Se questo è Tomori. Tanto vale farlo sedere in panchina

Niente caccia al colpevole ma solo possibili soluzioni per un Milan che continua a mostrare drammatici problemi in difesa. Questa versione di Tomori è inadatta a guidare il reparto. 

È impossibile nasconderlo: l’inizio di stagione del Milan è stato un fallimento. Andando al di là dei due punti ottenuti nelle prime tre gare e della distanza già importante (5 punti) con le principali indiziate alla vittoria dello Scudetto, il vero problema del Milan di Fonseca è strutturale.

I rossoneri sono schierati in campo senza equilibrio in funzione di un calcio offensivo che però si rivela, nei fatti, povero di idee e arido di schemi. Una manovra impacciata e tristemente legata alle giocate individuali dei pochi fuoriclasse realmente “in palla”, tutto per la costruzione di un gioco che non vale minimamente la candela.

Partendo da questo presupposto lasciamo a Fonseca, giustamente, il beneficio del dubbio nella speranza che dopo la sosta il suo Milan possa quanto meno crescere sul fronte delle idee. Tuttavia è sul reparto difensivo, lasciato alla mercé degli avversari per colpa della struttura suicida proposta da Fonseca, che vogliamo concentrarci.

La difesa del Milan ha numeri imbarazzanti

Il Milan nelle prime tre gare della stagione ha subito 2 reti a partita (il peggior dato al pari del Lecce), per di più prese contro avversari di medio basso livello come Torino, Parma e Lazio. E pensare che il dato sarebbe anche potuto essere peggiore.

Non ci si può neanche affidare all’alibi della sfortuna considerando che gli expected goals concessi dal Milan nelle prime tre partite sono stati di 5,67. Un dato che non solo conferma la scarsa tenuta difensiva ma che, se approfonditi, lasciano trapelare degli aspetti ancora più preoccupanti.

Per prima cosa la distanza media dei tiri concessi dal Milan sotto i 14 metri è la peggiore della Serie A. Sintomo di un pressing fallace che permette sistematicamente agli avversari di concludere in porta da dentro l’area rossonera. Un dato da retrocessione, altro che Scudetto, soprattutto se si considera che per Juventus e Napoli l’area del tiro subito parte cinque metri più indietro.

Gli uomini sbagliati

Tutti gli analisti in queste prime settimane hanno attivato una forsennata caccia al colpevole additando diversi interpreti. Da Theo Hernandez a Emerson Royal passando dallo scarso filtro a centrocampo e il pessimo posizionamento dei centrali.

Se però sugli esterni i terzini non sono praticamente sostituibili considerando che non esiste un vice-Theo e che Saelemaekers e Kalulu sono stati ceduti, Fonseca per cambiare rotta deve prima capire chi poter sostituire.

Il centrocampo è sicuramente un fattore ma, non prendiamoci in giro, non il primo responsabile del dramma difensivo. Chi invece incide in maniera significativa sul rendimento del reparto è, manco a dirlo, la coppia di centrali.

Stiamo parlando di Tomori e Pavlovic, coppia giustamente inizialmente considerata titolare, che però oggi appare come un pessimo assortimento. Se Pavlovic, arrivato poche settimane fa, ha giocato anche gare sontuose mostrando sin da subito ottime qualità fisiche e di lettura, dall’altro lato Tomori delude.

Se questo è Tomori

A livello puramente ideale Tomori sarebbe la scelta giusta considerando che il Milan spesso si trova in situazione di inferiorità numerica quando difende e necessità di rapidità (soprattutto nei centrali) nel ripiegare.

Tutto giusto se però non si considera che il Milan, più che offrire il petto, offre le costole. Sono infatti le corsie esterne il vero punto debole del gioco di Fonseca. Un disequilibrio voluto, perché i terzini devono attaccare, e a cui il tecnico non è stato in grado di mettere una pezza.

Un problema che ad esempio si potrebbe ovviare con l’utilizzo di una difesa a tre o di due terzini bloccati, che però non sembrano rientrare almeno al momento nel ventaglio di scelte di Fonseca. Cosa devono fare dunque i centrali se non possono contrastare i crossi? Leggere la situazione e marcare.

Perché Gabbia

Due caratteristiche che non rientrano nel bagaglio tecnico di Fikayo Tomori, o almeno di questo Tomori. L’inglese è infatti solo l’ombra del centrale che ha portato al Milan il 19esimo Scudetto tre stagioni fa. Guardando in panchina il possibile sostituto di Tomori, Fonseca ha due possibili scelte: Thiaw e Gabbia.

Il tedesco è reduce da un esordio “horribilis“, mentre l’italiano è ancora sulla scia dell’entusiasmo dopo la scorsa seconda parte di stagione. Gabbia d’altronde è un centrale vecchio stampo, non esplosivo come il calcio moderno suggerisce ma sicuramente attento nel leggere l’azione e nel muoversi di conseguenza decidendo come e quando intervenire.

Aggiungiamo inoltre che Gabbia per tipologia di gioco si sposerebbe perfettamente con Pavlovic, lui sì più moderno e abile nell’anticipo, andando a ricostruire una sinergia già vista in passato con Kjaer e il passato Tomori.

Un’opzione che inoltre Fonseca ha preso in considerazione già la scorsa settimana quando a Milanello provò l’inedita coppia Gabbia-Pavlovic. Per poi ricadere nuovamente su Tomori.

La pausa sarà ora un’opportunità da cogliere per Fonseca che già contro il Venezia dovrà dimostrare una qualità fin qui sopita: il coraggio di cambiare.