Dopo il comunicato ufficiale apparso lo scorso settembre sul sito del club, Vincenzo Vergine è il nuovo Responsabile settore giovanile del Milan prendendo il posto lasciato libero da Angelo Carbone. Il nuovo “forgiatore di talenti” arriva in rossonero dopo aver lavorato nel medesimo ruolo per 13 anni alla Fiorentina dal 2006 al 2019 e negli ultimi due anni alla Roma, due dei settori giovanili più fecondi di talenti in Italia.
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Bernardeschi, Chiesa, Vlahovic sono solo alcuni dei nomi scoperti e promossi da Vergine alla Fiorentina, a cui vanno aggiunti quelli di Bove e Zalewski scovati nel corso della sua presenza alla Roma, dove ha vinto anche sei trofei.
Chi è Vincenzo Vergine?
Vergine, 55 anni, è un professore laureato in Scienze Motorie e Sociologia, con una lunga esperienza nel mondo del calcio giovanile. Ha iniziato la sua carriera a Lecce, sotto la guida di Pantaleo Corvino, per poi trasferirsi alla Fiorentina, dove è rimasto per 13 anni, dal 2006 al 2019. In viola ha vinto diversi trofei con le varie categorie, tra cui una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana Primavera, e ha lanciato giocatori come Bernardeschi, Chiesa e Sottil, fino ad arrivare alla scoperta di Dusan Vlahovic.
Nel 2019 è passato alla Roma, dove ha continuato a ottenere risultati di prestigio, come sei titoli con le squadre del settore giovanile, e a promuovere giovani in prima squadra, come Zalewski, Bove, Tahirovic, Afena-Gyan e Volpato. La sua filosofia si basa sulla formazione dei calciatori, non solo sul risultato sportivo: “Dobbiamo dare i calciatori alla prima squadra, quello è l’obiettivo vero. Il risultato e la mentalità vincente sono importanti, ma la formazione è fondamentale. Avere giovani in nazionale o in prima squadra per noi conta più di vincere le partite” aveva dichiarato a La Gazzetta dello Sport.
L’importanza dello studio e il “metodo Corvino”
“Prima di tutto ho studiato, sono stato preparatore atletico in Lega Pro e Serie B con uno dei grandi maestri del settore, Pantaleo Corvino: con lui ho capito l’importanza dei piccoli dettagli. Poi sono approdato alla Fiorentina, dove ho imparato la gestione dell’atleta dentro e fuori dal campo”. Proprio Pantaleo Corvino, vera e propria leggenda tra gli osservatori ed esperti del calcio giovanile in Italia, è stato il “maestro” di Vergine che dal dirigente salentino ha ereditato un modello di lavoro e anche forgiare lo sguardo quando si osserva un giovane talento in giro per il mondo.
L’esperienza a Fiorentina e Roma prima della chiamata del Milan
“Dopo l’esperienza da dirigente a Firenze sono andato alla Roma, e la proprietà americana aveva l’obiettivo di valorizzare il calciatore partendo dalle basi. Il mio modello è stato interrotto con forza dal Milan, che è venuto a strapparmi e mi ha portato qui per ricreare le condizioni giuste per mettere a disposizione le mie competenze. Dobbiamo diventare protagonisti nel nostro Paese e anche a livello internazionale”.
Uomo chiave per Red Bird
“I veri risultati del settore giovanile sono i giocatori che vanno in prima squadra e diventano valore economico e tecnico. Ovviamente ciò che si ottiene in campo è uno strumento importante per sviluppare un atteggiamento vincente. Il risultato è fine a se stesso, non serve a nulla, ma nel contesto più ampio è decisivo: il Milan può giocare solo per vincere, la mentalità è il dominio del gioco e la voglia di crescere per superare qualsiasi avversario. Ecco come viene creato il modello da presentare”.
Il senso d’appartenenza
“Il senso di appartenenza è molto importante, ti aiuta a far sentire la maglia cucita addosso. Se reclutiamo giocatori già tifosi del Milan abbiamo un vantaggio, ma non sempre succede: il compito c’è quello di inserirli velocemente in quel contesto, in modo che il giocatore respiri rossoneri e comprenda i valori del Milan.”
Feeling con Furlani, Moncada e D’Ottavio
“Un grande club deve investire costantemente nella formazione del personale. I ragazzi sono la nostra materia prima, le persone che lavorano devono essere formate dalla società per essere all’altezza. Giorgio Furlani è molto sensibile a questi temi, vuole che il Milan sia leader assoluto. Ho parlato anche con Moncada e D’Ottavio, la visione è univoca: il feeling è importante”. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Approccio scientifico
“È scientifico: oggi abbiamo strumenti e parametri per ridurre le variabili che influiscono sulla formazione del calciatore. Non bisogna essere scienziati, il calcio non è una scienza, ma deve usarle tutte per rendere il calciatore migliore”. Parole che risuonano quasi come un’eco rispetto a quanto affermato da Cardinale negli scorsi mesi: il proprietario rossonero ha infatti più volte sottolineato l’importanza dell’analisi dei dati, come avviene nello sport americano, al fine di calibrare gli investimenti giusti nell’ambito tecnico-sportivo.
La nuova Cantera del Milan
“Siamo in prima linea con il centro sportivo di Milanello per la Primavera. Le altre squadre si allenano al Vismara, che necessita di un restyling per rinnovarsi e adattarsi al modello del Milan: entro fine stagione avremo completato anche questo lavoro. Non ci alleniamo abbastanza. C’è poca attività fisica a livello generale, quando reclutiamo i calciatori li portiamo a un regime in cui ci alleniamo poco, ma di più non possiamo fare”. Un riferimento al modello italiano considerato vetusto soprattutto se paragonato a quelli di Germania e Spagna dove il settore giovanile ha un programma di allenamento quasi identico a quello delle prime squadre in modo da non far percepire troppo il salto “dalla Cantera alla prima squadra” dei giovani.
Nuovo programma di allenamento condiviso
“Bisogna allenarsi di più e meglio, abbiamo avviato un programma dedicato, ringrazio i miei collaboratori perché hanno ascoltato le mie idee. Nella prossima intervista spero di poter dire di avercela fatta. Lavorare qui è un sogno, essere alla pari del Milan è un sogno: dobbiamo fare in modo che i nostri ragazzi siano consapevoli che far parte del Milan è un privilegio”.