Palazzo Chigi ha da poco approvato un Disegno di Legge nel quale viene di fatto abolito il soprannominato “decreto crescita” una serie di benefici fiscali diventato noto soprattutto nel calcio perché riguardava la possibilità di avere agevolazioni fiscali pari al 50% degli stipendi lordi dei giocatori prelevati dall’estero.
Come pesa sul budget del Milan
Va ricordato che tale abolizione riguarderà solo le operazioni compiute nell’ultimo anno e che tuttavia non sono quantitativamente di poco conto per il Milan: Pulisic, Reijnders, Musah, Okafor, Pellegrino, Chukwueze sarebbero state tutte operazioni coperte dall’ombrello fiscale del decreto crescita, ma ora non più.
Niente più sconti
Con l’abolizione infatti – spiega Calcio e Finanza – gli stipendi dei calciatori acquistati dall’estero nell’ultima sessione di calciomercato dopo il 1° luglio 2023 in quanto tutti superiori a 600mila euro non beneficeranno delle agevolazioni fiscali del 50%. Ad esempio, uno stipendio da 5 milioni netti torna a pesare al lordo (con l’applicazione delle tasse) 7,9 milioni di euro e non più, in questo caso, 6,5 milioni. Il Milan avrebbe beneficiato degli sgravi derivanti dal decreto crescita per i giocatori acquistati in estate solo dal 2024.