La vittoria del Milan contro il derby questo weekend ha rilanciato le quotazioni dei rossoneri ora a pari punti con l’Inter in classifica.
Un successo dall’importanza epocale sia perché si tratta del primo derby vinto dopo 6 sconfitte consecutive e sia perché consolida la posizione di Fonseca, mai così traballante prima del fischio iniziale.
Le cose sono iniziate bene per i rossoneri, che hanno giocato con intensità e coraggio portandosi in vantaggio già dopo 10 minuti di gioco. Grande protagonista Christian Pulisic autore di una rete spettacolare finalizzata dopo una serpentina tra le maglie nerazzurre.
Poi all’Inter viene concesso un po’ più di spazio e il Diavolo si difende bene, forse troppo bene, e al 27′ i padroni di casa trovano il gol del pareggio.
Qui è dove la partita si è capovolta, poiché i nerazzurri sono diventati la squadra più vivace delle due nella mezz’ora successiva. Tuttavia, il Milan ha aumentato l’intensità nell’ultimo terzo di gioco e ha iniziato a creare alcune buone occasioni, tutte negate da Yann Sommer.
Tuttavia, il portiere svizzero non è riuscito a fare nulla quando all’89° minuto Matteo Gabbia ha svettato sulle teste interiste infilando il gol del definitivo 1-2.
Ci si augura che questo successo possa rappresentare una svolta per i rossoneri, che contro l’Inter hanno giocato senza dubbio la migliore partita della loro stagione.
1. La macchina di Fonseca finalmente in azione
Nonostante una pre-season di alto livello scandita da sole vittorie, la stagione è partita nel peggiore dei modi per Fonseca che in questo avvio non ha mai trovato il giusto equilibrio. Nel derby però qualcosa sembra essere cambiato con il tecnico portoghese che per la prima volta è riuscito ad attuare il calcio dominante tanto decantato in sede di conferenza.
L’allenatore è passato al 4-2-4, che suona piuttosto aggressivo e, a dire il vero, lo è stato soprattutto quando la squadra pressava alta. Tuttavia quando il Milan era in possesso era Alvaro Morata a ripiegare per connettere i reparti di attacco e centrocampo.
Youssouf Fofana e Tijjani Reijnders sono stati i soli due centrocampisti impiegati nel derby. Il francese ha avuto l’arduo compito di dover bloccare sul nascere le giocate di Calhanoglu e Barella mentre a Reijnders è stata concessa maggiore libertà inventiva. Un’occasione che l’olandese ha saputo cogliere perfettamente diventando uno dei migliori in campo.
In difesa, abbiamo finalmente visto stabilità, nonostante il gol subito. Col senno di poi la decisione di sostituire Strahinja Pavlovic con Gabbia si è rivelata cruciale, dato che l’italiano ha segnato il gol della vittoria. Ma ha anche giocato una partita solida e attenta in difesa.
Non una gara brillante per Rafael Leao, apparso troppo isolato, ma il portoghese ha lavorato per la squadra soprattutto nel secondo tempo. Guardando al futuro, Fonseca ha ora il compito di proseguire su questa strada confermando il blocco, almeno per le prossime gare, la formazione scesa in campo nel derby.
2. Gabbia Uomo-partita
A Gabbia è stata data la possibilità di giocare titolare sostituendo, a sorpresa, Pavlovic, tra i migliori nelle precedenti uscite. La decisione di Fonseca si è rivelata quanto mai azzeccata come testimoniato dalla palma di migliore in campo vinta dal centrale italiano.
Contro l’Inter Gabbia ha dimostrato di poter giocare un ruolo da protagonista nel Milan disputando una gara attenta in difesa anche in fase di costruzione. A sugellare la sua stupenda prestazione il gol della vittoria arrivato con un colpo di testa strepitoso.
3. Un motore in mezzo al parco
Reijnders è stato il motore del Milan nel derby dominando in mediana per la maggior parte della partita. L’olandese ha registrato diversi dribbling riusciti, oltre ad una percentuale di passaggi in zona avanzata molto alta.
L’ex AZ sapeva esattamente quando accelerare il ritmo o tentare un passaggio in avanti. Oltre al bel cross per il gol di Gabbia, avrebbe potuto portare a due gli assist del match se Abraham avesse segnato sul suo bellissimo passaggio filtrante.
Tijjani ha lavorato sodo anche in fase di non possesso mettendo in piedi una prestazione capolavoro, che speriamo verrà replicata anche nelle prossime uscite.
4. Punti deboli
Tuttavia non si può dire che il Milan abbia disputato una gara perfetta contro l’Inter. Per prima cosa, Leao ha fatto fatica a prendere palla per tutto il primo tempo e a volte anche nel secondo. L’ala portoghese non è mai realmente stata coinvolta nel gioco, il ché è allarmante soprattutto considerando le qualità tecniche e fisiche del ragazzo.
Il 4-2-4 forse non lo premia a pieno ma è anche vero che quasi tutte le volte che è stato chiamato in causa Rafa ha spesso preferito scaricare verso la propria retroguardia anziché provare a puntare l’uomo.
Al contrario Pulisic,, sulla sponda opposta a quella di Leao, ha messo a segno un gol bellissimo partendo in solitaria. L’americano si è anche ben destreggiato in sintonia con i movimenti di Abraham e Morata. Tuttavia la sua prestazione è decisamente calata di intensità nel secondo tempo quando il Milan ha preferito attaccare sul versante di sinistra.
Per quanto riguarda l’attacco Abraham e Morata si sono resi protagonisti di una gara sontuosa, anche se con qualche sbavatura. Lo spagnolo in particolare è stato il collante tra centrocampo e attacco, ruolo che ha interpretato magistralmente e con grande lettura tattica. Per l’inglese prestazione attenta e centrata, che tuttavia avrebbe anche potuto portare ad un gol se fosse stato più preciso sotto porta.
5. Non è un Milan perfetto
Oltre a Leao, probabilmente gli unici giocatori che hanno reso al di sotto del proprio valore sono stati Emerson Royal e Fofana. Il brasiliano ha tuttavia disputato la sua migliore gara da quando è al Milan, pur avendo colpe evidenti nell’occasione del gol di Dimarco.
Tuttavia, la colpa non dovrebbe ricadere solo su di lui, visto che anche Fofana si trovava fuori posizione e lontano da Lautaro Martinez, l’autore dell’assist.
La nota stonata di una canzone ben suonata dal Milan grazie anche al coraggio del proprio maestro d’orchestra Paulo Fonseca. La vittoria nel derby è soprattutto merito suo, un uomo che con il coraggio delle proprie idee ha saputo ribaltare il proprio futuro.