Tra sostenibilità e risultati: il complicato (ma possibile) equilibrio che vuole raggiungere il Milan

By Dario Bombelli -

Si può dire che il Milan abbia vissuto una rinascita negli ultimi anni, sia in termini di stabilità finanziaria che di successi sul campo

C’è un interessante rapporto tra il miglioramento dei conti e dello status finanziario del Milan e i suoi attuali risultati sportivi, soprattutto se confrontati con l’approccio dei rivali (tra cui i cugini interisti).

La recente uscita del Milan dalla semifinale di Champions League per mano dei nerazzurri, avvenuta solo un paio di giorni fa, ha messo in luce una evidente differenza di qualità tra le due squadre in campo. Ma lo squilibrio è anche fuori: i due club mostrano modelli di business contrastanti.

Il Milan ha dato priorità a una crescita sostenibile e a un progetto basato sui giovani, mentre l’Inter si è concentrata sul successo immediato con giocatori più anziani ed esperti. Il coinvolgimento di Elliott Management e RedBird Capital è stato fondamentale per questa visione.

Quale può essere il futuro di un club come il Milan, alla ricerca di un difficile equilibrio tra prudenza economica e capitalizzazione del recente slancio.

Inizia la svolta

I problemi finanziari del Milan in passato sono stati ben documentati: il club ha lottato per competere sul palcoscenico nazionale ed europeo mentre era alle prese con debiti crescenti.

Tuttavia, le sorti del club hanno iniziato a cambiare quando l’hedge fund americano Elliott Management ha assunto il controllo nel 2018. Sotto la guida Singer, il Diavolo ha implementato un modello di business più sostenibile, concentrandosi sulla riduzione dei costi, sulla ristrutturazione del debito e sugli investimenti in infrastrutture.

L’astuta gestione finanziaria di Elliott ha gettato le basi per un’ulteriore crescita, attirando gli investimenti di RedBird Capital nel 2020. Questa collaborazione ha iniettato capitali freschi e competenze nel Milan, consentendo al club di rafforzare la propria posizione finanziaria e di concentrarsi sulla sostenibilità a lungo termine.

In effetti, il lavoro finanziario è stato in gran parte il miglior successo che il Milan abbia sperimentato, invertendo i danni che la proprietà cinese aveva notoriamente causato e ora, infatti, ci sono chiari segni di ripresa. Il Milan è passato dal profondo rosso di 194,6 milioni di euro a 96,4 milioni di euro nell’ultimo esercizio chiuso a giugno 2021. L’Inter, invece, ha aumentato le perdite a 245 milioni di euro.

I rossoneri hanno anche registrato un aumento dei ricavi da sponsorizzazione, un grosso problema per il Milan pre-Elliott, con ricavi che adesso ammontano a 53,9 milioni di euro rispetto ai 36,6 milioni di euro del 2019-20.

infine, pare che per la prima volta dopo molto tempo il Milan registrerà un utile operativo nel prossimo esercizio finanziario, cosa che nessuna delle “sei grandi” in Italia può vantare (e nemmeno molti altri club in Europa).

Naturalmente, questo racconta solo metà della storia i frutti si raccolgono in gran parte sul campo e non nella sala del consiglio di amministrazione, anche se entrambi sono necessari per un club come il Milan per tornare davvero ai vertici del calcio mondiale.

Approcci contrastanti

Mentre la situazione finanziaria del Milan è nettamente migliorata, il club ha assistito anche a una rinascita delle sue prestazioni sul campo. La squadra ha mostrato progressi significativi, in particolare nella stagione 2020-21, quando è arrivata seconda in Serie A, assicurandosi la qualificazione alla Champions League dopo otto anni di assenza.

Mentre in occasione del primo ritorno in Champions League, ora riferito alla stagione 2021-22, il percorso del Milan è stato molto breve, uscendo infatti da quello che è stato soprannominato “il gruppo della morte” con Liverpool, Porto e Atletico Madrid.

È stata la fine della stagione – in cui abbiamo visto Pioli e i suoi giocatori vincere lo Scudetto – a segnare un successo tangibile per il club, un successo che è durato a lungo sia per la società che soprattutto per i tifosi. La vittoria del titolo ha rappresentato la cartina di tornasole del progetto di Elliott e ora di RedBird Capital.

Tuttavia, si può affermare con forza che la differenza tra i risultati sportivi di Milan e Inter negli ultimi quattro anni è netta. L’Inter ha conquistato il titolo di Serie A nella stagione 2020-21 prima del Milan, e quindi aveva già eguagliato il più recente successo del Milan in campionato e l’unico trofeo importante in 11 anni.

