Arabi nel Milan: a portarli in società sarà Cardinale (e non Maldini)

By Mario Labate -

Secondo quanto affermato dall’edizione odierna de La Repubblica, nei piani del Patron di Red Bird Gerry Cardinale ci sarebbe presto un riassetto a livello societario attraverso l’ingresso di nuovi importanti investitori.

L’obiettivo del manager americano è quello di individuare e aggregare all’interno del Milan nuovi soci, possibilmente arabi, che possano saldare il prestito di 550 milioni che Red Bird ha stipulato con Elliott al momento dell’acquisizione del Milan sottoforma di vendor loan nell’estate 2022. La decisione di aggiungere investitori provenienti dal mondo arabo per Cardinale è nata in conseguenza al dietrofront avvenuto un anno fa da Kaiser Permanente, un’azienda molto importante americana legata al mondo della sanità privata, che aveva ipotizzato un investimento iniziale di 200 milioni prima di tirarsi definitivamente indietro, scrive La Repubblica.

Nessuna conferma sulla cordata araba di Maldini

Secondo quanto appreso dalla nostra redazione, non ci sarebbe alcuna prova al momento riguardo all’esistenza di una cordata portata avanti da Paolo Maldini e che comprenda il potentissimo fondo arabo PIF, oggi tra i proprietari del Newcastle.

L’inserimento di investitori arabi all’interno del Milan sarebbe infatti una scelta già presente all’interno degli obiettivi di Red Bird che tuttavia non desidera perdere il controllo della società rossonera, almeno non prima dell’accordo ufficiale sul nuovo stadio che stando ai piani della società americana dovrebbe essere pronto entro il 2028. 

Ci sentiamo dunque di escludere ad oggi la possibilità di un nuovo cambio di proprietà del Milan, che tuttavia sempre attraverso la volontà di Cardinale (Red Bird) ha nei piani di assorbire nuovi soci legati al mondo arabo, in modo da rendere ancora più competitivo il Milan sia a livello aziendale che ovviamente sportivo.

La voci su Investcorp e la “Non conferma”

Cardinale, infatti, starebbe cercando di alleggerire il debito contratto con il fondo Elliott, che ammonta a circa 550 milioni di euro, da restituire entro tre anni, con un tasso d’interesse del 7%. Per farlo, l’americano avrebbe avviato dei contatti con potenziali investitori, sia del mondo arabo, sia del mondo americano.

Tra questi, spicca il nome di Investcorp, il fondo del Bahrain che due anni fa si era mostrato interessato all’acquisizione del Milan, ma che era stato battuto da RedBird. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, Cardinale avrebbe incontrato degli esponenti di Investcorp tra New York e il Golfo Persico, per valutare la possibilità di una collaborazione all’interno del Milan. Al momento tuttavia sia Red Bird che il fondo del Bahrain si sono ben guardate dal confermare tale scenario che, ad oggi, appare solo poco più di una suggestione.

La nascita di Casa Milan a Dubai è il segno di una progettualità chiara

Nelle scorse settimane vi abbiamo parlato della nascita di “Casa Milan Dubai” la sede permanente che i club rossonero ha costruito negli Emirati Arabi. Una decisione che connette ancora di più il marchio Milan con l’economia medio-orientale come confermato dal comunicato pubblicato dalla società: “Casa Milan Dubai rafforza l’impegno di AC Milan negli Emirati Arabi Uniti e in tutto il Medio Oriente e permetterà al Club di stabilire una connessione profonda con i principali stakeholder regionali, dalle istituzioni ai partner esistenti”.

Un passo chiaro compiuto da Red Bird che, come ammesso dallo stesso Cardinale, sa bene che per tenere alto il livello di competitività del Milan dovrà chiedere l’aiuto di investitori esterni e dal potenziale economico quasi illimitato per poter realmente porsi alla pari di Top Club come Psg e Manchester City. Fino a quel momento la strategia del fondo americano resterà dunque intatta con il Milan che proseguirà il proprio cammino di sostenibilità attraverso operazioni di mercato intelligenti e potenzialmente in grado di generare ricche plusvalenze.

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