I giocatori del Milan durante la sosta: Kjaer chiarisce il futuro, Adli da brividi

By Mario Labate -

Tutte le dichiarazioni dei giocatori del Milan nel corso di questa sosta per le Nazionali: Musah, Pulisic, Kjaer, Adli e anche l’ex Messias attualmente in prestito al Genoa. 

Intervenuto in conferenza stampa dal ritiro della Nazionale statunitense, Yunus Musah ha parlato della sua prima stagione vissuta in maglia rossonera e del rapporto che lo lega al connazionale Pulisic.

“Sono davvero contento di come è andata la stagione in una squadra così forte come il Milan. Sono riuscito a giocare tante partite all’inizio, anche in Champions League contro alcune grandi squadre come il PSG. Abbiamo molti giocatori di talento nel mezzo, quindi c’è molta concorrenza. Possiamo iniziare tutti, quindi è difficile per l’allenatore scegliere chi gioca. Sono pronto ogni volta che arriva il mio momento”.

Su Christian Pulisic

“Sono davvero molto felice di come vedo Christian giocare in questo momento. Sta segnando molti gol, influenzando molto il gioco della nostra squadra. Direi che è stato il nostro miglior attaccante in questa stagione al Milan, quindi sono davvero felice per lui. Sta andando così bene. Vedo che anche lui si sta divertendo e forse sta vivendo una delle sue migliori stagioni. Quindi sì, sono davvero felice di vedere un americano fare una cosa del genere. Ogni volta che potevo aiutarlo con la lingua, l’ho fatto, e anche lui sta imparando. E come puoi vedere è felice, si diverte e segna. Sta lavorando molto duramente sul suo italiano ed è riuscito a imparare parecchio. Adesso capisce davvero l’allenatore e i compagni di squadra”.

Le parole di Messias

Intervistato da La Repubblica, Junior Messias ha parlato di quello che è stato uno dei momenti più belli della sua carriera da giocatore del Milan.

Il Milan era nello stesso girone di Champions League dell’Atletico Madrid e alla quinta giornata si recò nella capitale spagnola per una sfida quasi da “dentro o fuori”.

In quell’occasione i rossoneri riuscirono ad uscire vincenti dal Wanda Metropolitano proprio grazie ad una rete di Messias, bravo a capitalizzare un cross di Franck Kessie all’87esimo minuto.

Sfortunatamente, il Milan terminò il girone all’ultimo posto dietro anche Liverpool e Porto.

“Se non vincevamo eravamo fuori: sono entrato al 78′ e ho segnato un colpo di testa a tre minuti dalla fine. Ricorderò quel gol per tutta la vita e nemmeno i tifosi del Milan lo dimenticheranno. A fine partita piangevo: dalla Uisp al gol decisivo in Champions, un sogno”. 

La reazione di Ibrahimovic

Messias ha poi spiegato che il gol ha toccato anche Ibrahimovic a livello emotivo, ma sapeva che lo svedese lo avrebbe ucciso se avesse rivelato troppi dettagli.

“Ibrahimovic è venuto ad abbracciarmi: ‘Non fare così, altrimenti piango anch’io’. Ma non diciamo che Ibra si è commosso altrimenti mi ammazza”.

“Chi non lo conosce non può immaginare che personaggio straordinario sia. Grande umanità e incredibile simpatia”, ha detto Messias.

Le parole di Pulisic

In conferenza stampa davanti ai giornalisti americani, Christian Pulisic  ha fatto il punto riguardo alla sua esperienza in Italia.

Pulisic è stato, numeri alla mano, il miglior giocatore di questa stagione per il Milan. Con 12 gol e sette assist in tutte le competizioni, ha già stabilito un personale record.

“Mi sto divertendo molto. È stato un bel cambio di ritmo per me. Adoro la cultura italiana. Sto cercando di assorbire tutto. Sto facendo del mio meglio per imparare la lingua, quindi mi sento abbastanza bene con tutte queste cose e per ora mi piace moltissimo”. 

