L’inizio del mercato di gennaio del Milan si è rivelato molto attivo con l’arrivo in poco più di una settimana di due difensori: il ritorno di Matteo Gabbia e l’acquisto di Filippo Terracciano dall’Hellas Verona. Due operazioni considerate fondamentali per sopperire alle tante assenze relative al reparto arretrato dove ancora stanziano in infermeria Tomori, Thiaw e Kalulu.
Eppure le criticità presenti nella rosa del Milan non riguardano solo il reparto di centrali ma anche il centrocampo, in sottonumero dopo la cessione di Krunic e la partenza di Bennacer per la Coppa d’Africa, ma anche l’attacco che – mese di dicembre a parte – ha faticato ad ingranare in questa stagione.
Eppure il vero titolare delle decisioni relative al mercato Geoffrey Moncada ha recentemente chiuso alla possibilità del Milan di acquistare un centravanti in questa sessione invernale. Queste le parole del direttore tecnico rossonero ai microfoni di Sky Sport: “Abbiamo Olivier Giroud e Luka Jovic, che sono i nostri numeri nove. Abbiamo loro, che possono fare benissimo: non possiamo sempre cercare giocatori sul mercato”.
Parole alquanto categoriche e che hanno avuto come conseguenza anche l’interruzione delle trattative per portare in rossonero Matija Popovic, giovane centravanti 18enne che sarebbe dovuto giungere al Milan dopo l’esperienza al Partizan Belgrado. Perché Moncada ha chiuso al mercato degli attaccanti almeno per la sessione invernale? Cerchiamo di capirne i motivi.
L’ultimo mese di Jovic
I 30 giorni che vanno da inizio di dicembre alla prima settimana del 2024 sono stati folgoranti per Luka Jovic che ha realizzato 4 gol in 5 gare disputate trovando anche un’ottimo stato di forma. Una vena realizzativa che Pioli ha voluto premiare anche nell’ultima sfida di Coppa Italia contro l’Atalanta in cui però il centravanti serbo ha stentato. Arrivato in sordina quasi come “colpo della disperazione” nell’ultimo giorno del mercato estivo, Jovic ha faticato a trovare spazio nelle rotazioni di Pioli e spingendo la dirigenza a muoversi verso altri obiettivi in vista della sessione invernale.

Poi però è arrivato dicembre e la “deludente riserva” si è tramutata in un “quasi titolare”, acquistando la fiducia di Pioli e, cosa non secondaria, dei compagni di squadra. Un exploit tardivo ma che ha spinto la dirigenza rossonera a frenare la frenetica ricerca di un attaccante nel mese di gennaio, sessione di mercato storicamente poco affine agli affari e in cui spesso il valore dei giocatori viene gonfiato dalla prestazioni offerte nella prima metà di stagione (ricordate Piatek?).
Non era nei piani
Il Milan è un’azienda gigantesca e come ogni grande società progetta, programma e calcola ogni investimento da fare con mesi d’anticipo. La rosa del Milan, pensata ed attuata da Moncada, Furlani e Pioli in estate avrebbe dovuto contenere due centravanti di ruolo e l’innesto magari dal settore giovanile di una terza punta. Come in molti ricorderanno infatti i rossoneri hanno esplicitamente deciso di privarsi di Lorenzo Colombo, terzo attaccante ideale per qualsiasi Top club, pur di mantenere due soli centravanti ma di livello internazionale nella rosa di scelte di Stefano Pioli.
Jovic non era la prima scelta? Vero. Il vero obiettivo era Jonathan David e successivamente Taremi del Porto? Altrettanto vero, ma alla fine è stato proprio l’ex attaccante della Fiorentina l’uomo a cui è stata riposta la fiducia della dirigenza. Una scommessa dal bassissimo impatto economico e che ad oggi appare parzialmente vinta da Moncada e soci che potranno legare il futuro del centravanti serbo ai colori rossoneri senza dover interloquire con altri club, visto il contratto in scadenza con la Fiorentina fissato al 30 giugno prossimo.
In estate è meglio
L’ultimo motivo del mancato arrivo di un attaccante a gennaio è forse il più semplice da comprendere: in estate è meglio. Come detto la sessione invernale è poco adatta a chiudere operazioni convenienti, non a caso è anche detta “di riparazione” e così il Milan l’ha trattata. L’ingente quantità di infortuni relativi al reparto difensivo ha sorpreso tutti e lasciato un vero vuoto che Moncada ha deciso di colmare con l’arrivo di due elementi, niente di più.
In estate invece, e qui torniamo al punto due, i progetti (anche quelli tecnici) si riscrivono e i contratti scadono, ad agosto non si “ripara” ma si “ricostruisce” ed è forze questo l’unico modo per il Milan di riprendersi dall’inabissamento in cui si ritrova.