I numeri del Milan non tornano: tutti i fattori che mettono in discussione Pioli

By Mario Labate -

Il futuro di Pioli è appeso ad un filo che si chiama Europa League. La stagione fin qui disputata dal Milan ha infatti messo in luce alcuni preoccupanti campanelli d’allarme.

L’edizione di questa mattina de La Gazzetta dello Sport confronta i 90 minuti disputati domenica contro l’Atalanta all’intero campionato del Milan. L’illusione iniziale e poi i rimpianti.

Sono bastati tre minuti a Rafael Leao per segnare un bellissimo gol per l’1-0 , così come nelle prime tre partite della stagione il Milan ha dominato contro Bologna, Torino e Roma. 9 punti ottenuti con otto gol fatti e due subiti.

L’Atalanta raffredda gli entusiasmi prima dell’intervallo. Anche in campionato l’allarme è suonato presto: dopo i sogni scudetto di fine estate, la sconfitta per 5-1 nel derby contro l’Inter è stato un ritorno con i piedi per terra.

I punti persi

Contro l’Atalanta il Milan prova ancora a rilanciarsi ma senza successo. Leao si è messo in evidenza ma senza trovare un altro gol per generare così un insperato filotto. In campionato, come in Europa, Pioli aveva tentato di rilanciare le ambizioni della squadra che, però, ha poi riscontrato una mancanza di coerenza e convinzione.

Il cammino scudetto non ammette passi falsi, cosa che il Milan ha fatto più volte: in casa contro l’Udinese, a Lecce, Bergamo, Salerno, Monza. L’Inter riesce a tenere il ritmo e se la cava con 13 punti di vantaggio che stasera potrebbero diventare 16.

Dopo 26 giornate di Serie A il Milan si ritroverà ad una distanza incolmabile dai nerazzurri, quasi un record che parte dalla stagione 2007-08, quando il distacco era di 18 lunghezze. Questa volta però va anche aggiunto che i meriti di Simone Inzaghi superano probabilmente i demeriti rossoneri.

Giocatori sottotono

Nella partita contro l’Atalanta, il Milan ha potuto toccare con mano anche le incoerenze del proprio reparto avanzato: se da un lato infatti Leao può continuare a dare tanto, dall’altro Pioli non riesce a strappare la stessa spinta propulsiva a Samuel Chukwueze e Noah Okafor.

Chukwueze, acquisto più pagato della scorsa estate, è stato una stella in Spagna, dove ha segnato 13 gol solo nell’ultima stagione. Al Milan fatica a trovare anche solo un po’ di minutaggio e quando lo fa non appare quasi mai all’altezza.

Stesso discorso per Okafor, che nell’ultima partita è entrato in campo a due minuti dalla fine ma senza incidere minimamente. Nella stagione 22-23 con la maglia del Salisburgo ha segnato 10 volte, di cui tre in Champions League.

Pioli ha saputo plasmare tanti giovani rossoneri – da Kalulu a Tonali, da Theo a Leao – ma Okafor ha una forma ancora indefinita. I problemi fisici hanno condizionato il suo rendimento, ma questo non può rappresentare un alibi in eterno.

Infortuni e difesa

In tutto il Milan ha avuto finora 35 infortuni nel corso della stagione 2023-24, di cui 24 muscolari: responsabilità che grava sulle spalle dello staff.

La solidità fisica è stato un marchio di fabbrica del Milan di Pioli, soprattutto nella stagione scudetto. Adesso invece il Diavolo non è mai stato così fragile, soprattutto in difesa dove sono ben otto i gol subiti nelle ultime tre partite. Proprio nel dato “gol fatti” sta la più grande differenza con l’Inter: 32 quelli presi dai rossoneri, 12 i nerazzurri. Ben venti in più.

Lontano da San Siro, in termini di gol subiti, il Milan è da zona retrocessione con solo Sassuolo, Cagliari e Frosinone che hanno concesso di più in trasferta. Coppe comprese, il Milan ha subito 24 gol nelle ultime 11 trasferte.

A proposito di difesa, Pioli deve difendere il posto Champions che oggi sembra comunque ben saldo visto che l’Atalanta continua a restare a distanza di sicurezza (7 punti).

Ma è in Europa che il Milan deve inseguire: dopo essere andato fuori nella fase a gironi di Champions League (grazie al secondo peggior attacco tra tutte le partecipanti), punta alla finale di Europa League proiettandosi davanti a Liverpool e Bayer Leverkusen.

Sarebbe un buon modo per consolare gli animi e i conti. Un anno fa, arrivare in semifinale di Champions League ha garantito alle casse del Diavolo 66,5 milioni di euro in più, e ora Pioli potrebbe dover arrivare fino in fondo all’Europa League per avere una minima speranza di assicurarsi il posto anche nella prossima stagione.

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