L’analisi alle parole di Ibrahimovic: da Zirkzee e Camarda, ecco cosa ci aspetta

By Mario Labate -

Prima conferenza da dirigente ieri per Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese è sembrato a suo agio nel parlare davanti ai giornalisti, vediamo cosa è successo. 

Il  primo punto toccato da Ibra è stato ufficializzare la nomina del nuovo allenatore: Paulo Fonseca. Una conferenza durante oltre un’ora e mezza che abbiamo trascritto integralmente, ma che ora proviamo ad analizzare punto per punto.

Tornato per dare garanzie

Zlatan ha parlato dei motivi che l’hanno spinto a tornare al Milan una volta ritiratosi dal calcio giocato. “Dopo sei mesi di inattività mi chiamò Furlani e tutto cominciò. Poi ho parlato con Cardinale, solo io e lui, mi ha proposto di tornare a Milano, per essere socio di RedBird.

“Gli ho detto ‘Se torno a Milano il progetto deve avere successo’. Non accetterò di perdere, non è che non mi piaccia, non lo accetterò. Voglio vincere e vincerò. Cardinale ha risposto: ‘Benvenuto’”.

Sul proprietario Gerry Cardinale ha aggiunto: “È un vincente, è ambizioso come me. Vuole creare un progetto che possa funzionare ora e in futuro. Gli ho detto: ‘Sono l’uomo giusto per te’.”

Tanta ambizione dunque per Zlatan che ora dovrà passare dalle parole ai fatti. La nomina del nuovo tecnico, non propriamente un nome di punta, ha fatto sorgere dello scetticismo, ma anche su questo Ibra c’ha messo la faccia.

La scelta in panchina

“Fonseca sarà il nuovo allenatore, è stata una scelta ponderata. Vogliamo che il Milan possa giocare un calcio dominante. Abbiamo studiato come allena, come prepara le partite.

“Dopo cinque anni avevamo bisogno di qualcosa di nuovo. Fonseca è l’uomo giusto, crediamo tanto in lui. Abbiamo anche un progetto U23 molto importante per noi. Vogliamo collegarlo alla prima squadra e Fonseca è qualcuno che dà opportunità e responsabilità ai giovani.

“Se hai un genio come allenatore e una squadra debole puoi fare un miracolo una, forse due volte. Vogliamo mettere l’allenatore nelle migliori condizioni possibili.

“Prima di tutto abbiamo studiato la tipologia dell’allenatore e l’approccio al suo gioco. Paulo Fonseca è uscito e abbiamo parlato con lui faccia a faccia. È molto ambizioso, ha tanta voglia di lavorare, di fare bene e di migliorare. Al Milan serviva un allenatore, non un dirigente”.

Una volta ufficializzato il nuovo tecnico (qui il comunicato ufficiale) ad Ibra è toccato dare spiegazioni riguardo alla scelta di non puntare su allenatori dal profilo più altisonante.

“Il nome di Conte non è venuto fuori. Dipende dal materiale che hai. Per noi il migliore per quello che abbiamo e per l’identità che vogliamo portare è Paulo Fonseca.

“Per noi era importante prendere un allenatore che fosse bravo per la squadra che abbiamo. Nella lista che stiamo esaminando ci sono giocatori italiani. Oggi in Nazionale non abbiamo nessuno, anche se secondo me sarebbe dovuto esserci Gabbia”.

“Cercavano un allenatore e non un manager”, parole che suggeriscono come la decisione del Milan di puntare su Fonseca sia dipesa anche dalla poca ingerenza che il tecnico avrà sulle scelte di mercato.

Sogni estivi

La conferenza stampa di Ibrahimovic è stata etichettata come “pre-2024/25”. Una scelta che spiega come l’attenzione dei media dovesse essere rivolta alla prossima stagione.

“Il prossimo passo è rafforzare la squadra, per essere più competitivi. Vogliamo vincere trofei, in Italia e in Europa, perché siamo il Milan.

“L’ambizione è lottare per i trofei ogni anno. Il Milan non si limita a vincere, il Milan fa la storia. Chi arriva al Milan deve avere la stessa ambizione.

“Chi è già al Milan e non la pensa così non avrà spazio. Non siamo soddisfatti della scorsa stagione, siamo d’accordo con i tifosi. Non dobbiamo limitarci.

“Sono ottimista, sono positivo. Abbiamo un gruppo di registi che hanno fame. Abbiamo un piano che stiamo seguendo, siamo fiduciosi in quello che facciamo. C’è una strategia.

