Modulo, posizioni e chiavi tattiche: come giocherà il Milan di Fonseca

In una splendida analisi apparsa su SempreMilan.com, il giornalista Rihot Rajeev ha disegnato quello che potrebbe essere il nuovo Milan di Fonseca. Ve ne riproponiamo uno stralcio traducendola.

Fonseca è un allenatore che crede nel modo di giocare ‘posizionalista’, dove i giocatori adottano determinate posizioni o le scambiano a tempo debito nel corso della partita. Il modulo base di Fonseca è comunque sempre rimasto il 4-2-3-1.

Fase di non possesso

Una delle armi segrete del Milan che ha vinto lo Scudetto nella stagione 2021-22 è stato sicuramente il lavoro compiuto nelle fasi di non possesso. Un pressing alto e piuttosto aggressivo che metteva spesso nelle condizioni il Milan di recuperare palla in zone avanzate del campo.

Fonseca, dal canto suo, non è uno che pressa così alto come faceva Pioli, ma preferisce attaccare la palla un po’ più lontano dalla porta. In fase di non possesso le squadre di Fonseca giocano con un 4-4-2 compatto o un 4-2-3-1.

L’idea è quella di compattarsi a livello centrale e forzare gli uno contro uno nelle zone esterne. Che abbiano o meno palla, le squadre di Fonseca hanno sempre mantenuto un doppio perno per proteggere il centro del campo e dare copertura verticale.

A differenza del sistema di Pioli, la marcatura di Fonseca è stata più a zona che a uomo durante le sue permamenze a Roma e Ucraina.

Fase di possesso palla

Quando la Roma ha il possesso della palla passa al 3-4-2-1. Di solito, quando la squadra giallorossa  costruisce da dietro, i due difensori centrali si dividono e si spostano in posizioni esterne permettendo ai terzini di spingersi in avanti. Uno dei due mediani andrà a prendere posizione al centro della difesa mentre l’altro si alzerà sulla trequarti.

Mentre i terzini restano larghi, le ali (per lo più invertite) si inseriscono e giocano più centrali permettendo così agli esterni bassi di sovrapporsi.

Una volta che la palla arriva nella trequarti avversaria il modulo cambia ulteriormente diventando 3-2-5 con 5 attaccanti.

Quando era l’allenatore della Roma, Fonseca ha permesso a Dzeko di spostarsi dalla sua posizione e scendere spesso sulla trequarti per fornire assist e supporto agli inserimenti di esterni e mezzali.

Un ruolo che Joshua Zirkzee sembra interpretare nel medesimo modo. L’attaccante olandese è considerato infatti un 9,5, una sorta di ibrido tra la prima punta classica e un 10 vecchio stampo.

Principale punto debole

Uno dei punti deboli della Roma ai tempi di Fonseca era la vulnerabilità ai contropiedi. In una video intervista a Coaches Voice Fonseca ha spiegato come nel calcio italiano, contrariamente alla sua esperienza in Ucraina e Champions League, le squadre attaccano con cinque giocatori e con una difesa a quattro, che crea un vantaggio numerico per gli avversari.

Per dare più equilibrio al centro e dare più sicurezza alla difesa in contropiede, Fonseca è passato al 3-4-2-1 o al 3-4-3. I suoi principi offensivi sono rimasti gli stessi, ma quando le sue squadre perdevano palla passavano al 5-3-2 o al 5-4-1 a seconda dello schema di pressatura che volevano utilizzare.

Pressing ibrido a Lille

Fonseca ha sottolineato come la sua esperienza alla Roma gli abbia dato una profonda esperienza di pressing orientato all’uomo (visto come Pioli, Gasperini, Juric, Inzaghi giocavano tutti in quel modo) ed essendo un tecnico in costante evoluzione è riuscito ad introiettare questi concetti anche nei propri schemi.

Al Lille infatti Fonseca ha impostato un pressing più alto passando ad una marcatura a uomo con i mediani sui centrocampisti avversari e i terzini sugli esterni dell’altra squadra.

Qualora e gli avversari avessero aggirato la prima linea di mercatura del Lille, sarebbero così ricaduti in un blocco centrale che orientato sulla marcatura a zona. Lo stesso tipo fase di non possesso visto a Roma e Shakhtar.

Conclusione

Fonseca (insieme a Conceicao) è stata la mia scelta preferita per la sua capacità di portare avanti quello che il Milan ha costruito negli anni con Pioli e Maldini. Ibrahimovic ha sottolineato l’importanza dei giovani e dell’Under 23, mentre l’Europeo U17 appena concluso ha mostrato ai tifosi il livello del talento di Camarda, Liberali, Zeroli e Sia. Per il Milan è importante non solo coltivare il proprio talento ma aggiungergli valore.

Fonseca potrebbe non essere una scelta popolare, ma sembra soddisfare molte esigenze. D’altronde si tratta del primo grande incarico della sua carriera non avendo mai allenato prima d’ora un club ricco di stelle come quello rossonero.

Articolo tratto dall’analisi twitter di Rihot Rajeev

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