Conte, Thiago Motta, Italiano e… Sarri: i nomi per il dopo-Pioli al Milan

By Mario Labate -

I recenti successi ottenuti contro Sassuolo in campionato e Cagliari in Coppa Italia hanno rasserenato gli animi in quel di Milanello. La posizione di Pioli, in bilico subito dopo l’eliminazione dalla Champions e il brutta pareggio contro la Salernitana, sembra ora più salda almeno per quanto riguarda l’attuale stagione. La sensazione tuttavia è che al termine dell’annata 2023/24 le strade tra il tecnico parmigiano e il club rossonero si separeranno, a meno di particolari exploit soprattutto in Europa League dove una vittoria di un trofeo internazionale porterebbe la dirigenza a rivalutare la questione.

Antonio Conte: profilo inadatto

Ma quali sono i profili seguiti e valutati dal Milan per il futuro? Recentemente diversi giornalisti ed opinionisti hanno messo in prima fila il nome di Antonio Conte, attualmente libero, etichettandolo come prima scelta di Moncada e Ibrahimovic. Una suggestione che ci sentiamo di smentire quasi categoricamente per diversi motivi, ecco quali:

  1. Ingaggio: Conte nell’ultima avventura al Tottenham ha percepito uno stipendio di 17 milioni di euro a stagione, un costo esorbitante per le casse del Milan che dovrà comunque mantenere anche Pioli dopo un eventuale esonero (stipendio 4 milioni) fino al giugno 2025
  2. Modulo:  Conte ha un approccio tattico “talebano” utilizzando da sempre, e in qualsiasi squadra allenata in carriera, il 3-5-2. Un modulo totalmente inadatto alla fisionomia della rosa del Milan che consta attualmente di 5 esterni offensivi e di soli due centravanti. Un eventuale arrivo di Conte obbligherebbe il Milan ad operare scelte dolorose in estate come ad esempio la cessione di Rafael Leao che si è rivelato più volte inadatto a ricoprire il ruolo di seconda punta in un attacco a due.
  3. Mercato: Antonio Conte non è un interlocutore facile soprattutto quando ci si ritrova all’interno di una sessione di mercato, il tecnico salentino ha da sempre preteso molto dalla propria dirigenza individuando profili adatti al suo gioco senza badare a spese, una filosofia che entra in aperta collisione con la strategia della “sostenibilità” attuata da Red Bird.

Thiago Motta: la scelta giusta

Il vero nome in pole per sostituire Pioli sulla panchina del Milan è Thiago Motta. Il tecnico oriundo è stato il vero artefice del “Bologna dei miracoli” che è sorprendentemente in lotta per l’Europa che conta nonostante un progetto tecnico sulla carta meno prestigioso e costoso rispetto alle altre contendenti. Thiago Motta inoltre ha dimostrato di saper lavorare ottimamente con i giovani sia nella sua avventura al Bologna, club con una media età di 25 anni, ma anche nella sua precedenta avventura allo Spezia.

A differenza di Conte, Motta ha un ingaggio basso (2,5 milioni) e un contratto in scadenza nel 2024, oltre che un modulo ben più adatto alla rosa del Milan: il 4-2-3-1, stesso modulo utilizzato da Stefano Pioli nelle ultime annate. Il lavoro fatto in questa stagione sulla panchina del Bologna ha sugellato la crescita del tecnico italo-brasiliano, che è ora finalmente pronto a compiere il salto di qualità. Il suo profilo tuttavia non è solo apprezzato dal Milan, anche Napoli e Roma stanno valutando il futuro delle rispettive panchina e avrebbero messo proprio l’ex Inter e Genoa al primo posto nella loro lista dei desideri.

Vincenzo Italiano: l’allenatore manager

Un altro profilo attenzionato dal Milan è quello di Vincenzo Italiano, attuale tecnico della Fiorentina, quarto in classifica nel momento in cui scrivo questo articolo. Italiano rappresenta la “scommessa meno azzardata” all’interno del lotto di nomi vagliato dalla dirigenza rossonera avendo già dimostrato in carriera di saper essere un grande costruttore di squadre sempre più competitive lavorando anno dopo anno.

L’avventura alla Fiorentina, così come quella allo Spezia, è l’esatta dimostrazione di come lavorando a stretto braccio con la propria dirigenza, Italiano sia in grado di lavorare non solo bene ma anche in maniera proficua sotto il punto di vista di risultati. Una sorta di allenatore-manager, cosa rara soprattutto in Italia, ad esclusione di alcuni casi eccezionali come Gasperini e in passato Carlo Ancelotti. Una metodologia di lavoro perfettamente aderente alla politica indetta da Red Bird al Milan che, come provato a fare con Pioli dopo l’addio di Maldini e Massara, sta cercando proprio questo tipo di figura per valorizzare coerentemente il progetto tecnico cominciato l’anno scorso.

Italiano ha un contratto in scadenza nel 2024 con il club gigliato e uno stipendio di 1,7 milioni a stagione, ancora più basso rispetto a quanto percepito da Thiago Motta al Bologna. Inoltre Italiano utilizza il modulo 4-3-3 a Firenze, esattamente l’impianto di gioco su cui si è improntata l’intera ultima campagna acquisti del Milan.

Maurizio Sarri: il top della valorizzazione

L’ultimo profilo, ultimo in ordine cronologico, seguito dal Milan è quello di Maurizio Sarri, attuale allenatore della Lazio. Il tecnico toscano è forse l’allenatore che più di tutti in Italia ha saputo valorizzare a pieno il potenziale dei giocatori che ha avuto a disposizione. Mertens, Zaccagni, Immobile sono solo alcuni dei nomi esplosi sotto la gestione Sarri, un maestro di calcio in grado di ottenere sempre il massimo nel valorizzare la rosa a disposizione.

Il secondo poso ottenuto nella passata stagione e la qualificazione alla fase eliminatoria dell’attuale Champions League sottolineano il percorso florido compiuto alla guida della Lazio, senza dimenticare lo Scudetto vinto con la Juventus  e l’Europa League alzata al cielo da tecnico del Chelsea nel passato. Seppur non sia propriamente di primo pelo (ha 64 anni) Sarri è una garanzia di bel gioco e un generatore automatico di plusvalenze, fattore tanto caro alla proprietà americana del Milan. Non sarebbe inoltre la prima che il nome di Sarri viene accostato alla panchina del Milan, già in passato Maldini (in accordo con Furlani) aprì ad un possibile approdo del tecnico toscano in rossonero attraverso dei fitti contatti con Ramadani, suo manager.

A differenza degli altri allenatori citati tuttavia Sarri ha un contratto fino al 2025 con la Lazio e un ingaggio da 3,5 milioni. Dal punto di vista tattico invece il suo profilo sarebbe perfetto per il Milan essendo anche lui fautore del 4-3-3, modulo totalmente allineato all’attuale rosa del Diavolo.

Tags AC Milan
Seguici