Zlatan Ibrahimovic è stato ospite al Festival dello Sport della Gazzetta dello Sport a Trento. Lo svedese ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato anche della propria infanzia.
Zlatan Ibrahimovic è stato ospite al Festival dello Sport della Gazzetta dello Sport a Trento. Lo svedese ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato anche della propria infanzia.
L’infanzia di Ibra
“Facevo tanti casini, come tutti i bambini. Ero sempre in giro a giocare a calcio. Ero sempre col pallone, dove andavo me lo portavo dietro e giocavo a calcio, anche se tutti mi dicevano che non ero un talento.
Era la mia energia, la mia adrenalina. Poi facevo anche cose che non si possono fare, ma si impara e si cresce. Crescendo diventi più maturo, ha più esperienza. Ora ho due figli. Ma la tua identità è sempre quella. Ma lo fai con eleganza e in un’altra maniera”.
Paragone pesante
Il paragone con van Basten: “All’inizio era molto difficile, tutti si aspettavano che ero il nuovo van Basten. Ma non ero ancora a quel livello, era la mia prima avventura fuori dalla Svezia. Ero da solo con tanta pressione. È stato un trasferimento record, si aspettavano magie tutti i giorni. Ma non ero pronto, mi pesava quel paragone e non era facile.
Mi ha quasi fatto tornare indietro in Svezia. Ma non ho mai mollato, avevo sempre fiducia in me stesso. Ma in alcune situazioni non dipende solo da te, ma piano piano, mentalmente soprattutto, diventavo più forte. Il secondo anno è andato meglio, il terzo anno ho fatto il battesimo a tutti”.