Il migliore centrocampo del Milan è con Adli in campo: dati a confronto

Confrontando le varie possibili composizioni del centrocampo del Milan si è visto come il migliore sia con Adli in campo. Cerchiamo di capirne il motivo e come potrebbe evolversi il gioco rossonero. 

Quella che è appena cominciata pare una settimana positiva per Pioli che, per la prima volta da settembre, riabbraccia tutti i propri difensori. Pierre Kalulu e Fikayo Tomori sono infatti finalmente usciti dall’infermeria e a totale disposizione del tecnico.

Un ritorno che garantisce maggiori rotazioni e anche la possibilità di migliorare il disastroso dato dei gol subiti che proietta il Milan al 10° posto in Serie A. Con una difesa “colabrodo”, a fare la differenza per i rossoneri in questa stagione è l’attacco: il secondo di tutto il campionato.

Tra la retroguardia in perenne emergenza e l’attacco che funziona però c’è il centrocampo: ancora un’ incognita per quanto concerne gli interpreti titolari.

La redazione di Sky Sport ha questa mattina analizzato infatti tutte le combinazioni in mediana utilizzate da Stefano Pioli in questa annata provando così ad indicare quale sia la migliore.

Il parametro utilizzato è quello dei punti fatti, indicatore universale decisivo per decretare se una stagione è positiva o negativa.

Le combinazioni del centrocampo di Pioli

Partiamo dal primo terzetto di centrocampisti: Ruben Loftus-Cheek, Yacine Adli e Ismael Bennacer. I tre che hanno giocato insieme tre volte e hanno una media di appena 1,3 punti a partita. Bocciati.

Loftus-Cheek con Yunus Musah e Tijjani Reijnders è stato utilizzato solo due volte e frutta 1,5 punti a partita. Un po’ meglio.

Passiamo alla combinazione composta da Loftus-Cheek, Bennacer e Reijnders. I tre hanno giocato insieme solo due gare e tenuto la media di 2 punti a partita. Bene, ma non benissimo.

L’ultimo terzetto è però il migliore, quello che si struttura con Loftus-Cheek-Adli e Reijnders: insieme hanno giocato 7 gare e raccolto 2,7 punti per match.

Sarebbe dunque quello con RLC, Reijnders e il francese Adli il centrocampo che ha portato più punti al Milan in questa stagione. La combinazione sorprende per l’assenza di Ismael Bennacer, vero leader nelle passate stagioni, ma sottolinea la crescita di Adli.

La sorpresa contro l’Atalanta

Proprio Yacine Adli è stato, anche se a rilento, la rivelazione di questo campionato del Milan. Il centrocampista francese era inizialmente fuori dal progetto tecnico di Pioli, come da lui stesso rivelato, ma grazie alla sua abnegazione è riuscito a cucirsi un ruolo sempre più centrale.

Non è un caso che nell’analisi fatta da Sky ci sia il suo nome nel terzetto di centrocampo più “fruttuoso” del Milan 2023/24.

Un giocatore che è finito per diventare un perno anche nelle strategie tattiche di Stefano Pioli come evidenziato nella sfida di domenica contro l’Atalanta. In tanti alla vigilia ipotizzavano che sarebbe stato Reijnders, insieme agli “intoccabili” Loftus-Cheek e Bennacer a prendere le redini della mediana e invece…

E invece il primo errore di giudizio degli opinionisti è stato quello di disegnare il Milan di domenica sulla base del solito 4-2-3-1, modulo messo per un attimo in soffitta da Stefano Pioli. Il Diavolo contro l’Atalanta è sceso in campo con il 4-1-4-1 e nel ruolo di “uomo di fiducia” schierato davanti alla difesa Pioli ha preferito Adli.

L’allenatore ha stupito tutti, ma soprattutto ha stupito Gasperini con un sistema di gioco che ha disinnescato la macchina da gol nerazzurra. Anche Bennacer e Loftus-Cheek hanno fatto la loro parte, ma Adli è stato bravissimo nel contenere Koopmeiners chiudendo così una delle principali fonti di gioco bergamasco.

Il fattore Adli

Tra i grandi meriti di Adli fuori dal campo c’è sicuramente la sua onestà intellettuale, come mostrato dopo il match contro la Dea: “A Monza sono rimasto deluso perché ho fatto una partita pessima, volevo dimostrare che sono del Milan e che posso giocare qui”. 

Proprio la sua obiettività e voglia di “dimostrare” ha spinto Adli ad essere quasi un beniamino della tifoseria rossonera. Un lavoratore vero, attaccato al progetto e al club, che non si è mai lamentato tutte le volte che non è stato scelto nella formazione titolare.

Il suo carattere e la sua disponibilità gli hanno permesso di passare dai 138 minuti della scorsa stagione (sei presenze) agli attuali 1.234 (22 presenze).

A questo dato va aggiunta anche una qualità non secondaria: la duttilità. Per mesi ci si è chiesto quale fosse il vero ruolo di Adli che al Bordeaux giocava prettamente trequartista.

La risposta è stata trovata pazientemente tra le mura di Milanello grazie ai continui dialoghi con Pioli: Adli è un regista.

Il tecnico ha avuto il grande merito di tornare sui propri passi e Adli la qualità di farsi modellare senza pre-concetti. Una sinergia che ha fruttato per entrambi e che ora ha fatto diventare il francese un vero “Fattore” al Milan.

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