Fondo arabo PIF interessato ad acquisire il Milan: cifre e tempistiche

By Mario Labate -

L’edizione odierna de La Repubblica, ha parlato dell’interessamento del fondo PIF nell’acquisire una quota di maggioranza del Milan. Molti quotidiani da diverse settimane hanno parlato di possibili cambiamenti ai vertici del club, ma oggi si sono spinti un po’ oltre.

Dal Medio Oriente arrivano nuove indiscrezioni sul futuro riassetto societario del Milan poiché il fondo arabo interessato ai rossoneri vorrebbe chiudere la trattativa il prima possibile.

Il gruppo in questione è PIF (Fondo Pubblico di Investimento), cioè il fondo sovrano dell’Arabia Saudita,  A spingere per l’ingresso all’interno del Milan sarebbero in particolare gli investitori riconducibili a Saudi Aramco (compagnia petrolifera controllata dal fondo dal 2016).

Non un ingresso in punta di piedi quello degli investitori arabi che, come scrive La Repubblica, vorrebbero “acquisire la maggioranza delle quote del club entro fine stagione’.

Milan al fondo PIF: costi e quando potrebbe avvenire

L’indiscrezione riveste molta importante perché, oltre a rivelare nome e identità delle personalità interessate a rilevare il club, svela anche le tempistiche entro cui il cambio di proprietà può avvenire: appunto entro fine stagione 2023/24

Se nell’estate del 2022 il Milan valeva 1,2 miliardi di euro e questa era la cifra concordata tra RedBird Capital ed Elliott Management, ora il club vale circa 1,6 miliardi di euro secondo Repubblica.

Secondo il quotidiano sarebbe filtrata ‘ufficiosamente’  dal Milan, RedBird e Gerry Cardinale invece l’intenzione di non prendere in considerazione alcuna cessione a breve termine delle quote di maggioranza del club.

L’ipotesi avanzata da Repubblica, però, va nella direzione opposta: Se due mesi fa a viaggiare per l’Arabia erano Cardinale e l’ad del Giorgio Furlani , ora il viaggio in senso inverso degli emissari di PIF-Aramco testimonia un concreto passo in avanti”.

Nessuna intermediazione da parte di Maldini

A differenza di quanto affermato negli scorsi mesi, non ci sarebbe alcun intermediazione di Paolo Maldini, ex difensore e dirigente del Milan, nell’operazione e gli investitori arabi si sarebbero mossi autonomamente dopo i diversi viaggi compiuti dalla dirigenza del Milan in medio oriente.

Una notizia non secondaria anche considerando l’addio non propriamente indolore avvenuto la scorsa estate tra la proprietà del Milan e l’ex leggenda rossonera, la cui partecipazione (diretta o indiretta) nella trattativa avrebbe potuto creare non poche frizioni.

Ad oggi, con le poche informazioni che circolano, riteniamo impossibile fare reali previsioni sul futuro ma è anche lecito ipotizzare che, per la natura stessa dei fondi d’investimento come Red Bird, una futura cessione del Milan è un’ipotesi più che realistica.

Un altro elemento che potrebbe cambiare radicalmente le carte in tavola è lo stadio: una volta ufficializzata la costruzione e la pianificazione dell’investimento del nuovo impianto infatti il valore delle quote del club salirebbero vertiginosamente, un momento propizio per discutere con nuovi investitori.

Ad ogni modo non è un segreto che dietro l’apertura da parte della proprietà di una sede di Casa Milan a Dubai ci sia la volontà di spingere il marchio rossonero in medioriente. Una scelta che sembra parzialmente confermare quanto detto da La Repubblica questa mattina, ma per una cessione forse è il caso di considerare tempi meno ristretti rispetto a quanto scritto.

Se il quotidiano romano avesse ragione, nelle prossime settimane la situazione potrebbe diventare molto più chiara di quanto lo sia oggi. Non ci resta che aspettare.

Tags AC Milan

1 Comment

  1. Se Red Bird in due anni guadagna 400 milioni ha già fatto un ottimo affare. Ma potrebbe aspettare di avere il piano per lo stadio approvato per guadagnare molto di più. Milano è una delle 3 città più importanti d’Europa e mettere le mani sul Milan diventa un biglietto da visita per ampliare enormemente a pieno titolo altri importanti investimenti.

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