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Braida: “Il mercato non si fa con gli algoritmi. Milan, ti serve esperienza”

Intervistato da Gianluca Di Marzio, Ariedo Braida, ex dirigente del Milan nell’era Berlusconi-Galliani, ha parlato del suo lavoro in rossonero: “Ho visionato tutti i giocatori personalmente. Sono del parere che i giocatori devono essere scelti dai dirigenti, non dagli algoritmi. Penso che l’uomo sia al centro dell’universo: l’algoritmo è stato creato dall’uomo e non può sostituirlo. Poi un dirigente può sbagliare, ma con l’esperienza il margine di errore si riduce”.

Sul derby perso

“Ha vinto un’Inter spumeggiante e organizzata. A parte una ventina di minuti nel primo tempo, siamo stati in difficoltà costante. Nel momento migliore del Milan è arrivato il 2-0 e c’è stato un crollo sotto il profilo dell’organizzazione difensiva: non abbiamo mantenuto gli uno contro uno ed è finita in imbarcata”.

Come reagire

“Non ho la bacchetta magica, ma alla squadra direi che è il momento di ricompattarsi e non far chiacchiere. Bisogna stare in silenzio, allenarsi e lasciar parlare il campo. Il Newcastle incombe, sarà una partita importante e internazionale. La Champions è nel DNA di questo club: serve superare lo shock del derby ed essere pronti mentalmente. Vincere è facile, perdere è difficile: le squadre forti dimostrano il loro vero valore quando le cose non girano”.

Milan, ti serve esperienza

“Dopo questa partita, vien da pensare ‘l’e’ tutto da rifare’, citando Gino Bartali. Non è così, ma con l’Inter sono emerse criticità intrinseche, tecniche e caratteriali, e credo che l’allenatore avrà capito. Il calcio non è matematico, è approssimativo. Tutti commettiamo errori, ma chi vive il calcio da più tempo tende a sbagliare meno. Per questo a un Milan così giovane forse servirebbe una figura esperta, che abbia già vissuto certi momenti e li sappia gestire”.

Tornare al Milan

“Se mi dovessero chiamare come farei a dire di no? Il Milan è il Milan, è nel mio cuore”.

Non imitare Berlusconi

“Replicare quel che ha fatto il presidente più vincente della storia del calcio non sarà facilissimo. Per me Silvio è stato ‘Il Presidentissimo’, un uomo dall’enorme carisma, che per certi aspetti ha cambiato l’Italia. Unico, visionario. Spero, un giorno, di ritrovarlo: sono convinto che prima o poi ci incontreremo in qualche stadio a vedere una partita di calcio insieme”.

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