Furlani sul prossimo mercato, il ruolo di Ibra al Milan e il futuro di Pioli

By Mario Labate -

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Giorgio Furlani ha condiviso le sue riflessioni sul futuro del Milan. Dalle voci che parlano di una possibile cessione di qualche big, fino alle indagini che l’hanno coinvolto in prima persona. 

È stata una stagione piuttosto strana per il Milan, attualmente al secondo posto e ai quarti di finale di Europa League. Eppure c’è grande delusione tra i tifosi e, in una certa misura, probabilmente anche tra i dirigenti.

Nella sua lunga intervista alla Gazzetta dello Sport,  l’ad del Milan Giorgio Furlani ha parlato del futuro e dell’imminente mercato estivo. Ha chiarito che i rossoneri faranno investimenti mirati per perfezionare la squadra, lasciando intendere che ci sarà un tesoretto da spendere.

Non sei tifoso del Milan per tradizione di famiglia…

“Ai miei figli non è concessa questa libertà, esiste solo il Milano. Bei ricordi? Due su tutti, l’azione solitaria di Weah contro il Verona e i quattro gol di Van Basten contro il Göteborg. Tra i campioni di tutti i tempi metto Savicevic e Papin, oltre ai soliti Van Basten e Baresi”.

Da tifoso del Milan e amministratore delegato del club, come si fa a superare la delusione per la probabile seconda stella dell’Inter?

“Ovviamente ci sarebbe piaciuto vincerla prima, puntiamo a farlo l’anno prossimo. Non siamo poi così lontani: abbiamo tolto dal fango un club che rischiava il fallimento a causa della proprietà cinese. Ora dobbiamo continuare lungo il percorso di crescita per essere stabilmente al livello dei migliori in Europa”.

Puoi farlo in una sola stagione?

“L’obiettivo era e resta sempre vincere. Siamo ancora secondi. In campionato abbiamo un punto in meno rispetto alla stagione dello scudetto e dieci in più rispetto ad un anno fa. Vuol dire che abbiamo migliorato la squadra, che abbiamo una base di partenza più forte con buone rotazioni.

“I nuovi acquisti hanno portato 40 gol e l’avvicendamento non è più un problema. L’anno scorso dovevamo rivoluzionare la rosa, quest’anno no, dovremo perfezionarla. Avremo il vantaggio della continuità per puntare a vincere il campionato e andare avanti in Europa”.

Sugli obiettivi sportivi

Allora, calendario alla mano: quanto tempo impiegherà il Milan per vincere la prossima Champions League?

“Se lo chiedete a Cardinale, vi direbbe al più presto. È innamorato del club ed è il più determinato. Se mi chiedi in cosa voglio migliorare è semplice: vincere. Un anno fa arrivammo in semifinale di Champions League, non accadeva dal 2007. Quest’anno ci siamo fermati alla fase a gironi ed è anche questione di fortuna o sfortuna nel sorteggio.

“E poi c’è l’Europa League, che non abbiamo mai vinto: è un obiettivo importante. Non so quanto ci vorrà, ma ripeto: abbiamo riportato la società ai vertici della Serie A, anche grazie alla guida del presidente Scaroni. Oggi tutte le risorse generate vengono reinvestite per costruire una squadra sempre più forte e capace di lottare per vincere”.

Da dove pensi di poter generare nuove entrate?

“Certamente dallo stadio. Per essere veramente e costantemente competitivi in ​​Europa, devi stare al passo con gli altri club. Senza uno stadio adatto al 2024, e non al 1960, stai effettivamente operando in modo incompleto. Il progetto San Donato è quello che abbiamo trovato più interessante, proseguiamo su questa strada.

“Il sindaco Sala e WeBuild hanno proposto l’idea di un progetto di ristrutturazione di San Siro di cui non conosciamo i dettagli. Abbiamo ascoltato le varie opzioni, ma la strada principale rimane San Donato. Volte? Ipotesi 2028-2029, ma non andrò troppo lontano”.

Su Red Bird e l’indagine della Procura di Milano

Il traguardo non è proprio dietro l’angolo. Quindi, nel frattempo, cosa si può fare?

“I risultati sportivi ci hanno aiutato ad alimentare quelli economici e viceversa, dopo diciassette anni abbiamo un bilancio positivo. I ricavi sono cresciuti del 60% grazie anche al contributo di RedBird e all’esperienza trentennale nello sport di Cardinale: Gerry tiene molto ai risultati.

“Cardinale è il primo a sottolineare che non esiste performance finanziaria senza performance sportiva. È un titolare che partecipa quotidianamente alla vita del club, ci sentiamo tutti i giorni e più volte al giorno. Prima di andare a dormire mi chiedo: ‘Gli ho raccontato tutto quello che è successo oggi?’. Gerry è sempre puntuale, in contatto con tutto il nostro team di lavoro, vuole che il suo progetto sia un successo a tutto tondo.”

