Maldini e Massara lasciano il Milan: i veri motivi dietro l’addio

By Mario Labate -

Come vi avevamo detto in tempi non sospetti, Maldini e Massara erano già finiti sotto processo per Gerry Cardinale da diverse settimane

Come vi avevamo detto in tempi non sospetti, Maldini e Massara erano già finiti sotto processo per Gerry Cardinale. La notizia, confermata questa sera dopo il meeting, non è stata frutto di una sfuriata sporadica ma ovviamente ragionata. Ma torniamo indietro di qualche mese per spiegare precisamente tutti i passaggi che oggi portano il Milan a dover rifondare la propria nomenclatura dirigenziale.

Campagna acquisti disastrosa

Red Bird, in accordo con il consiglio d’amministrazione, ha calcolato come budget per la campagna acquisti del Milan una cifra ci circa 50 milioni di euro che, come si dice anche per la prossima estate, sarebbe potuta essere rimpinguata con le cessioni. Alla voce operazioni in uscita però il Milan è rimasto praticamente al palo ricavando solo 2 milioni dalla cessione di Duarte e 8,20 milioni dalla partenza di Hauge che però è stato formalmente ceduto l’anno precedente. Una fallimentare campagna cessioni che si è riflettuta anche sul mercato in entrata come testimoniato dall’operazione De Ketelaere arrivato in rossonero per 35 milioni e che ha chiuso la stagione con solo un assist all’attivo in oltre 40 gare disputate. Un errore che, per quella che è la politica del Milan, ci può stare ma che non spiega il poco utilizzo fatto da Pioli degli “acquisti contorno” come Dest, Bakayoko, Adli, Ballo-Touré e Vranckx e Origi che hanno intasato il monte stipendi rossonero senza venire valorizzati né sul piano sportivo e né (tantomeno) su quello economico. Zavorre insomma che, secondo Red Bird, resteranno sul groppone del Milan anche in futuro se qualcuno non dovesse bussare alla porta per acquistarli.

Le parole di Maldini

La vera goccia che ha fatto traboccare il vaso per la proprietà sono però state le parole di Paolo Maldini dopo il doppio confronto con l’Inter in semifinale di Champions League: “Dobbiamo investire per poter competere con le grandi squadre – ha affermato a Sky il direttore tecnico rossonero – La semifinale è stata inaspettata, nessuno a inizio anno aveva pronosticato una cosa simile, poi è chiaro che la sconfitta brucia. Tra noi e l’Inter non c’è stata partita”. E ancora, sul quarto posto in campionato da conquistare: “Se dovessimo qualificarci alla prossima Champions darei un 8 a questo Milan, dobbiamo crederci”.

Maldini in quel contesto ha espresso una posizione personale e non condivisa in alcun modo con la società. A far storcere ulteriormente il naso al consiglio d’amministrazione sono state poi le parole di Maldini su De Ketelaere: “Charles deve crescere ed è normale. Sarebbe stato molto più semplice e molto meno oneroso andare su un giocatore come Dybala. Ma sarebbe stato un acquisto giusto per il nostro progetto? Sarebbe stato giusto e condiviso dalla proprietà? No”. Una posizione chiara quella di Maldini che poche ore dopo però è stata smentita da La Gazzetta dello Sport attraverso la rivelazione del sì dato da Furlani, amministratore delegato rossonero, all’arrivo di Dybala la scorsa estate. A quel punto la distanza tra Maldini, Massara e la proprietà è diventato realmente insanabile.

L’addio è l’unica strada

E’ stato proprio allora che Cardinale ha maturato la propria decisione, confermata oggi nel faccia a faccia con i due dirigenti. La frattura, che ricorda in parte con quanto accaduto con Boban dopo l’intervista a La Gazzetta dello Sport che ha portato al suo licenziamento, ha ormai un solo finale possibile: l’addio di Maldini e Massara. Una mossa a sorpresa per qualcuno ma che la redazione di SempreMilan.it vi aveva anticipato con settimane d’anticipo (leggi qui).

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