Ciò che rende ancora più chiaro che il loro modello di “successo immediato” ha funzionato meglio, è che hanno già vinto una Coppa Italia (un trofeo che il Milan non solleva dal 2003), due Supercoppa e ora sono usciti vittoriosi contro il Milan nella semifinale di Champions League.

Questo significa che non solo hanno più trofei accumulati, ma hanno anche ottenuto migliori risultati in coppa, hanno una finale di Champions League conquistata e un’altra possibilità di vincere la Coppa Italia in questa stagione.

Il successo dell’Inter può essere attribuito, in parte, al suo modello di business, che privilegia i risultati immediati e presenta giocatori esperti che portano stabilità e una mentalità vincente alla squadra.

Anche se il modello nerazzurro non è un faro di sostenibilità a lungo termine e le difficoltà finanziarie a causa delle obbligazioni da rimborsare sono difficilmente ignorabile, il compito sul piano calcistico è stato svolto molto meglio del Milan e i risultati lo dimostrano.

Il Milan, invece, ha intrapreso un progetto di sviluppo dei giovani, coltivando talenti come Theo Hernandez, Sandro Tonali e Rafael Leao, solo per citarne alcuni.

I rossoneri hanno addirittura raddoppiato questo approccio opposto a quello dei rivali cittadini, lasciando partire giocatori come Kessié, Romagnoli e naturalmente Calhanoglu, che erano tutti giocatori di esperienza simili a quelli che l’Inter avrebbe impiegato (e nel caso di Calhanoglu ha impiegato).

L’approccio del Milan è volto a costruire una base sostenibile per il successo a lungo termine, sia dentro che fuori dal campo. L’investimento del club nell’accademia giovanile e l’enfasi sullo sviluppo di talenti locali riflettono l’impegno verso una strategia più organica e conveniente.

Questo è da lodare, soprattutto se si considera che prima che il Milan vincesse lo scudetto era considerato solo una chimera. Si potrebbe sostenere che, a causa dello status di grande club e della velocità con cui è stato acquisito un trofeo importante, le aspettative realistiche dei tifosi nei confronti del progetto sono state danneggiate.

Il dilemma

Nonostante i progressi compiuti sotto la guida di Elliott Management e RedBird Capital, il Milan si trova di fronte a un momento critico, in cui cerca di trovare un delicato equilibrio tra prudenza finanziaria e capitalizzazione del recente slancio.

L’incapacità del club di costruire sulla base dei buoni risultati della scorsa stagione solleva interrogativi sulla tempistica e sulla misura in cui i rossoneri dovrebbero spingere la barca al largo.

Se da un lato è fondamentale mantenere una spesa sostenibile ed evitare le insidie finanziarie del passato, dall’altro arriva il momento in cui potrebbero essere necessari ulteriori investimenti per rafforzare la squadra e competere con l’élite europea.

L’aver lasciato partire giocatori chiave e non aver recuperato fondi utilizzabili da giocatori del calibro di Donnarumma e Çalhanoğlu, per far quadrare i conti, ha scatenato le preoccupazioni dei tifosi circa l’ambizione del club e la sua capacità di competere per i trofei più importanti.

Il club deve ora gestire questa situazione delicata, assicurandosi che la salute economica continui e investendo selettivamente in talenti comprovati per rinforzare la squadra. Trovare il giusto equilibrio è difficile, ma è possibile.

Il futuro

Il miglioramento dei conti e la stabilità finanziaria del Milan, sostenuti dal coinvolgimento di Elliott Management e RedBird Capital, hanno gettato solide basi per il futuro del club.

Il progetto è promettente e il ritorno della squadra in Champions League è stato un assaggio di ciò che ci aspetta. Tuttavia, la recente uscita dalla competizione per mano dell’Inter ha messo in evidenza i diversi approcci tra i due club milanesi.

I rossoneri devono ora affrontare la sfida di avanzare strategicamente, basandosi sulla crescita economica e capitalizzando i recenti progressi.

Ora è apparso un grande punto interrogativo sul progetto che probabilmente non c’era prima. Naturalmente, questo è molto probabilmente dovuto a fattori specifici come le tattiche di Pioli, l’interruzione dei Mondiali e alcune decisioni sul fronte cessioni. A prescindere da questo fatto, la responsabilità è sempre dell’identità del progetto stesso.

Per far sì che la palla continui a rotolare, è necessario ottenere una qualificazione continua alla Champions League e quindi l’obiettivo deve essere quello di arrivare tra le prime quattro, perché altrimenti la chiara scommessa della Champions League di quest’anno si sarà ritorta contro di noi.

Il futuro del Milan risiede nella capacità di trovare il giusto equilibrio tra responsabilità fiscale e investimenti mirati per rafforzare la squadra, con l’obiettivo finale di recuperare il proprio posto ai vertici del calcio italiano ed europeo.

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