Fonseca peggior allenatore degli ultimi 10 anni. Ma cosa vi aspettavate?

È stato un inizio di stagione relativamente duro per Paulo Fonseca, che ha perso anche l’ultima di Firenze per 2-1. Calcolando la media punti il portoghese è il peggior allenatore del Milan degli ultimi dieci anni. 

Come evidenziato da Sky Sport, Fonseca è numeri alla mano il peggior tecnico ad essersi seduto sulla panchina rossonera nell’ultimo decennio. Il portoghese in queste prime 9 gare della stagione ha infatti raccolto una media di 1,22 punti a partita. Ci sono però alcuni alibi, tra cui il fatto che i rossoneri hanno giocato molte più partite rispetto al passato.

Ad esempio Marco Giampaolo (1,29) aveva diretto solo sette partite a questo punto della stagione 2019-20 (3V, 4P), due in meno di Fonseca è già a quota nove (3V, 2N, 4P). Tuttavia, è chiaro che l’inizio di annata per il portoghese non è stata chiaramente positiva.

Le prossime due gare contro Udinese e Club Brugge saranno cruciali per determinare il futuro di Fonseca e le ambizioni stagionali del Milan. La speranza di tifoseria e dirigenza è che Fonseca possa trovare la continuità che ha sempre auspicato sia nel gioco che nei risultati.

Il mancato upgrade

Occorre tuttavia fare un’analisi più approfondita anche sulla decisione che ha portato la proprietà rossonera a sostituire Stefano Pioli con Paulo Fonseca in estate. L’idea di esonerare il precedente tecnico è stata accolta con favore da tifoseria e addetti ai lavori, non tanto per i risultati ottenuti ma perché c’era la sensazione che un ciclo fosse finito.

Per il Milan sarebbe potuta essere l’occasione per effettuare il primo grande upgrade della propria gestione sostituendo un tecnico “cenerentola” come Pioli con uno già affermato e vincente. E invece i rossoneri hanno deciso di replicare quanto fatto in precedenza puntando sull’ennesimo under-dog dal palmarès di fatto immacolato.

Una scelta legata sia a motivi economici, Fonseca prende solo 2,5 milioni di ingaggio a stagione, ma soprattutto aziendali. Il tecnico portoghese infatti a differenza dei vari Conte, Tuchel e altri big liberi in estate, non ha né la personalità e né il potere contrattuale per imporre una strada ben precisa sia al mercato che alle scelta societarie.

Il progetto indiscutibile

“Conte è troppo manager” sono state le parole di Ibrahimovic nello spiegare il motivo che ha portato alla bocciatura del profilo dell’attuale tecnico del Napoli. Una frase che racchiude l’essenza delle decisione di puntare su Fonseca, uno “Yes man” aziendalista e per questo meno invadente anche mediaticamente, una caratteristica che sia Elliott che Red Bird hanno sofferto in passato sia con Boban che con Maldini.

Il motivo è che la proprietà ha scelto un preciso progetto fatto di acquisti non maggiori di 20 milioni e dall’ingaggio in linea con la politica societaria. Giocatori che,  salvo rare eccezioni, devono rientrare tra i 20 e i 26 anni di età e con un potenziale ancora inespresso perché, come detto in tutte le salse, “è al Milan che dovranno diventare campioni”. 

L’Odissea rossonera

Una politica precisa e che non deve essere contestate da niente e da nessuno, soprattutto da chi quei suddetti calciatori dovrà allenarli. Fonseca ha avuto sicuramente voce in capitolo su alcuni acquisiti dal Milan come Morate ed Emerson Royal, non  due esborsi epocali e comunque allineati almeno in parte ai parametri stabiliti.

In questo contesto dunque il progetto Milan è una nave che viaggia col pilota automatico sulla propria rotta senza accettare né cambi, né consigli. Una sorta di “Odissea a velocità da crociera” che prevede solo poche soste prestabilite atte a cambiare l’ormai logorata servitù.