Razzismo, il caso Maignan: la reazione dei protagonisti e le possibili conseguenze

By Mario Labate -

La Gazzetta dello Sport ha riassunto nella sua edizione odierna lo sfogo di Mike Maignan al termine della gara contro l’Udinese in cui è stato vittima di cori razzisti, gesto che ha portato alla sospensione dell’incontro per 5 minuti

Il portiere rossonero ha lasciato il campo durante il primo tempo, come segnato da regolamento, segnalando la presenza di elementi razzisti tra le fila dei tifosi friulani che, in maniera vigliacca e imbecille, ripetevano i versi della scimmia ogni qualvolta il portiere entrasse in possesso di palla.

L’estremo difensore è stato ascoltato dal Milan che ha voluto raccogliere la sua testimonianza, per poter dare l’esempio affinché gesti come quelli di sabato non si ripetano più.

Maignan ha affermato che, dopo aver provato a ignorare i versi la prima volta, ha preso la decisione di abbandonare il campo, spingendo così l’arbitro a sospendere il gioco, una volta appurato che questi non cessavano.

Il Milan, dal canto suo,  ha deciso di non pubblicare alcun post sui social nelle 24 ore successive alla partita in segno di solidarietà nei confronti di Maignan.

A schierarsi al fianco di Mike Maignan è stato, oltre che l’intero organigramma societario e tecnico, anche il proprietario del club Gerry Cardinale, il quale ha scritto personalmente un messaggio al portiere francese per offrire il suo sostegno, cosa che l’ex Psg ha molto apprezzato.

Il giorno dopo il match a Casa Milan si sono tenuti una serie di incontri in cui i dirigenti dei club hanno pianificato nuove attività e modalità per combattere il razzismo negli stadi di calcio italiani, una becera questione che sembra emergere almeno una volta a stagione.

Caso Maignan: le reazioni dei protagonisti

Attraverso un post pubblicato sui propri social, Mike Maignan ha detto la sua riguardo al caso di razzismo che l’ha visto suo malgrado protagonista sabato sera alla Dacia Arena di Udine: “Oggi è un intero sistema che deve assumersi le proprie responsabilità: gli autori di questi atti, perché è facile agire in gruppo nell’anonimato di un forum; gli spettatori che erano in tribuna, che hanno visto tutto, che hanno sentito tutto ma che hanno scelto di tacere, siete complici; il club dell’Udinese, che ha parlato solo di interruzione della partita, come se nulla fosse, è complice; le autorità e la Procura, con tutto quello che sta succedendo, se non fai nulla, sarai complice anche tu”.

Conclude Maignan: “Non è stato attaccato il giocatore ma l’uomo, il padre di famiglia”. E ancora: “non sono una vittima” e “grazie del supporto, vi vedo e siamo insieme”.

Il commento dell’arbitro Maresca

Intervenuto ai microfoni dell’ANSA, Fabio Maresca, arbitro di Udinese-Milan, ha così parlato del susseguirsi degli eventi successivi all’uscita dal campo di Maignan: “Mi sono comportato da fratello maggiore, ho provato sincero dispiacere per Maignan che era chiaramente colpito sul piano emotivo: che disagio ho provato per quei buu beceri”.

Maresca ha affermato di aver seguito il regolamento sospendendo l’incontro per 5 minuti:  “Fermo restando che il regolamento è chiaro, la linea dell’Aia e del designatore Rocchi non ammettono equivoci e io mi sono limitato a seguirli, come è mio dovere”.

La solidarietà in ritardo dell’Udinese

A far ulteriormente discutere è stato il ritardo, circa 12 ore, con cui l’Udinese ha espresso la propria aperta condanna nei confronti di quanto accaduto alla Dacia Arena: “Udinese Calcio è profondamente dispiaciuta e condanna ogni atto di razzismo e violenza. Riaffermiamo la nostra avversione a qualsiasi forma di discriminazione ed esprimiamo la nostra profonda solidarietà al giocatore del Milan Mike Maignan alla luce del deplorevole episodio avvenuto sabato nel nostro stadio”. 

Conclude il comunicato: “L’Udinese collaborerà con tutte le autorità inquirenti per garantire l’immediato chiarimento dell’accaduto, con l’obiettivo di adottare ogni misura necessaria per punire i responsabili. Come Club, continueremo a lavorare diligentemente, come abbiamo sempre fatto, per promuovere la diversità e l’integrazione di tutte le etnie, culture e lingue tra i nostri giocatori, lo staff, la città ed una tifoseria che ha sempre dimostrato correttezza”.

Le indagini e le possibili conseguenze

Nella serata di sabato sono iniziati i primi accertamenti della polizia al fine di verificare le responsabilità dei cori razzisti scanditi nei confronti di Maignan. Come affermato dal procuratore capo di Udine, Massimo Lia, alla trasmissione degli atti alla magistratura (avvenuta oggi) sarò aperto un fascicolo.

Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni, i responsabili degli insulti sarebbero stati individuate in 3-4 persone. Le riprese delle telecamere dello stadio sono ora sotto analisi dettagliata dalla Digos che sta studiando il labiale dei vari personaggi intercettati dalle telecamere.

Sul fronte sportivo sono decisivi i rapporti degli ispettori della Federcalcio che erano in campo. Uno di loro avrebbe sentito chiaramente gli insulti e ha segnalato nel proprio rapporto. Ora starà al  giudice sportivo decidere se sanzionare il club o la tifoseria, magari chiudendo la curva per una o più giornate. Discorso diverso se, come sembra, dovessero essere identificati i singoli responsabili, in quel caso si potrebbe procedere senza punire tutto il settore o lo stadio.

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