Le 5 cose che abbiamo imparato da Milan-Sassuolo: Pulisic risolutore, Leao fischiato

By Mario Labate -

Il Milan è stata sicuramente la squadra che ha controllato la partita nel primo tempo, i rossoneri tuttavia non hanno prodotto una grande quantità di palle gol andando negli spogliatoi trai fischi (sporadici) di San Siro.

Ancora una volta è stato Christian Pulisic a togliere le castagne dal fuoco allo scoccare dell’ora finalizzando ottimamente un uno contro uno e mettendo così alle corde il sempre vivace Sassuolo, una delle squadre più velenose a livello di precedenti a San Siro dal Milan.

I tre punti conquistati contro i nervoerdi allentano leggermente la pressione che circonda il club, che ora si porta a cinque posti dal temibile quinto posto approfittando del  passo falso compiuto dal Bologna sconfitto in casa dell’Udinese per 3-0. Analizziamo le 5 cose da cui trarre insegnamento viste in Milan-Sassuolo:

1. Un altro intervento tempestivo

Pulisic che si allontana verso la bandierina del corner per festeggiare dopo aver segnato il gol partita è diventato uno spettacolo consueto per i tifosi del Milan. L’americano è stato nuovamente l’attaccante decisivo in una serata in cui non ha ricevuto molto aiuto dai suoi compagni di squadra.

Ha segnato sei gol e quattro assist nella prima metà della stagione, il suo miglior rendimento in termini di contributi alla rete dalla stagione 2019-20, quando giocava per il Chelsea, avendo recentemente firmato dal Borussia Dortmund.

Pulisic è sulla buona strada per la migliore stagione offensiva della sua carriera, il che fa sembrare molto saggia la decisione del Milan di ingaggiarlo, e il tempismo del suo gol è sembrato perfetto vista l’ansia che stava iniziando ad aleggiare sul prato di San Siro.

Considerando che Leao e Giroud sono ancora a quota zero gol in casa, un digiuno che ora dura da sette mesi,  il nazionale statunitense ha dovuto prendersi il Milan sulle spalle riuscendoci.

2. Problemi tattici ancora presenti

È stata una vittoria e un clean sheet, ma la prestazione del Milan ieri pomeriggio contro il Sassuolo non è stata affatto memorabile. Una gara di livello nettamente inferiore rispetto a quanto visto contro il Monza, per esempio.

Alla fine i tre punti sono arrivati ed è questo ciò che conta, ma non possiamo dimenticare i fischi piovuti dagli spalti di San Siro al momento dell’intervallo e all’uscita dal campo dell’impalpabile Rafael Leao.

I problemi a livello tattico non sono stati risolti. Troppe volte la squadra è stata sconnessa e incapace di mantenere il possesso palla. Nel secondo tempo, quando la ricorsa al primo gol si è fatta più insistente, il Milan ha praticamente disertato la zona mediana strutturandosi in un anomalo 5-0-5 con tanti giocatori nelle rispettive aree. Schemi saltati, ma questa volta è finita bene.

3. La panchina scotta meno

Pioli ha dovuto fare i conti con le “solite” innumerevoli assenze contro il Sassuolo: Marco Sportiello, Pierre Kalulu, Malick Thiaw, Fikayo Tomori, Marco Pellegrino, Mattia Caldara, Yunus Musah, Tommaso Pobega e Noah Okafor rappresentano quasi una squadra al completo di indisponibili.

Simon Kjaer era l’unico centrale di ruolo presente in rosa e contro i neroverdi ha fatto coppia con Theo Hernandez, nuovamente dirottato al centro dalla fascia sinistra. Fortunatamente per Pioli e il Milan, la prestazione del centrale danese è stata positiva permettendo al Milan di garantirsi una copertura adeguata, seppur con qualche difficoltà.

Proprio sull’affiatamento ancora da costruire con l’adattato Theo Hernandez, Kjaer si è espresso così nel post-partita:  “È un difensore centrale a cui ogni tanto devo dire ‘basta, resta qui, non andare via’. È un giocatore che gioca d’istinto, questa è la sua forza. Ogni tanto, se sei un difensore centrale, devi scegliere il momento. Sta ascoltando quello che gli dico, quindi sta bene (ride)”.

4. Fascia sinistra “svogliata”

Il finale di 2023 di Rafael Leao non passerà agli annali, ma forse riecheggeranno nella testa dell’attaccante portoghese i fischi (non tantissimi) arrivati al momento della sostituzione sabato contro il Sassuolo. L’esterno portoghese dovrà migliorare significativamente il suo gioco nel 2024 per riportare tutta la tifoseria dalla sua parte perché è il giocatore più pagato e quello su cui il resto della squadra fa affidamento per sbloccare le gare più complicate.

La Gazzetta dello Sport ha commentato con  “stanca, svogliata e superficiale” la prestazione di Rafael Leao, un giudizio che ci sentiamo di condividere.  Fortunatamente però l’esterno portoghese ha la testa, il tempo e le qualità per cambiare la rotta della sua stagione, condizionata dall’infortunio patito non troppo tempo fa.

5. Uno sfogo positivo

Prima della gara contro il Sassuolo, la pressione sulla squadra e sulla panchina di Pioli era ben nota. Tuttavia il successo, seppur non entusiasmante a livello di prestazione, ottenuto contro il Sassuolo ha il merito di poter far tirare un sospiro di sollievo all’intero gruppo, che ora potrà giocare forse con maggiore leggerezza.

Kjaer ha parlato dopo la partita dell’unità all’interno della squadra e di come tutti siano affiatati. Ci sono state molte speculazioni mediatiche sulla disarmonia tra giocatori e allenatori, rumors che sono state con forza rispedite al mittente. E con tre punti in più anche questo diventa più facile.

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