Fonseca varierà tre moduli nel suo Milan: vediamo quali e come

Paulo Fonseca si è ufficialmente insediato come nuovo allenatore del Milan da qualche giorno. Il tecnico portoghese ha diverse idee che non vede l’ora di mettere in pratica. 

L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport ha parlato della tattica, o meglio dire delle tattiche, che Fonseca adotterà al Milan. Nonostante gli allenamenti a porte chiuse, su consiglio di Ibra, ecco cosa è emerso dai primi giorni a Milanello del tecnico portoghese.

Come da lui stesso affermato in conferenza, Fonseca vuole applicare un calcio offensivo, dominante, ma con un focus sull’equilibrio in fase difensiva. Ma quali sono i principi del suo lavoro e delle sue idee? Diamo un’occhiata.

Le basi

A Milanello, nelle prime situazioni di allenamento, il tecnico  ha utilizzato il 4-2-3-1, insistendo su concetti come possesso palla, densità, cambi di gioco e pressing. La prima fase della costruzione? Con un classico 3+2.

Lo si è potuto vedere già nella prima seduta di lunedì: uno dei due centrocampisti (spesso Bennacer) abbassarsi sulla linea dei difensori centrali, formando una retroguardia a tre. Il trequartista invece arretra verso il centrocampo parallelamente ai terzini che si alzano verso la trequarti avversaria.

Nella mente di Fonseca la prima fase di possesso non è lenta, ma piuttosto atta a portare palla il più velocemente possibile almeno a centrocampo. La densità si crea in seguito, sfruttando la posizione alta dei terzini (anche se il portoghese ha spiegato come in alcune partite uno dei due possa essere più ‘bloccato’) e i movimenti degli attaccanti.

In queste situazioni, i cambi improvvisi di gioco (come cambiare versante) diventano fondamentali. Questo perché costruire densità in un’area aiuta a liberare e scoprire i lati opposti.

Riconquistare la palla

Oltre a liberare altri spazi, avere giocatori vicini significa anche poter contare di più sulle “re-aggressioni” quando si perde il possesso di palla. Lo ha detto anche Fonseca durante la sua presentazione: “Dobbiamo difendere lontano dalla nostra porta”. Ovvero, recuperare palla il più velocemente possibile.

D’altro canto, quando l’avversario costruisce dal basso, il Milan si schiererà con il 4-4-2. A Lille, la prima linea di pressione è stata portata avanti dal centravanti e dal trequartista, mentre gli esterni offensivi si abbassavano sulla linea dei centrocampisti.

L’attacco

Dove il portoghese potrà sperimentare di più è in fase offensiva, grazie al talento dei singoli. In Francia, Fonseca amava lavorare sugli esterni con i terzini, chiedendo agli esterni offensivi di occupare gli spazi interni e al numero 9 di cercare profondità. Tuttavia, non aveva uno come Rafael Leao capace di creare superiorità anche da solo. Vedremo se e come riuscirà a sfruttarlo.