Fonseca è autonomo nelle scelte. Ibra torna a Milanello per parlare con Leao

Quando è stato annunciato per la prima volta che il successore di Stefano Pioli sarebbe stato Fonseca, sono state fatte molte domande.

A molti è sembrato che il Milan non avesse fatto un passo concreto in avanti prendendo un allenatore ancora a secco di vittorie.

Nelle prime settimane, tale tesi sembrava essere confermata con Fonseca che è arrivato alla prima pausa per le nazionali senza uno straccio di vittoria. Dopo il derby vinto e qualche altro passo falso però ora la posizione del tecnico portoghese sembra essere forte, complice anche le ultime due convincenti vittorie.

Fonseca non è uno “Yes man”

Probabilmente rimangono delle questioni in sospeso relative al sul suo sistema e sui suoi metodi di allenamento, ma la gestione del gruppo fatta da Fonseca è stata di alto livello.

“È cambiato un po’ rispetto agli ultimi anni, c’è una nuova politica. La presenza non costante della dirigenza, per scelta, ha costretto Fonseca ad autogestirsi. In passato capitava che se due giocatori litigavano in allenamento, l’allenatore continuava ad allenare e il dirigente presente prendeva da parte i due litiganti e parlava con loro.

“Con la situazione attuale, Fonseca fa tutto. Personalmente, è una bella scoperta… Pensavo fosse uno yes man, o emotivamente fragile, ma non lo è. Ammiro molto le sue conferenze stampa, perché ti spiega le cose. E lo fa anche con la squadra.

“Spero per lui e per la squadra che ora si possa trovare un ritmo. Poi il problema non sono le sconfitte, ma gli episodi collaterali avvenuti a Firenze, con la Lazio.

“Adesso bisogna scendere nel concreto, perché iniziano le settimane complicate ma allo stesso tempo emozionanti. Si gioca a Bologna e bisogna fare bene, in casa contro il Napoli e bisogna mostrare i muscoli, a Monza nella partita di Silvio Berlusconi e a Madrid in una delle partite più belle d’Europa.

“È bello giocare per il Milan e seguirli, ma il Milan ora deve essere il Milan”.

Ibrahimovic torna a a Milanello: la sua priorità è Rafael Leao

Sia Ibrahimovic che Leao sono stati al centro di frequenti critiche da parte dei media. Entrambi sono stati accusati, in modi diversi, di non dare il massimo: uno in veste di dirigente e l’altro di stella in campo.

Ora però queste due figure non solo dovranno dimostrare coi fatti che le critiche sono sbagliate ma potranno collaborare per ripetere quanto di buono fatto in passato.

Quando l’ala portoghese arrivò al Milan infatti fece fatica a decollare, ma Ibra lo prese sotto la sua ala e il resto, come si dice, è storia. Ora lo svedese è tornato a Milanello e Rafael Leao è stata la sua priorità. I due si sono scambiati diverse parole con lo svedese che ha passato molto tempo con la propria stella cercando di recuperarlo soprattutto dal punto di vista mentale.

Inoltre Zlatan si è congratulato con la squadra per l’impressionante ritorno dopo la sosta per le nazionali. Lo svedese ha parlato individualmente con ogni giocatore soffermandosi, come detto, più con Rafa. È dunque questa la nuova strategia di Ibra al Milan: non essere perennemente presente a Milanello, ma quando ci sarà si farà sentire.