Il 4-2-3-1 è il miglior modulo possibile per il Milan? I dati dicono di no

By Mario Labate -

La dura sconfitta nel derby ha spinto Pioli ad abbandonare il 4-3-3 per tornare al più congeniale (per lui) 4-2-3-1. Ma è davvero stato un bene per il Milan?

Quando si pensa alle squadre d’élite della storia ci si focalizza spesso sul centrocampo, reparto non a caso giudicato “nevralgico”. Un esempio è il Milan di Carlo Ancelotti e la mediana composta da Seedorf, Gattuso, Pirlo e Kakà, una splendida “filastrocca” per i tifoi del Milan.

Più di qualsiasi altro settore del campo però il centrocampo deve avere equilibrio. Un fattore che i grandi allenatori devono sempre tenere a mente e in cui proprio Carlo Ancelotti è stato ed è tuttora maestro.

Il suo erede in rossonero Stefano Pioli non ha ovviamente ancora raggiunto quei livelli, ma si sta forgiando insieme al suo Milan. Un esempio lampante ci viene fornito proprio dalle mutazioni del centrocampo del Milan 2023/24.

Negli ultimi mesi Stefano Pioli sembra aver ritrovato il suo amore (se mai se n’era andato) per il 4-2-3-1. Tuttavia, le sue scelte a centrocampo sono rimaste costanti per gran parte dell’anno; Tijjani Reijnders e Ismael Bennacer fungono da doppio perno, mentre Ruben Loftus-Cheek è il più avanzato del trio.

A inizio anno Pioli aveva optato per il 4-3-3 con lo stesso organico. Tuttavia, Loftus-Cheek spesso è progredito verso aree più avanzate, il che significa che anche se la squadra iniziava la gara con il 4-3-3, passava spesso al 4-2-3-1.

Sono diversi i motivi per cui il tecnico parmigiano ha optato per questo trio. A partire dai pivot Bennacer e Reijnders, due profili complementari.

Tijjani Reijnders

Reijnders è stato ingaggiato per giocare come ‘8’, ma il suo ruolo nel 4-2-3-1 lo ha visto spesso schierarsi leggermente più dietro, in copertura. Una scelta che non ha subito portato i frutti sperati ma che ora sembra essere congeniale all’olandese in continua crescita in questa stagione.

Il ruolo da regista occupato da Reijnders, bravissimo nelle verticalizzazioni e nel trovare il varco giusto anche in presenza di diversi avversari, l’hanno reso un elemento prezioso nella fase iniziale della manovra rossonera.

Ismael Bennacer

Passiamo dunque al suo compagno di reparto Ismael Bennacer. L’algerino ha faticato a trovare costanza di rendimento in questa stagione a causa di diversi infortuni. Una volta rientrato a pieno regime tuttavia ha ritrovato se stesso confermandosi un elemento essenziale soprattutto nel coprire gli spazi vuoti lasciati dai difensori.

Le sue ottime qualità nel palleggio lo rendono maggiormente efficace, se accoppiato a Reijnders, quando i rossoneri decidono di costruire dal basso. Bennacer è l’uomo designato a dare il primo passo al Milan scandendo così il ritmo di ogni azione.

Ruben Loftus-Cheek

Ruben Loftus-Cheek è un giocatore davvero interessante e il Milan potrebbe aver fatto un affare quando lo ha acquistato dal Chelsea la scorsa estate. La carriera dell’inglese è stata falcidiata dagli infortuni e il club londinese ha deciso che l’estate scorsa era giunto il momento per lui di voltare pagina.

Ad approfittare del ribasso delle sue quotazioni è stato il Milan che, superando la concorrenza di diversi club esteri, si è assicurato forse l’elemento che ha impressionato di più all’interno del centrocampo 2023/24.

Attualmente viene schierato come trequartista della squadra e, anche se ha contribuito con 9 gol e 2 assist in 34 presenze, ha ancora ampi margini di miglioramento.

 

4-3-3 o 4-2-3-1 è cambiato veramente qualcosa?

Quindi la soluzione potrebbe essere il ritorno al 4-3-3? In carriera il miglior calcio espresso da Loftus-Cheek è arrivato giocando box-to-box alle spalle di Eden Hazard. Discorso simile anche per Reijnders e Bennacer, inizialmente scelti per colmare un centrocampo a tre, prima del ritorno al 4-2-3-1 da parte di Pioli.

