Fonseca meglio di Pioli nella gestione: con lui Leao può davvero crescere

MILAN, ITALY - OCTOBER 22: Rafael Leao of AC Milan leaves the field after substitution during the UEFA Champions League 2024/25 League Phase MD3 match between AC Milan and Club Brugge KV at Stadio San Siro on October 22, 2024 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Le Vittorie contro Udinese e Bruges sono state accolte con favore da tifosi e media, ma hanno combaciato anche con una gestione anomala di Rafael Leao da parte di Paulo Fonseca.

Il portoghese, per la prima volta dopo anni, ha realmente messo in discussione la leadership di Leao che resta uno dei talenti più cristallini del Milan ma anche un grosso limite soprattutto in fase di ripiegamento.

Contro l’Udinese Rafa è rimasto seduto in panchina per tutta la gara, cosa che non accadeva da tre anni, e ciò ha combaciato con un Milan finalmente solido. I rossoneri hanno infatti giocato oltre un’ora in inferiorità numerica riuscendo però ad uscire dalla contesa con tre punti preziosissimi.

Tutto merito dell’esclusione di Rafael Leao? No, il calcio non è algebra, ma una scelta rischiosa come quella di Fonseca ha avuto effetti positivi che si sono ripetuti anche al minuto 60′ di Milan-Bruges.

Perché il Milan gioca meglio senza Leao

Senza Rafael Leao il Milan gioca meglio perché, per quanto fortissimo, il portoghese è tatticamente limitato. Più volte infatti il numero 10 ha dimostrato di non sapersi esprimere in porzioni di campo diverse da quella mancina e se non messo nelle condizioni di partire già in velocità è un giocatore limitabile oltre che limitato.

Ciò comporta una facilità innegabile delle difese avversarie nell’ingabbiarlo per gran parte della gara attraverso raddoppi sistematici o la presenza di un marcatore fisso che lo tenga spesso spalle alla porta. Una forzatura tattica che il Milan avrebbe potuto sfruttare giocando magari più al centro o sul fronte opposto a quello di Leao ma che il Diavolo fatica ad esplorare vista la compresenza di due pilastri (Theo e Rafa) sulla stessa fascia, gente che la palla ama tenerla tra i piedi.

Dall’altra parte la presenza di Rafa determina un limite soprattutto in fase di non possesso. E’ ormai iconico il suo ciondolamento successivo ad una palla persa, un atteggiamento che qualsiasi allenatore odierebbe e che vorrebbe sostituire con un aggressione immediata del pallone. Al contrario Okafor gode già di meno attenzioni rispetto alle difese avversarie e permette anche al Milan un ventaglio di scelte più variegato in fase di possesso. Lo svizzero inoltre è molto duttile riuscendo a muoversi egregiamente non solo a sinistra ma anche come seconda punta o centravanti, un fattore IMPORTANTISSIMO nel non dare punti di riferimento e poter liberare così corridoi ai compagni.

Non commettere gli stessi errori di Pioli

Per questo motivo questo Leao oggi rappresenta per Fonseca più un limite che una risorsa. Sostituirlo è una soluzione che anche Pioli avrebbe voluto intraprendere, soprattutto nella sua ultima stagione, ma che non ha mai avuto il coraggio di esplorare fino in fondo.

Al contrario Fonseca ha cambiato immediatamente registro dimostrando di non guardare il nome sulle spalle quando decide la formazione titolare. Un atteggiamento sicuramente non apprezzato da Leao e Theo ma che ha trovato la completa adesione del resto dello spogliatoio che, al contrario di quanto si pensa, sta contribuendo anche all’assimilazione di determinati concetti di gruppo e spirito di sacrifico anche per i due “rei colpevoli”. Un esempio è stato fornito proprio ieri sera con l’immagine di Tomori che al gol di Reijnders è corso ad abbracciare l’infelice Leao, stizzito dalla sostituzione. Un gesto umano che ha ridato il sorriso a Rafa facendogli comprendere che gli occhi di tutti non puntano su di lui ma sul suo amato Milan.

Sì perché, vale sempre la pena ricordarlo, Rafa (così come Theo) è un ragazzo intelligentissimo e molto legato al Milan. Un giocatore straordinario ma ancora limitato che se un giorno vorrà davvero spiccare il volo dovrà diventare completo. Un percorso di crescita che, un giorno lo capirà, solo il mettersi in discussione gli permetterà di fare. Bravo lui e bravo Fonseca, per il bene del Milan servono entrambi.

 

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