La Gazzetta dello Sport fa il punto riguardante la questione stadio e la separazione dei progetti di Milan e Inter dopo una volontà iniziale di costruire il secondo San Siro in comproprietà. Dopo decenni di convivenza ora Red Bird ha deciso di voler regalare al Milan uno stadio totalmente rossonero attraverso la stesura di un progetto ambizioso e mai così concreto.
San Donato è la scelta definitiva
Una delle prime aree individuate è stata a Sesto San Giovanni, quella delle ex acciaierie Falck. Istituzioni locali pronte ad accogliere il progetto, ma costi di bonifica ritenuti troppo alti dal club.
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Poi è entrata in scena La Maura, che aveva il grande vantaggio di trovarsi a poco più di un chilometro in linea d’aria dall’attuale Meazza. Ma anche questa ipotesi è naufragata, soprattutto per le difficoltà legate all’impatto ambientale in un’area sottoposta a tutela.
Poi è arrivato San Donato Milanese e da subito si è capito che il sito avrebbe ospitato le migliori condizioni possibili in termini burocratici e soprattutto in termini di tempistiche. San Donato offre la metropolitana, la stazione ferroviaria e un’area – denominata San Francesco – incastonata tra l’inizio della tangenziale est di Milano e lo svincolo che permette a chi arriva dall’autostrada A1 di entrare in città.
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Le caratteristiche del nuovo stadio
Due anelli e non tre (altrimenti i costi lieviterebbero parecchio) con una capienza compresa tra 65-70mila posti, dotato di ristoranti, museo e club store. Entro settembre il Milano dovrebbe inviare il primo progetto al Comune di San Donato, ma il dialogo è già iniziato mesi fa. Il Milan ha acquisito SportLifeCity, la società proprietaria del sito di San Francesco, e questo ha rappresentato un deciso passo avanti. Nelle intenzioni del club l’obiettivo è quello di battezzare la nuova sede tra il 2028 e il 2029.
