Quattro attaccanti: ecco cosa è cambiato tatticamente nel Milan

MILAN, ITALY - SEPTEMBER 14: Tammy Abraham of AC Milan celebrates his goal with his team-mate Rafael Leao during the Serie A match between AC Milan and Venezia at Stadio Giuseppe Meazza on September 14, 2024 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Il Milan ha il miglior attacco di tutta la Serie A e la decisione di Paulo Fonseca di schierare una formazione molto aggressiva sembra dare i risultati sperati. 

Quattro attaccanti

I quattro attaccanti Alvaro Morata, Tammy Abraham, Rafael Leao e Christian Pulisic stanno vivendo un momento d’oro dopo la decisione presa prima del derby di eliminare un centrocampista e schierare un attacco a quattro.

Due esterni offensivi come Pulisic e Leao più due veri centravanti come Abraham e Morata sembravano una scommessa tattica, anche perché i terzini – Emerson Royal e Theo Hernandez – sono più orientati a spingere in avanti.

L’intuito ha invece permesso ai rossoneri di vincere il derby e poi contro il Lecce nella gara successiva. Nelle due partite con la ‘formazione super offensiva’ il Milan ha accumulato sei punti, cinque gol fatti e uno solo subito.

Ora la predisposizione al pressing e il tentativo di recuperare palla in una zona più pericolosa sono evidenti. Gli spazi da coprire non sono più enormi voragini come contro il Parma, e la squadra è più equilibrata e compatta.

Il lavoro di Fonseca su Leao

Questo in parte perché Leao ha iniziato ad aumentare il suo ritmo di lavoro anche senza palla, ma soprattutto perché Youssouf Fofana sta iniziando a mostrare cosa può dare. Inter e Lecce hanno avuto difficoltà a costruire dalla difesa perché si sono ritrovate di fronte a un quattro (Pulisic, Morata, Abraham e Leao) difficile da superare.

Quei quattro hanno grinta ed energia. Corrono e inseguono. Soprattutto Alvaro e Tammy, è giusto sottolinearlo. Ecco perché Fonseca è orientato a continuare su questa strada tattica, almeno finché i risultati sono quelli che sono ora e i suoi giocatori sono tutti in forma. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

AC Milan’s Dutch midfielder #14 Tijani Reijnders (L) and AC Milan’s French defender #19 Theo Hernandez look dejected after loosing the Italian Serie A football match between Parma Calcio 1913 and AC Milan at Ennio-Tardini Stadium in Parma, on August 24, 2024. (Photo by Piero CRUCIATTI / AFP) (Photo by PIERO CRUCIATTI/AFP via Getty Images)

C’è stata una certa sorpresa quando Rafael Leao è stato annunciato come capitano della squadra vincitrice del Milan contro il Lecce venerdì sera, ma si è trattato dell’ultimo passo nella missione di Paulo Fonseca per ottenere il meglio da lui.

Leao è considerato parte del gruppo dei leader che include Theo Hernandez, Alvaro Morata, Tammy Abraham, Tijjani Reijnders, Mike Maignan e ovviamente il capitano ufficiale Davide Calabria.

La fase difensiva di Leao

Ecco cosa ha detto Fonseca dopo la vittoria sul Lecce: “Ho sempre detto a Leao che è un grande giocatore, ma ora deve diventare un giocatore della squadra. Essere capitano è una responsabilità, mi piace che sia decisivo come nell’assist. Ma mi piace di più la crescita che sta mostrando in difesa. Oggi è un giocatore diverso, non è ancora perfetto, ma vedo l’impegno che mette nell’aiutare la squadra”.

È senza palla che Leao sta facendo progressi significativi, con l’esterno che svolge un lavoro che non ruberà la scena come i due assist a Theo Hernandez nelle vittorie su Venezia e Lecce, ma che diventa fondamentale in casi come il gol del 3-0 di Christian Pulisic venerdì. LEGGI QUI: Il Leverkusen non è il Lecce: Fonseca ha già in mente i cambi

La preparazione al gol è stata guidata da Morata che ha servito Tammy Abraham, con due parate che hanno poi portato a un tap-in per Pulisic, ma tutto inizia con la pressione di Leao su Gaspar, che li ha costretti a perdere palla. È stata un’azione difensiva insolita per Rafa, che sta assorbendo ciò che Fonseca vuole da lui.

I numeri di Wyscout dimostrano quanto sia importante il gioco di Leao in fase difensiva: due duelli difensivi vinti su cinque, due duelli aerei vinti su due, due intercetti, quattro palloni recuperati (tre nella metà campo rossonera) e persino un rinvio. Tutto questo senza togliergli la possibilità di fare passaggi come quello a Theo.

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