Come accennato in precedenza, il tecnico rossonero ha sperimentato il 4-3-3 in questa stagione tenendo una percentuale di vittorie in Serie A quasi del 70%. Il lato negativo, ovviamente, è stata la sconfitta per 5-1 nel derby, un’umiliazione che ha spinto Pioli a cambiare celermente sistema di gioco.

Il ritorno al 4-2-3-1 è avvenuto a gennaio, ed è più che giusto dire che il Diavolo ha vissuto finora un 2024 positivo. Tuttavia, i rossoneri hanno “solo” eguagliato la percentuale di vittorie ottenute giocando con il 4-3-3, suggerendo che, forse, il cambiamento sia stato più percettivo che reale.

Anche i giocatori utilizzati da Pioli a centrocampo sono cambiati nel corso di questi mesi. Quando Pioli usava il 4-3-3 il centrocampo del Milan vedeva pochissime costanti soprattutto riguardo il posizionamento degli interpreti. Reijnders ad esempio oè stato fortemente coinvolto, ma la sua zona di competenze è cambiata di partita in partita passando da centrale del trio a mezzala di movimento.

Inoltre, complice il grande numero di infortuni nella prima parte di stagione, non ha mai avuto partner fissi. Un fattore che influisce anche sulle sinergie che un reparto come il centrocampo deve avere insite.

Questione di coerenza

Come ogni cosa nel calcio, la coerenza è probabilmente il fattore più importante quando si esaminano giocatori e squadre. A cosa serve un attaccante che segna 10 gol in tutta la stagione e nel corso di sole tre gare?

Lao stesso paradigma si deve applicare al resto della squadra. Un gruppo di giocatori avrà difficoltà ad esibirsi se cambia costantemente ruolo e partner, e lo abbiamo visto nelle ultime settimane. A febbraio vi abbiamp presentato un rapporto sulle migliori combinazioni del centrocampo del Milan e a risultare più efficace è quella composta da Reijnders, Loftus-Cheek e Adli.

Da allora, però, Pioli ha scelto di sfruttare al massimo il doppio perno Reijnders e Bennacer, che ha portato grandi successi, e i numeri lo dimostrano. Potenzialmente quindi, Pioli potrebbe provare a riproporre il 4-3-3, con le opzioni a sua disposizione adesso e non le poche che risultavano a settembre.

Provando a disegnare il 4-3-3 che potrebbe utilizzare Pioli, il Milan inizierebbe con Bennacer come perno basso, con Reijnders in qualità di box-to-box e Loftus-Cheek centrocampista più offensivo. Considerata la competenza di Reijnders in entrambe le aree del gioco, questo dà la libertà a lui e a Bennacer/Loftus-Cheek di cambiare all’occorrenza posizione durante la gara.

Loftus-Cheek mezzala destra

Un’altra considerazione può essere fatta riguardo all’utilizzo di Loftus come mezzala destra invece che trequartista, ruolo che spesso lo spinge ad allagarsi sulla fascia mancina.

Si possono fare paragoni tra Christian Pulisic e Hazard (ex compagno dell’Inglese al Chelsea) riguardo al modo in cui entrambi amano tagliare dentro con la palla. Tuttavia nel 4-2-3-1 di Pioli l’americano appare poco propenso ad occupare tali spazi perché limitato dal posizionamento proprio di Loftus-Cheek.

Reijnders è stato schierato il più delle volte a sinistra e nella sua recente partita con l’Olanda ha giocato magnificamente, il che lascia intuire come sia in grado di facilitare il sopracitato cambio.

Inoltre, ciò fornirebbe ulteriori vantaggi nelle fasi difensive. Recentemente l’olandese si è trovato spesso a coprire le avanzate di Theo Hernandez e lo ha fatto molto bene. Potenzialmente, avere il trio Rafael Leao, Loftus-Cheek e Hernandez tutti sulla stessa catena generare delle preoccupanti lacune difensive.

Inoltre, è stato notato che il gioco di Davide Calabria è diventato più incentrato sulla difesa in questa stagione, e quindi avere Loftus-Cheek dalla parte del capitano gli permetterebbe di avere più libertà in attacco, sapendo che il terzino destro non attaccherà.

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