I segreti di Moncada: l’uomo del mercato di oggi e di domani del Milan

By Mario Labate -

Sembra che Moncada sia passato da capo dell’area scouting a direttore sportivo di fatto accanto al detentore ufficiale del titolo Antonio D’Ottavio, mentre toccherà all’amministratore delegato Giorgio Furlani ricoprire alcune mansioni riguardanti l’area tecnica fino alla passata stagione a pannaggio di Paolo Maldini.

Il nome di Moncada è molto rispettato nel mondo del calcio, al punto che la nostra intervista con l’azionista di minoranza del Milan Riccardo Silva lo ha etichettato come uno dei ‘segreti meglio custoditi’ del club oltre ad essere tra i ‘migliori scout del mondo. Ma chi è esattamente?

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Gli inizi di Moncada

Moncada è nato nel 1986 in Francia, quindi ha 37 anni, il che lo rende più giovane di molti dirigenti di pari livello all’interno di un top club.

È arrivato al Milan all’inizio dell’era della Elliott nel 2018 e già allora era considerato un grande salto di qualità per i rossoneri grazie al suo impressionante lavoro, di cui parleremo in seguito.

La carriera di Moncada come osservatore è iniziata in giovane età ed è nata attraverso l’analisi video dei giocatori. Infatti è stato lui a osservare Kylian Mbappé, 12 anni, e a consigliarlo al Monaco, che poi l’ha preso.

Il mistero del Moncada

Parte del mistero introno alla figura di Geoffrey Moncada è rappresentato dalla sua assenza dai social media ad eccezione di LinkedIn, dove si presenta come “analista video” e rivela alcuni dettagli sulla sua carriera.

Secondo il suo profilo, ha lavorato dal 2006 al 2012 come scout freelance e all’età di 19 anni inviava CV di giocatori agli agenti di tutto il mondo.

Il suo mentore era Marc Westerloppe ed è stato accanto a lui che Moncada ha notato un giovane Mbappe a Bondy. Il Monaco gli ha dato una chance, è esploso sulla scena e poi è passato al Paris Saint-Germain per 180 milioni di euro, una vendita da record mondiale per un club francese.

Poi il Monaco decide di ingaggiare Moncada che scala la classifica e diventa capo osservatore a soli 29 anni. Ha costruito una rete che abbracciava Portogallo, Germania, Olanda, Belgio, Scandinavia e Sud America.

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L’avventura al Milan

Nel dicembre 2018, il Milan è riuscito a convincerlo a provare una nuova esperienza in Italia come capo osservatore, con Elliott che aveva preso il controllo del club dopo la dimenticabile era di Yonghong Li proprietario.

L’obiettivo era costruire un progetto incentrato sulla ricerca di giovani giocatori con un alto potenziale ma con costi ragionevoli su cui costruire un futuro nucleo per la prima squadra.

Effettivamente questi giovani sono arrivati: sotto l’era Moncada il Milan ha acquisto talenti dal potenziale enorme come Maignan, Malick Thiaw, Fikayo Tomori, Pierre Kalulu e Theo Hernandez solo per citare la retroguardia.

Sandro Tonali e Ismael Bennacer sono diventati la coppia di centrocampo del futuro (prima della partenza del primo) con Rade Krunic che si è rivelato una riserva affidabile. Anche Alexis Saelemaekers e Brahim Diaz hanno dato il proprio contributo alla causa del Milan laureatosi campione d’Italia a sorpresa nel 2022.

Poi ovviamente c’è Rafael Leao, che dall’essere un talento grezzo quando è arrivato dal Lille è diventato l’MVP della Serie A della scorsa stagione e senza dubbio la risorsa più preziosa della squadra al momento.

Ma la presenza di Moncada non è solo una garanzia per il mercato in entrata: dalla cessione di Tonali al Newcastle il Milan ha infatti guadagnato 70 milioni di euro, soldi che si sono rivelati utilissimi per l’acquisizione di 10 talenti che hanno rinforzato ogni settore della squadra quest’estate.

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La metodologia

Quindi, come funziona esattamente l’identificazione dei talenti e perché Moncada è considerato uno dei migliori nel settore nonostante altri nel suo campo dispongano di risorse simili?

Il francese lavora insieme alla sua rete di collaboratori e guarda non solo alle statistiche ma anche alla performance sportiva e all’adattabilità al gioco dell’allenatore.

Spesso raccoglie fino a 10 report diversi su ciascun giocatore mostrando il livello di dettaglio richiesto, e da questi riesce ad ottenere un quadro più ampio riguardo all’identikit tecnico del giocatore, che di solito avrà tra i 16 ei 20 anni.

Vengono esaminati anche i tratti caratteriali e della personalità di tali talenti, molto più che semplici numeri su uno schermo. Una serie di passaggi forse lunghi e arzigogolati ma che permettono al Milan di avere diverse garanzie sulla resa del giocatore ancor prima della firma.

Un buon esempio del suo lavoro può essere trovato nell’operazione che ha portato all’acquisto di Pierre Kalulu, arrivato al Milan per soli 1,29 milioni di euro dalle giovanili del Lione nell’estate del 2020 grazie ad un’intuizione di Moncada.

Giunto in rossonero da sconosciuto non avendo mai giocato nella prima squadra della Ligue 1, ma che con l’integrazione di Stefano Pioli e alcune opportunità colte si è affermato come una parte importante del futuro nucleo rossonero.