“Il futuro è positivo. Tutti fanno questo lavoro per il Milan, non per obiettivi personali. Tutto quello che facciamo è per il Milan e per il meglio. Stiamo lavorando, anche se c’è silenzio”.

 “Si parte da una buona base” ha affermato Ibra che insieme a Moncada e Furlani lavorerà su colpi mirati, in grado di alzare il livello.

Il Milan dunque sarà operativo sul mercato e sembra avere già le idee chiare riguardo a ciò che servirà per assottigliare il gap con l’Inter.

Zirkzee e la caccia all’attaccante

Ibrahimovic è stato naturalmente interrogato su uno dei principali temi del Milan in estate, ovvero l’acquisto dell’attaccante.

I principali rumors puntano a Joshua Zirkzee del Bologna. Già trovata l’intesa con club e giocatore, ma c’è ancora da risolvere l’ostacolo commissioni (15 milioni) richieste dall’agente Joorabchian.

“L’anno scorso il Milan fece un grande mercato, bisognava mettere le basi. Questo mercato si concentrerà soprattutto sui dettagli. Dopo la partenza di Giroud, abbiamo bisogno di un nuovo numero 9.

“Jovic c’è, ma stiamo cercando un nuovo attaccante. Zirkzee è un giocatore forte, viene da una grande stagione. Viene dall’Olanda, come me. C’è una grande differenza tra la realtà e quello che viene detto e scritto”.

“Ho scelto di non parlare con gli agenti, non voglio dialogare con loro, io sono ancora bianco o nero. Furlani e Moncada invece sanno stare nel grigio. Io vengo dalla scuola Mino, dalla scuola Galliani, due che non sapevano scendere a compromessi”. 

“Se gli agenti commettono errori con me, sono bianco o nero. Poi, se si presentano situazioni, entreremo e parleremo.

“Quando parliamo di trattative, pensiamo che i club siano sotto pressione e cerchino di sfruttare la situazione. È una negoziazione, ma noi siamo un club non un ente di beneficenza”. 

La risposta è stata piuttosto vaga e forse la parola ‘beneficenza’ poteva essere vista come una frecciata all’entourage di Zirkzee. La trattativa con l’olandese tuttavia prosegue ma il Milan non ha perso l’occasione di valutare anche delle alternative come il centravanti del Girona Dovbyk.

Le stelle rimarranno

Negli ultimi mesi si sono rincorse non poche voci sul futuro di Maignan e Theo Hernandez, due dei big presenti al Milan. Sul loro futuro Ibra si è espresso con chiarezza aggiungendo anche il nome di Leao.

“Theo e Maignan rimarranno, anche Leao. Sono tra i giocatori più forti nei loro ruoli e hanno un contratto con noi. Sono contenti. Non abbiamo bisogno di vendere. Grazie al lavoro di RedBird possiamo portare giocatori forti per migliorare la rosa.

“L’anno scorso la società ha portato 12 giocatori. Abbiamo gettato le basi e ora contano i dettagli per migliorare la squadra. Cerchiamo un attaccante, poi il mercato è tutti i giorni. Abbiamo un sistema di scouting 24 ore su 24.

“Poi ci sono 1000 chiamate ogni giorno in cui i giocatori si offrono. Quindi da questo, finalizzare un giocatore è un processo complicato. Potrebbe essere il più forte del mondo, ma se non è il nostro profilo non fa per noi”.

Una rassicurazione non di poco conto da parte di Ibra che ora dovrà dare seguito alle parole dette in conferenza stampa.

Camarda e l’Under 23

L’ultimo punto toccato da Ibrahimovic riguarda il rinnovo appena siglato da Francesco Camarda. Il giovane attaccante italiano ha prolungato di tre stagioni e dal prossimo anno giocherà in C con la formazione Under 23.

“Camarda ha più talento di me alla sua età. È lui il futuro del Milan, ma non ha tutte le responsabilità su di lui. Dobbiamo proteggerlo, farlo crescere per diventare ciò che pensiamo. Con lui dobbiamo procedere passo dopo passo, senza andare troppo veloci. Siamo felici.

“Per me sono  troppo pochi i giocatori della Primavera che giocano in prima squadra. Per questo facciamo l’U23. Il divario tra la Primavera e la prima squadra è troppo grande e con l’U23 daremo ai nostri giovani più tempo per prepararsi alla giocare contro gli adulti”.

La conferenza stampa di Ibrahimovic si è conclusa con una dichiarazione alla Zlatan. “Non ho bisogno di qualcuno che mi protegga, sono forte. Se commetto un errore, dirò che ho commesso un errore”. Speriamo tutti di non sentirlo mai.

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