Ibrahimovic ti prego esci dal personaggio e torna a fare l’adulto

Zlatan Ibrahimovic si è reso protagonista dell’ennesima intervista “alla Ibra” poco prima della gara persa malamente dal Milan in Champions League contro il Liverpool.

L’ex asso svedese ha risposto ai sacrosanti dubbi di Zvonimir Boban riguardo la sua posizione all’interno del Milan. Nel dare spiegazioni Ibra, che è un consulente di Red Bird senza incarichi ufficiali al Milan, si è posto alla solita maniera mantenendo fede al personaggio che si è costruito fuori dal campo. “Il mio ruolo è semplice: comando io, lavoro in silenzio, sono il boss e tutti gli altri lavorano per me”. 

Una didascalia da Instagram più che le dichiarazioni di un dirigente che con queste parole non definisce nulla se non il fatto che conti più di un amministratore delegato, di un direttore sportivo se non addirittura di una proprietà.

E Furlani e Moncada che fanno?

Se è davvero Ibrahimovic il boss allora Furlani (Ad) e Moncada (ds) cosa fanno? E’ Ibrahimovic a fare il mercato del Milan e a gestire la questione relativa a rinnovi e licenziamenti?

In questo caso allora perché pagare profumatamente due dirigenti in più se il loro ruolo, per Ibra, sarebbe potuto essere svolto da due semplice sottoposti?

Zlatan forse vuole dire che è lui a fare le veci di Cardinale prendendo decisioni aziendali di primo rango? Decide allora lui quanto budget di Red Bird stanziare per il Milan? Forse sì, forse no. Ciò che sappiamo è solamente che, citando il marchese del Grillo, “Lui è il Lui e gli altri non sono un c****o”.

Non si può certo negare che Ibra non ci abbia messo la faccia, ma l’ha fatto da personaggio di sit-com piuttosto che da dirigente farfugliando risposte megalomani senza capo e né coda. Una lezione in questo senso l’ha data Boban, ex dirigente competente attualmente in causa con il Milan, l’unico all’interno di uno studio di giornalisti a chiedere delucidazioni riguardo il ruolo di Ibra.

L’attacco ai giornalisti

A proposito di giornalisti Ibrahimovic, direttamente dal suo immaginario palco dell’Ariston, ha risposto a chi durante questi giorni di assenza ha attaccato la sua posizione all’interno del club: “Le mie assenze? Quando il leone va via i gattini arrivano, quando il leone torna i gattini spariscono. Il livello è basso, si parla troppo in giro, ma io penso soltanto a lavorare. Sono stato via per qualche giorno per motivi personali, ma sono presente dal primo giorno”.

E così mentre il Milan sprofonda sul campo, fuori dal rettangolo verde c’è una dirigenza chi si diverte a flettere i muscoli come un teenager davanti allo specchio. La verità è che soprattutto in un momento come questo in via Aldo Rossi servirebbero non solo persone competenti ma anche, e ci imbarazza molto dirlo, adulte.

La precisazione

Fonti vicine a Zlatan Ibrahimovic hanno tenuto a precisare come prima delle dichiarazioni rilasciate a Sky, lo svedese aveva risposto alla medesima domanda sul ruolo ricoperto in dirigenza anche ad Amazon UK. In quell’occasione però Ibra dopo aver detto “Sono il boss” ha aggiunto di star scherzando. Una frase sarcastica dunque che tuttavia stona soprattutto in un momento delicato come quello vissuto dai rossoneri.