Pulisic parla di strategia sbagliata contro Roma e Inter

By Mario Labate -

Pulisic sta vivendo la migliore stagione della sua carriera ed è solo la prima con il Milan. In questa annata l’americano ha segnato 12 gol in Serie A e 15 in totale tra tutte le competizioni.

Il suo record precedente risale alla stagione 2019-20, quando al Chelsea segnò nove gol in Premier League e 11 in totale. Alle 15 realizzate in rossonero vanno aggiunti anche nove assist. Un totale di 24 gol in cui ha partecipato attivamente.

L’acquisto di Pulisic per 20 milioni dai Blues si è rivelato un ottimo investimento per il Milan che da tempo aveva bisogno di un salto di qualità sulla fascia destra. L’ottima stagione vissuta in rossonero ha rialzato le quotazioni dell’americano che ora ha raddoppiato il proprio valore di mercato.

Intervistato da Il Giornale Pulisic ha fatto il punto sull’annata appena trascorsa a San Siro. L’ex Chelsea ha anche detto la sua sui brutti tracolli contro Roma e Inter.

Pulisic a Il Giornale

Quindici gol e nove assist nel suo primo anno di calcio italiano. 

“La spiegazione è molto semplice: nei due anni prima del Chelsea ho subito una serie di infortuni e alcuni cambi di allenatore che non mi hanno aiutato. L’esatto contrario di quanto successo a Milanello. Qui dal primo giorno ho ricevuto la fiducia di tutti, è stata la svolta”.

Sei arrivato al Milan come esterno mancino. In rossonero hai fatto bene a destra e non a sinistra, perché?

“È proprio vero e qualche volta, con lo staff tecnico, ci scherziamo sopra. Non sono più capace di giocare a sinistra! La verità è che mi sono abituato tantissimo al destro e ne ho sicuramente beneficiato anche nel fare gol grazie ad un piccolo segreto. Si chiama Rafa Leao.

“Ho studiato e capito come si muove. Di solito attira su di sé uno, due o tre avversari e poi la difesa resta sguarnita altrove. In quel momento mi muovo, vado al centro dell’area, sicuro come sono che riceverò lì il passaggio giusto al momento giusto. .”

I calciatori provenienti dall’Inghilterra incidono positivamente sul nostro calcio. Al contrario non sempre i giocatori italiani diretti in Premier League riescono a sfondare: c’è un motivo?

“La mia ipotesi è che la Serie A sia molto più tattica. Il campionato inglese molto più fisico e tecnico. Se arrivi dalla Premier League con queste qualità puoi dare subito il massimo”.

Che effetto ha avuto la protesta dei tifosi e della Curva Sud nello spogliatoio?

“I tifosi ci hanno spronato e aiutato per tutta la stagione, con rumore ed entusiasmo. Hanno sempre fatto il tutto esaurito, per questo rispetto il loro stato d’animo attuale”.

Lo scetticismo diffuso sul futuro e la delusione sul presente sono il risultato dell’eliminazione dalla Roma e dei sei derby persi di fila: come li spieghi?

“Non ho certezze in merito. Posso pensare che abbiamo affrontato queste partite senza la giusta organizzazione. Non sempre abbiamo difeso nel modo giusto, forse la strategia non era perfetta.  siamo diventati vulnerabili, lasciando scoperta la fase difensiva per la voglia di attaccare sempre”.

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