Il suo compagno di squadra Fikayo Tomori è stato spesso elogiato per la rapidità e la competenza con cui è riuscito a imparare a parlare italiano, cosa che Pulisic non è ancora stato in grado di fare.

 “Capisco praticamente tutto. Il Milan mi ha chiesto se potevo fare la mia intervista in italiano l’altro giorno e io ho detto, ‘Sì, puoi fare le domande [in italiano] e risponderò in inglese, ma la prossima volta risponderò in lingua.’ Mi sto avvicinando ma non sono ancora fluente.”

Le parole di Adli

Intervistato da Sportweek, Yacine Adli ha parlato del percorso tortuoso che l’ha portato oggi ad essere un titolare del Milan.  Il francese ha anche parlato delle emozioni provate nel giocare davanti ad 80.000 spettatori a San Siro.

“Quando vedo 80.000 tifosi cantare insieme mi vengono i brividi. Mi sento uno di loro. E questo, anche quando non giocavo, mi faceva sentire dentro, vivo, vicino agli altri nello spogliatoio, vicino ai tifosi. Questo amore che ho ed è venuto da solo, non lo controllo”, ha detto Adli.

Sull’inizio al Milan

“Nel bene e nel male relativizzo molto. Quando qualcuno mi diceva: “Non sai giocare, sei pessimo”, sapevo che mancava ancora qualcosa, ma sapevo che qualcosa sarebbe arrivato. Adesso cerco la calma, la serenità, mi piace sentire il rumore del nulla, il suono della vita”, ha detto.

Le parole di Simon Kjaer

Parlando al portale danese bold.dk, Simon Kjaer ha rivelato sia felice di essere ancora a tutti gli effetti un giocatore del Milan e di quanto ami vivere in Italia.

Kjaer è arrivato al Milan in prestito a metà della stagione 2019/20, per poi essere riscattato a titolo definitivo nell’estate successiva. Oggi è un vero e proprio senatore, ma il suo contratto in scadenza a giugno lascia pensare che la sua avventura sia agli sgoccioli.

“Per quanto mi riguarda, sono nel posto in cui voglio essere. Gioco nel Milan, mi trovo bene al Milan e ripongo tante speranze in me stesso. Ma che la decisione venga presa adesso o tra due mesi, per me non cambia nulla. Eravamo settimi o ottavi quando sono arrivato quattro anni fa. Adesso siamo in Champions League ogni stagione”.

Restare al Milan sarebbe la prima scelta

“Se posso restare a Milano sono molto felice. È sempre il club in cui ho cercato di arrivare, fin dalla prima volta che sono andato al Palermo. Se non è Milano, allora ho 35 anni e posso scegliere liberamente cosa voglio con la mia famiglia. Non mi preoccupa. Mi sta bene”. 

Offerte rifiutate anche in estate

“Mentirei se dicessi di no. Ovviamente ho deciso diversamente. In precedenza ho anche rifiutato offerte dall’Arabia Saudita. L’ho fatto per molte ragioni. Innanzitutto perché in questo momento sono nel posto in cui ho sempre desiderato essere. Ho fatto un bellissimo percorso calcistico, ho sempre desiderato giocare nel Milan e ho una vita incredibilmente bella a Milano e in Italia”.

Milano è la mia casa

“Mia moglie è svedese, quindi la Danimarca non è la sua casa, così come la Svezia non è la mia. Per noi l’Italia è diventata la nostra casa. È qui che abbiamo vissuto più a lungo e ci siamo divertiti molto. Questo vale per tutta la famiglia”. 

Sui suoi infortuni

“L’infortunio al ginocchio ha cambiato il mio modo di pensare. Ho imparato davvero a godermi il momento e ad apprezzare le esperienze che faccio da calciatore. Penso che il 90% dei giocatori della Nazionale che sono qui non la pensino come me. Quando gioco penso di essermi divertito moltissimo, ma penso anche che potrebbe essere una delle ultime partite. Ecco perché lo apprezzo di più”.

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