ma sono poco adatti al gioco posizionale indetto da Fonseca, fatto di frequenti movimenti senza palla e puntuali “attacchi” alla profondità.

Come mettere una pezza sul mercato

Se la soluzione non dovesse essere presente in rosa, la dirigenza potrebbe rivolgersi al mercato per provare a trovare un giocatore che abbia questo tipo di caratteristiche (uno alla Lorenzo Pellegrini per intenderci).

Un’altra soluzione potrebbe essere l’utilizzo di Reijnders in posizione più avanzata, quasi un numero 10, e l’arrivo di un altro giocatore al fianco di Fofana, ma tra l’olandese e il francese c’è già sintonia.

Di seguito un’istantanea scattata poco prima del secondo gol del Cagliari. Come potete vedere ci sono ben sei giocatori rossoblù in “zona di luce”, cioè in una posizione che li rende possibili ricevitori di un passaggio, segnale di come la marcatura operata dal Milan a centrocampo sia inefficace.

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Gestione di Fonseca

Dopo aver analizzato la fase difensiva occorre ora soffermarci sulle scelta a gara in corso di Fonseca. Il tecnico portoghese ha subito diverse critiche per aver operato il triplo cambio Musah, Okafor e Tomori a dieci minuti dalla fine.

Per il Milan è importante essere proattivi piuttosto che reattivi nei cambiamenti, soprattutto quando le gare sono ancora incerte. Apportare modifiche, soprattutto alla linea difensiva, a 10 minuti dalla fine potrebbe rischia di generare confusione oltre che a dare il messaggio a squadra e avversari che per il Diavolo è tempo di difendere il risultato.

Fonseca non ha ancora scelto i titolari

Un altro aspetto da analizzare è quello relativo ai due centrali di difesa, cambiati spessissimo da Fonseca nel corso di questa stagione.

Già un mese fa abbiamo evidenziato come la mancanza di gerarchie dietro possa da un lato essere apprezzata dal resto dello spogliatoio, ma dall’altra rischi di togliere punti fermi alla squadra in campo.

Di seguito le statistiche di ogni abbinamento utilizzato in Serie A e Champions League:

Tomori-Gabbia:  5 partite: 9 punti (su 15 disponibili) – 3V 0N 2P
Pavlovic-Thiaw:  4 partite: 7 punti (su 12 disponibili) – 2V 1N 1P
Pavlovic-Tomori:  3 partite: 1 punto (su 9 disponibili) – 0V 1N 2P
Tomori-Thiaw:  2 partite: 4 punti (su 6 disponibili) – 1V 1N 0P
Pavlovic-Gabbia:  1 partita: 3 punti (su 3 disponibili) – 1V 0N 0P

Per rimettere a posto la difesa (che ha subito 20 gol in 15 partite in tutte le competizioni), Fonseca dovrà necessariamente stabilire quale sia la coppia di centrali titolari e poi adattarsi a seconda di infortuni o squalifiche.

Il lato positivo: la crescita di Rafael Leao

In vista della super-sfida contro la Juventus, il Milan sembra aver ritrovato un Rafael Leao tirato a lucido. Il portoghese è stato assoluto protagonista della notte di Madrid e di quella, meno luccicante, di Cagliari in cui ha messo a segno una doppietta.

Dopo gli impegni con il club, Rafa è stato capace di ripetersi anche in Nazionale andando in rete anche contro la Polonia in Nations League.

Un punto di svolta

A trovare il punto di svolta alla stagione di Rafael Leao è stato Carlo Pellegatti che sul proprio canale Youtube ha indicato il gol di Morta, nato proprio da una conclusione precedente del portoghese respinta da Lunin.

“Tutto è iniziato con il tiro respinto da Lunin contro il Madrid. Era la prima volta che vedevo Leao come attaccante al centro dell’area. Non avevo mai visto un Leao trasformarsi in attaccante puro. Poi il colpo di testa sul cross di Emerson Royal. Contro il Cagliari due gol dentro l’area: nel secondo gol sembrava quasi Inzaghi”, ha dichiarato.

In effetti dopo quell’occasione Rafa ha continuato a mantenere l’istinto della prima punta realizzando due gol da centravanti anche contro il Cagliari. Il portoghese in questa fase della sua stagione sembra aver migliorato il proprio processo decisionale negli ultimi 15 metri e con esso anche i cinismo sotto-porta.

Il gol segnato con il Portogallo nella vittoria per 5-1 contro la Polonia ha alimentato questa narrazione, visto che la rete di Leao è arrivata su un quasi inedito colpo di testa. Un cambio di passo e di gioco da parte di Rafa che è arrivato dopo una gestione, col senno di poi “producente”, da parte di Fonseca.

Il tecnico con le due panchine di fila riservate al connazionale ha dato modo a Leao di riflettere su se stesso e di mettersi forse per la prima volta in discussione. Dopo quell’episodio infatti Rafa è rientrato in campo con una mentalità diversa e anche un approccio alla gara ben più dentro le dinamiche tattiche di squadra.

Guardando avanti

Il match contro la Juventus sarà da non fallire per il Milan che sta già rincorrendo non solo per la lotta allo Scudetto ma anche per il posizionamento tra le prime quattro. Sette punti infatti separano i rossoneri dalla “zona Champions” e, abbiano una partita da recuperare, la sensazione è che quello contro la Juve possa quasi già essere un’ultima occasione.

Sarà quindi necessaria una prestazione al top da parte degli uomini di Fonseca, come abbiamo visto contro il Real Madrid, il ché va di pari passo con l’avere un Rafael Leao “in palla”. Anche dal punto societario il portoghese deve tornare ad essere un patrimonio visto che i primi mesi di questa stagione hanno reso il suo valore reale ben lontano dalla clausola di 175 milioni fissata dal Milana al momento dell’ultimo rinnovo.

Se Leao continuerà a giocare come nelle ultime settimane,  tornerà sicuramente ad essere un giocatore da 100 milioni di euro, nonché un bel ‘sollievo’ per il Milan. Ricordiamo infatti che oltre all’adeguamento da 5 milioni di euro all’anno più bonus, i rossoneri si sono sobbarcati anche il pagamento di una multa da 20 milioni di euro, che ha portato il costo del suo acquisto a oltre 50 milioni di euro complessivi.

Premesso che la clausola sulla futura rivendita in favore del Lille – che vale circa il 15-20% – è stata poi rimossa, è chiaro che il Milan ha investito molto su Leao e punta molto sul suo futuro. Ora per Rafa è il momento di restituire questa fiducia diventando il giocatore che tutti si aspettano che sia: il 10 di cui il Milan ha bisogno.

 

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