Sull’indagine sulla proprietà del club…

“Non ne abbiamo timore, la proprietà del Milan è RedBird dall’agosto 2022. Elliott ha concesso un seller prestito che è uno dei tanti modi possibili per concludere un’operazione di questa portata. Non c’è nulla di nascosto, tutto è molto trasparente e i fatti sono facilmente verificabili. È giusto che le autorità facciano il loro dovere, noi rimaniamo pienamente collaborativi”.

I giornali dicono che la ricerca di un socio di minoranza è vera. Il Milan apre le porte a un nuovo azionista?

“Dato che il prestito del venditore, di cui si parla molto, scade nella seconda metà del 2025, non c’è nulla di imminente. Non ci sono trattative in corso. In ogni caso il controllo del Milan è e resterà nelle mani di RedBird”.

Sul ruolo di Ibrahimovic

C’è un uomo nuovo nel club ed è Zlatan Ibrahimovic: ha davvero preso il comando?

“A livello formale Zlatan non ha il potere di decidere nulla, ma il nostro approccio non è ‘formalistico’. C’è un gruppo che opera e decide in piena collegialità. Il mio rapporto con Ibra è fantastico e ho la fortuna di averlo vicino. Siamo complementari, lui è un uomo di campo, io sono un regista. Io non posso parlare con Maignan nella sua lingua, Ibra sì”.

Sul suo approccio al lavoro di amministratore delegato

“Ci tengo al Milan, ci tengo davvero. Ribadisco, le condizioni in cui si è trovata la società hanno accentuato in me forte attenzione, responsabilità e avversione. Quando mi è stata offerta l’opportunità di far parte dell’azienda, mi sono posto una domanda: ‘Sul letto di morte, mi pentirò di averlo fatto oppure no?’ Ho risposto di no. Per me non è una questione di carriera, esiste solo il Milan: il club a cui sono legato oggi e per sempre. Non cerco le luci della ribalta nel calcio, non andrò mai in nessun altro club”.

In sintesi: Ibra sceglierà i giocatori sul mercato?

“Non dimentichiamo Moncada: Geoffrey è il numero uno. È proprio Ibra il primo a rivolgersi a Geoff per scambiare opinioni sui profili dei giocatori. Non decido sulla scelta tecnica, ma sugli aspetti connessi e legati all’investimento: se hai 100 milioni, non paghi 80 milioni per un solo giocatore.

Furlani sul mercato

L’ad rossonero si è soffermato a parlare del prossimo mercato estivo e dell’esigenza del Milan di dover acquistare un nuovo centravanti.

Siete pronti a spendere 50 milioni per l’attaccante?

“Nel calcio commettiamo il grosso errore di pensare che il prezzo corrisponda al valore, ma non è quasi mai così. Il mercato dei calciatori è il più inefficiente che ci sia. Vogliamo puntare al valore, che non necessariamente corrisponde al costo del giocatore. Dobbiamo trovare tipi Pulisic, Loftus… Il budget stesso dipende da tanti fattori: da come finiamo la stagione e dal mercato in uscita”.

Il nuovo numero 9 farà ancora coppia con Leao o ascolterete qualche offerta “folle”?

“Rafa ha una clausola rescissoria da 175 milioni ma prima ancora ha la voglia di restare al Milan. Sta bene qui, dovrebbe essere lui a chiedere di andarsene ma in realtà non vuole. Viva Leao al Milan”.

Vale lo stesso per Theo e Maignan?

“Hanno contratti fino a giugno 2026. Si parla di vendere o comprare ma spesso sono i giocatori a decidere il rispettivo futuro. Theo e Mike sono due campioni, speriamo che restino con noi il più a lungo possibile e facciano ancora la differenza”.

Come Pioli?

“Finora la nostra stagione è stata buona, ma proprio come l’anno scorso c’era un’altra squadra che è andata oltre le aspettative. Ieri Napoli, oggi Inter. Pioli ha una storia decisamente positiva al Milan, ha riportato la squadra in Champions e ha vinto lo scudetto.

“Spesso viene criticato ma ha ottenuto risultati importanti. Nessuno del club ha mai parlato di panchina a rischio. Adesso sarebbe ingeneroso valutarlo in base al suo futuro percorso in Europa League o all’esito del derby, per quanto importante sia”.

Su Camarda e l’Under 23

Vedete anche una squadra U23 nel futuro, magari con Camarda protagonista?

“Le riflessioni sulla seconda squadra ci sono ormai da cinque-sei anni, ma il contesto normativo resta complicato. Camarda è un ragazzo cresciuto nel nostro settore giovanile, ha appena compiuto 16 anni e vorremmo che restasse sempre con noi e segnasse tanti gol in futuro con questa maglia.

“Lui è un tifoso rossonero come me, sono convinto che voglia restare in un progetto sportivo importante. Ci tengo a precisare che alcuni dati emersi riguardo ad ipotetiche richieste avanzate non sono assolutamente corretti, anzi sono offensivi nei confronti degli agenti, del ragazzo e della sua famiglia”.

Tags AC Milan
Seguici