Per uscire dalla crisi bisogna tornare a far sorridere Rafael Leao

By Mario Labate -

Rafael Leao è senza dubbio uno dei giocatori più talentuosi del Milan e dell’intera Serie A, ma anche uno dei più critici. Il portoghese, arrivato nel 2019 dal Lille per 49,5 milioni di euro, ha mostrato lampi di classe e velocità, ma anche momenti di apatia e inconsistenza in campo. Nelle ultime partite, il suo rendimento è calato sensibilmente, mettendo in dubbio il suo ruolo e il suo futuro in rossonero.

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Inizio incoraggiante

Leao ha iniziato la stagione 2023/24 in modo positivo, segnando tre gol e fornendo quattro assist nelle prime nove giornate di campionato. Il suo apporto è stato fondamentale per il Milan, che ha lottato per il vertice della classifica con Inter e Juventus. Le capacità innate di Leao nel saltare l’uomo, di creare superiorità numerica lo hanno reso un’arma letale per la squadra di Pioli, che ora però si trova a dover fare i conti con la peggior versione del calciatore portoghese.

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La crisi di Leao (e del Milan)

Tuttavia, proprio data l’importanza che riveste nel gioco offensivo del Milan, il calo di rendimento evidentissimo di Rafael Leao ha influito in maniera netta anche sul Milan che, soprattutto in Champions League, ha raccolto solo due punti in quattro partite, senza segnare alcun gol. Numeri preoccupanti che ultimamente si ripercuotono anche in campionato dove la fiducia nei propri mezzi, fiore all’occhiello del Milan di Pioli in passato, appare un vecchio ricordo. In questo contesto l’atteggiamento in campo di Rafael Leao non facilita il giudizio: il portoghese appare infatti spesso svogliato e disattento. Le sue prestazioni sono state al di sotto delle aspettative, come testimoniano le statistiche che recitano 25 palloni persi solo contro l’Udinese, il dato peggiore per un giocatore rossonero, e 19 tiri totali in 13 gare tra campionato e coppe, di cui solo 8 nello specchio della porta. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Le critiche di stampa e tifosi

Le critiche non sono mancate, sia da parte dei media che dei tifosi. Alcuni hanno messo in dubbio il suo carattere, la sua personalità e la sua voglia di emergere. Altri hanno evidenziato la sua scarsa intesa con i compagni (ricordate l’asse “che tremare il mondo fa” con Theo Hernandez?), la sua poca propensione al sacrificio e la sua mancanza di continuità. C’è anche chi tra gli opinionisti ha consigliato una cessione per aggiungere in rosa personalità più forti e determinate, tutte parole e pensieri intossicati dalla crisi del momento e che potrebbero tramutarsi immediatamente in elogi se Leao dovesse tornare ad essere il “golden boy dal ” Sorriso sulle labbra” che era fino alla passata stagione. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

NAPOLI, ITALIA – 29 OTTOBRE: Rafael Leao dell’AC Milan reagisce dopo essere stato sostituito mentre Stefano Pioli, allenatore dell’AC Milan, guarda durante la partita di Serie A TIM tra SSC Napoli e AC Milan allo Stadio Diego Armando Maradona il 29 ottobre 2023 a Napoli, Italia. (Foto di Francesco Pecoraro/Getty Images)

Rafael Leão da forza a limite

Il Milan negli anni d’oro di Pioli non ha saputo differenziarsi dalle giocate di Rafael Leao, prendendosi spesso il nome di “dipendente” dal calciatore portoghese. Una mezza verità che però aveva qualche riscontro anche sui numeri. Era infatti dai piedi dell’attaccante portoghese, o comunque dalla sua corsia di competenza, che i rossoneri sviluppavano la maggior parte delle proprie azioni pericolose: una tattica consapevole che ha fruttato uno scudetto e la semifinale di Champions League, mica poco. Tuttavia l’addio dei mediocri Messias e Saelemaekers e l’arrivo di talenti del calibro di Pulisic e Chukwueze sembravano aver riequilibrato l’asse offensivo del Milan rendendo temibile anche la corsia opposta a quella del portoghese. Un’equazione riuscita almeno ad inizio stagione con l’americano Pulisic tra i più abili interpreti del Milan 2023/24 . Tuttavia il cambio di modulo, propiziato dall’arrivo di non una, non due ma tre mezzali in estate, ha obbliato i rossoneri a cambiare stile di gioco finendo spesso per intasare le stesse corsie che fino alla passata stagione rappresentavano il fiore all’occhiello del proprio gioco. La presenza di Reijnders e Loftus-Cheek (o di Musah e Pobega) a rincarare la manovra offensiva con i propri tocchi hanno intasato i binari esterni di fatto lasciando troppo spesso ” fermo in stazione” il treno ad alta velocità che risponde al nome di Theo Hernandez . Le mancate sgroppate esterne del francese a cui ad inizio anno è stato chiesto di agire verso il centro, vero fallimento del nuovo disegno tattico di Pioli, hanno imballato il Milan che ha immancabilmente perso di imprevedibilità. Assenza di effetto sorpresa che ha finito per ristagnare la manovra dalla cintola in su limitando anche i giocatori appunto con maggiore estro come Rafael Leao . I tentativi di sostituire la funzionalità della manovra dal basso partendo dal liberare Theo, con la pressione alta delle mezzali è etichettabile ad oggi come un fallimento visto che ha portato il Milan a squilibrare troppo spesso il proprio baricentro, subendo i contropiedi e avversari e senza tuttavia riuscire ad incidere in avanti per colpa della gabbia che si è auto-inflitto. Tutta colpa di Leao dunque? Assolutamente no. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)

Il Milan crede in Leao

In questo senso il Milan una scelta sembra averla già fatta: il rinnovo siglato in estate dall’attaccante portoghese, scadenza 2028, è stato siglato da Massara e Maldini ma fortemente voluto anche dall’attuale dirigenza, rappresentata da Furlani e Moncada, strettamente legata alla volontà della proprietà e quindi a Gerry Cardinale. Leao era e continua ad essere il volto del Milan: il giocatore, forse non ancora “il Campione”, in grado di risolvere qualsiasi gara con una giocata. Il club infatti conferma di credere totalmente nel suo potenziale e nella sua crescita , e spera che dal periodo di crisi si possa uscire anche grazie, e non soltanto, al suo talento. Pioli, dal canto suo, continua a dargli fiducia ea sostenerlo, conscio che i problemi del Milan non siano “Leao-centrici”. L’attaccante portoghese ora deve dimostrare di avere la forza e la voglia di reagire, di mettersi in gioco e di dare l’esempio ai compagni attraverso l’atteggiamento in campo. Il resto, come sempre, lo farà il talento.

 

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