È stato il partner di Fikayo Tomori per quasi tutta la seconda metà della stagione che ha portato alla vittoria dello scudetto, in cui sono stati subiti solo due gol nelle ultime 11 partite di campionato con nove gare termiante a reti inviolate.

Ora, Kalulu è un nazionale della Francia Under 21 con una convocazione in prima squadra sicuramente non lontana, e secondo Transfermarkt è valutato 35 milioni di euro.

Theo Hernandez è stata una sua intuizione

Kalulu non è l’unico esempio da citare. Mentre a Maldini è stato dato molto credito per la firma di Theo Hernandez avendolo incontrato a Ibiza, Moncada ha rivelato che in realtà è stata in gran parte una sua intuizione.

Intervenendo al podcast ‘Prolungamento’, il capo osservatore ha dichiarato: “È un giocatore che conosciamo dai tempi dell’Under 17/Under 19 dell’Atletico Madrid. È stato un lavoro durato 4-5 anni. E l’occasione di ingaggiarlo è arrivata quando era un po’ in difficoltà al Real Madrid, che aveva appena ingaggiato Ferland Mendy. Non avevamo molta concorrenza quando lo abbiamo ingaggiato. Paolo Maldini ha fatto un ottimo lavoro, ha parlato con la dirigenza del Real Madrid e con Theo”.

Un’altra operazione che porta l’impronta di Moncada è l’affare Tomori. Era in disgrazia al Chelsea, ma l’ex Monaco ha visto il valore e l’opportunità di reinventare la linea difensiva, ingaggiandolo inizialmente in prestito per 600mila euro e poi definitivamente per 31,6 milioni di euro. Adesso vale il doppio.

Anche Moncada osservava Leao fin da piccolo, come ha raccontato al podcast: “Era eccezionale nel settore giovanile, in Youth League ha giocato contro la Juve ad altissimo livello. Può ancora migliorare fisicamente, può segnare ancora di più perché può segnare gol facilissimi o altri gol di altissimo livello. Può ancora segnare di testa, ha il fisico”. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

 

Le scelte in porta

Moncada è stata una delle figure a far capire che Gianluigi Donnarumma avrebbe potuto essere sostituito nell’estate del 2020. Fu proprio l’ex Monaco a spingere affinché Mike Maignan sostituisse GIgio e ha rivelato in un’intervista a L’Equipe che il personaggio era fondamentale nella sua valutazione.

“Quando parlo con Mike non ha pressioni, gioca e basta. Potrebbe essere la nostra mentalità. In Italia, se un giovane sbaglia, dicono subito che non è pronto e resta per un po’ in panchina. Non in Francia.”

L’esempio positivo più recente potrebbe essere Thiaw, arrivato per 8,6 milioni di euro dallo Schalke 04 e, come Kalulu, era relativamente sconosciuto ma ora sembra essersi ritagliato il ruolo di titolare in questa stagione.

Il futuro

Moncada ha rilasciato un’interessante intervista a L’Equipe all’inizio di quest’anno in cui ha sottolineato perché gli piace concentrarsi così tanto sui giocatori francesi e sudamericani.

Come accennato, ha un passato in Francia a cui è stato attribuito il merito di aver identificato alcuni dei giocatori del Monaco che hanno avuto un ruolo importante nella loro corsa verso le semifinali di Champions League di qualche anno fa.

I rossoneri hanno scommesso molto sui giocatori del campionato francese, acquisiti nelle scorse estati da Leao, Maignan, Kalulu e Yacine Adli, e ogni giorno si continuano ad accostare ai rossoneri altri nomi proveniente dalla Ligue1.

Uno dei commenti che mi ha colpito è stato il seguente: “Non so se i giocatori francesi siano più pronti degli altri, ma in generale non hanno paura. Uno spagnolo, un italiano o un tedesco hanno paura di fallire”.

Pertanto, con Moncada che ora ha ancora più voce in capitolo sul reclutamento, possiamo aspettarci che l’influenza francese cresca, o forse che il club continui a reclutare talenti stranieri piuttosto che puntare su giocatori di altri club in Italia.

Ha anche affermato che non ritiene che ci sia un grande valore nel mercato brasiliano rispetto all’hype che ricevono alcuni talenti di quel campionato, motivo per cui legami come quello con Vitor Roque erano e rimangono destinati ad essere di breve durata.

Acquisti al ribasso

Il Milan è tornato a una strategia di “acquisto in ribasso” quando si tratta di profili noti come Ruben Loftus-Cheek e Christian Pulisic, entrambi firmati dal Chelsea.

Marco Sportiello e Luka Romero sono arrivati ​​a gratis, il primo un upgrade nel suo ruolo e il secondo una scommessa a basso rischio ma dal grande potenziale.

Esplorando il mercato europeo, non solo quello francese dunque, Moncada ha portato in rossonero giocatori dall’apporto già considerevole come Tijjani Reijnders, Noah Okafor, Samuel Chukwueze e Yunus Musah, nessumo di loro costato più di 20 milioni.

Dai e statistiche

Sarà un Milan sempre più basato su dati e algoritmi, soprattutto dopo la partenza di Maldini. Moncada si avvarrà dell’aiuto di Zelus Analytics  per poi vagliare i profili dopo la moltitudine di report che arrivano sulla sua scrivania dal suo team.

C’è un nucleo giovane, ma la cessione di Tonali dimostra quanto velocemente le cose si muovono nel calcio. Moncada ora ha più potere che mai e avrà il compito di proteggere e costruire la grande squadra che ha contribuito a creare.

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