Milan, che confusione: tante teste, tanti nomi, nessun progetto

By Mario Labate -

D’Ottavio, Moncada, Ibrahimovic, Furlani e infine Cardinale. Questo il processo decisionale che pone il Milan sempre nella posizione di inseguire sul calciomercato e non solo. 

Il Milan si appresta a vivere un’estate accesissima che vedrà la nascita di un nuovo progetto tecnico dopo l’ormai sicuro esonero di Stefano Pioli a fine stagione.  Una scelta maturata già all’indomani dell’ennesimo derby perso.

A fare da contorno anche la complessa situazione vissuta fuori dal campo con l’inchiesta della Procura di Milano riguardante la cessione da Elliott e Red Bird e il licenziamento del direttore amministrativo Savi, giudicato dai giornali la “talpa” all’interno della società.

La complessità si rispecchia anche sulla macchinosità dell’attuale nomenclatura dirigenziale con ben 4 figure dai ruoli ufficialmente separati, ma che rischiano di sovrapporsi nella catena decisionale. Furlani, Ibrahimovic, Moncada e D’Ottavio sono i professionisti che, in ordine gerarchico, dovranno confezionare il Milan 2024/25.

Moncada e D’Ottavio sono – insieme ai responsabili del tanto decantato “algoritmo” – coloro che  selezionano i talenti sul calciomercato. Ibrahimovic è il primo filtro, colui che sceglie quale obiettivo portare a compimento. Furlani invece la responsabilità di rendere il tutto sostenibile dal punto di vista finanziario, il penultimo passo prima di consegnare i documenti a Gerry Cardinale per la firma finale.

Ruoli poco chiari

Aumentare il numero di ingranaggi incrementa però anche il rischio di inceppamenti. Sembra essere questo il motivo per cui ad oggi la strategia del Milan riguardo alla nomina del prossimo allenatore appare tutt’altro che chiara.

Thiago Motta, Lopetegui, Sarri, Conte, Fonseca, Conceicao, Amorin, van Bommel, Roberto Martinez (fa effetto leggerli tutti insieme) non sono solo nomi “sparati” dai giornali. Molti di questi sono anche stati realmente contattati dalla dirigenza. Un casting enorme e variegato che rispecchia le varie teste pensanti in seno al Milan.

Oltre a rallentare il percorso decisionale, tanti cervelli portano anche “in dote” divergenze d’opinioni e di giudizio. Per questo motivo il Milan ad oggi si vede superare nella corsa a Thiago Motta, primo obiettivo per il post-Pioli, dalla ben meglio strutturata Juventus.

Un problema, “aggravato” dall’aggiunta di Ibra, che però non nasce oggi. Già l’estate scorsa il Milan è finito per dover cambiare spesso idea in corsa a causa della poco lineare strategia dirigenziale che ha visto sfumare nell’ordine Frattesi, Thuram e Taremi al fotofinish, tutti andati all’Inter.

Bianconeri e nerazzurri hanno infatti un organigramma più chiaro e solido con uno, massimo due, dirigenti “decisionisti” che possono aprire e chiudere una trattativa anche nel giro di poche ore.

Il Milan no, per i rossoneri ogni operazione è un parto. Analisi, contro-analisi, valutazioni tecniche, finanziarie e infine, solo infine, ci si siede al tavolo per trattare nel concreto. Un processo decisionale lento, macchinoso e che può capitolare in qualsiasi momento se dovesse arrivare  il veto da chi sta gerarchicamente sopra.

Il prossimo mercato

Eppure nonostante questo il Milan lo scorso mercato estivo ha chiuso con ben 10 acquisti, segno che le cose magari a rilento si fanno. Loftus-Cheek e Pulisic sono stati il fiore all’occhiello a cui si può aggiungere il positivo Reijnders. Ma poi?

Okafor, Chukwueze, Musah, Pellegrino, Jovic, Romero e Terracciano sono stati poco più che comprimari, se non clamorose delusioni. Questo non perché il Milan non abbia valutato adeguatamente gli acquisti fatti, ma anzi proprio perché gli ha studiati troppo. Tutti i nomi elencati sono seconde, terze se non quarte scelte divenute realtà perché chi stava davanti a loro sulla lista degli obiettivi finiva altrove.

Un problema che, come detto, si sta ripetendo oggi con la nomina del nuovo allenatore e che senza dubbio si replicherà anche sul mercato. Il Milan si affaccia dunque all’estate ancora una volta da inseguitrice di obiettivi e risultati, nella speranza che tra qualche anno si possa finalmente tornare ad essere lepre.

Conclusioni

Oggi stiamo vedendo come non sia semplice selezionare l’allenatore, scelta importantissima per carità, ma immaginatevi cosa significherà in estate provare a chiudere per il centravanti da 50/60 milioni dovendo combattere con la concorrenza dei più importanti Top Club d’Europa…

Negli scorsi mesi Cardinale ha annunciato cambiamenti “evolutivi” al Milan che oggi hanno appesantito invece di snellire, chissà che nel prossimo futuro non si arrivi almeno a decidere qualcosa in questo senso.

Tags AC Milan

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