Lopetegui-Milan, che confusione! Sarebbe stato più facile dire la verità

Lopetegui al Milan è stato nettamente il tema più caldo delle ultime settimane. Non a caso un periodo nero per il Diavolo che ha già esaurito tutti i propri obiettivi stagionali fallendone la maggior parte.

Archiviata quasi senza battere ciglio l’avventura di Pioli, tifosi e giornalisti (tra cui noi) si sono concentrati sul nome del prossimo allenatore. Una ricerca spasmodica che, complice la pessima china presa dall’editoria, ha innescato la classica battaglia del “chi la spara per primo” tra testate, esperti e “insider” sui social.

Nel buio pesto di notizie rilevanti sul fronte campo, l’interesse del pubblico si è rivolto solo a questo: “Chi sarà il nuovo allenatore del Milan?”. Tutto normale, ma la ricerca di clic e attenzione mediatica che ne è conseguita ha eliminato il calcio dal discorso generando una sorta di “ippodromo” virtuale.

Una gara di Ippica in cui ogni soggetto interessato si piazzava nella gabbia di partenza a cavallo del proprio ronzino, l’allenatore scelto, pronto a scattare e a vedere quanto sarebbe riuscito ad andare lontano.

E così alla partenza ci si è ritrovati con un nome che ha preso la fuga rispetto a tutti gli altri: Julien Lopetegui appunto. In sella c’è stato Matteo Moretto, un giornalista vero, che però ad un certo punto della corsa sembra aver perso le redini del proprio cavallo.

La partenza

In sella a Lopetegui infatti ad un certo punto sono saliti tanti, quasi tutti, talvolta intere redazioni generando una eco mediatica decisamente più grande rispetto a quella che era la realtà delle cose. Senza entrare nel merito delle fonti, sappiamo bene come seguire quella sbagliata possa portare a gravi errori di valutazione, le nostre notizie (acclarate dai fatti di oggi) sono state sempre più pacate.

Lopetegui è stato un profilo seguito ed incontrato dal Milan, come tanti altri. Come spesso accade in questi incontri, si è andati anche oltre la “filosofia” parlando nel concreto di soldi e anni di contratto. Nessun accordo, nessuna stretta di mano, nessuna firma, solo un sondaggio.

D’altronde lo stesso Lopetegui, allenatore libero, fino ad una settimana fa era promesso sposo del West Ham e oggi appare ad un passo dal Manchester United. Un vero fulmine delle trattative o più semplicemente un disoccupato che ha fatto una serie di colloqui di lavoro e ora attende la chiamata?

Riportare il calcio ad un contesto di normalità, perché di questo si tratta, sarebbe più semplice e utile rispetto ad inscenare tradimenti e retroscena, che però fanno vendere i giornali.

L’arrivo

Ed è qui che arriviamo all’oggi, all’arrivo. Lopetegui come detto ha smesso di essere il cavallo del solo Moretto diventando anche quello de La Gazzetta e di tanti altri autorevoli professionisti. Ma come spesso accade nelle gare dei cavalli, non tutti arrivano alla fine della corsa.

La deragliata di Lopetegui è stata sonora perché ha portato dietro di sé chi, per non restare indietro, si è aggrappato ad ogni lembo del suo manto finendo col culo per terra. E così invece di alzarsi e scrollarsi la polvere di dosso si è cercata una scusa, la più roboante, che rendesse quella caduta meno fragorosa.

“Sono stati i tifosi del Milan”.

La conclusione

La scusa perfetta nell’epoca dei social, quella che non risolleva ma che genera Hype perché parte dal basso, da tutti. Una scusa però (ci scusiamo) non vera. Il Milan non ha scelto Lopetegui non per via di 10.000 firme o perché la curva lascerà gli striscioni a casa contro il Genoa. Il Milan non ha scelto Lopetegui semplicemente perché non l’aveva mai fatto.

Il colloquio avuto nelle scorse settimane era stato umanamente piacevole, ma per nulla significativo nell’ordine di una futura assunzione. Il Milan dopo aver ascoltato Lopetegui infatti non è rimasto fermo continuando ad interloquire anche con l’entourage di Thiago Motta e quello di De Zerbi, per fare due nomi, a nostro avviso da sempre più “concreti” rispetto allo spagnolo.

Tuttavia nel silenzio ogni piccolo rumore diventa valanga. Questo è l’errore che ci sentiamo di imputare al Milan che, ci aspettiamo che lo faccia nel pre-partita di domenica, sarà chiamato a fare chiarezza sulla questione anche se in colpevole ritardo.

In conclusione quello che è accaduto con Lopetegui è il normale risultato di un un insieme di fattori che coinvolgono trasversalmente editoria, social e calcio. Un triunvirato di mondi non troppo sani ma che, stiamone certi, continueranno farci divertire quest’estate.

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