Abolizione Decreto Crescita: le ripercussioni sul Milan

By Mario Labate -

Il piano attuale del Governo Meloni, confermato oggi dal presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini, prevede ancora l’eliminazione dei benefici fiscali contenuti nell’ormai arcinoto Decreto Crescita , un fatto che ha ovviamente sconvolto le varie proprietà dei club calcistici nel corso dell’ ultima assemblea di Lega.

Se non vi sarà alcun cambiamento, l’abolizione riguarderà tutti i contratti futuri, senza incidere sui benefici precedenti. Una questione, però che toccherà in maniera pesante i rinnovi contrattuali che verranno effettuati dopo il 31 dicembre 2023, ovvero dall’entrata in vigore della nuova legge di bilancio varata dall’attuale maggioranza di Governo.

Cosa cambierà con l’abolizione del Decreto Crescita

Al momento dilaga il pessimismo ma non viene meno la speranza che i piani del Governo possano cambiare anche radicalmente. Il Decreto Crescita tuttavia non è stato pensato originariamente per il calcio e sembrerebbe strano, sul piano politico, togliere il regime fiscale per tutti tranne che per i calciatori ei club.

Casini ha così spiegato la stesura di un documento inviato al Ministro dell’Economia Giorgetti: “Si ha deciso di preparare un documento sintetico che evidenzia i danni di questa abolizione e come la sua rimozione possa svantaggiare i giovani. Lo invieremo con uno spirito collaborativo e non conflittuale”.

Alla base delle parole di Casini ci sarebbe il fatto che i soldi risparmiati sotto l’ombrello del “Decreto crescita” sugli ingaggi dei giocatori provenienti dall’estero siano già stati reinvestiti dai vari club per favorire lo sviluppo dei rispettivi settori giovanili. Azione di progresso che verrebbe meno, spiegano i club, con l’abolizione dei benefici fiscali contenuti del Decreto.

Abolizione Decreto Crescita: le ripercussioni per il Milan

Come già spiegato le 10 operazioni compiute dal Milan nel corso della passata sessione di mercato estivo non subiranno modifiche retroattive. Con l’abolizione del Decreto Crescita infatti verranno toccate tutte le operazioni successive, ovvero quelle che verranno attuate per portare calciatori stranieri dall’estero (si ipotizza) da gennaio in poi.

Vieni a scrivere Calciomercato.com. senza il decreto crescita tutti i contratti tornerebbero di fatto al classico “raddoppio” fra netto e lordo con un ingaggio da 10 milioni di euro, per fare un esempio, che costerebbe a tutte le società 20 milioni al lordo. Questo potrebbe avere un peso esponenziale soprattutto per le operazioni che riguarderanno i rinnovi dei contratti dei giocatori arrivati ​​dall’estero negli ultimi due anni. Il nome più importante in casa rossonera è senza dubbio quello di Mike Maignan , arrivato dal Lille nel 2021 per 15 milioni di euro e in scadenza di contratto nel 2026.

Rinnovo Maignan: con la tassazione “normale” sarebbe infattibile

Maignan attualmente guadagna al Milano 2,8 milioni di euro (3,67 lordi con le agevolazioni derivanti dal Decreto Crescita) ma con un rinnovo, che si vocifera si potrebbe aggirare tra i 7 e gli 8 milioni a stagione, il Diavolo “tornerebbe” a spendere circa 15-16 milioni lordi l’anno rendendo così l’operazione quasi del tutto infattibile per quella che è l’attuale politica societaria adottata da Red Bird. L’alternativa per il Milano sarebbe quella di chiudere prima di gennaio l’operazione “rinnovo Maignan” al fine di poter ancora contare sui vantaggi fiscali oppure sperare in un clamoroso ripensamento da parte del Governo.

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